Archivio mensile:Marzo 2015

Angelina effect: health news of celebrities ‘has long-term effects for public health care’

by Honor Whiteman (medicalnewstoday.com, September 19, 2014)

In May last year, actress Angelina Jolie announced she underwent a double mastectomy to reduce the risk of breast cancer after testing positive for a BRCA1 gene mutation. According to a new study, this announcement triggered a significant rise in the number women with a family history of breast cancer being tested for the mutation, and this increase persisted for the next 5 months. The research team, led by Gareth Evans of Genesis Breast Cancer Prevention and St. Mary’s Hospital in the UK, says their findings show that when it comes to health news, a story involving a high-profile celebrity can have a positive and long-lasting effect on health care among the general public.angie profile2.indd Continua la lettura di Angelina effect: health news of celebrities ‘has long-term effects for public health care’

Ecco perché le dichiarazioni di Dolce e Gabbana sono la strategia di comunicazione del brand

di Michele Boroni (wired.it, 16 marzo 2015)

Eccoci qua, ancora con le interviste basate su dichiarazioni tranchant sul tema famiglie tradizionali e le ricadute sui brand. Ricordate? Era già successo con Barilla. Allora (era fine settembre 2013), Guido Barilla, intervistato (o meglio, incalzato) da Giuseppe Cruciani nel programma radio La Zanzara di Radio 24, dichiarò “Noi (inteso come Gruppo Barilla) abbiamo un concetto differente rispetto alla famiglia gay. Per noi il concetto di famiglia sacrale rimane un valore fondamentale dell’azienda (…) se ai gay piace la nostra pasta e la nostra comunicazione la mangiano, altrimenti mangeranno un’altra pasta. Uno non può piacere sempre a tutti”. Apriti cielo.DG_Family Continua la lettura di Ecco perché le dichiarazioni di Dolce e Gabbana sono la strategia di comunicazione del brand

Dolce & Gabbana, W i gay!

di Fabrizio Marrazzo (huffingtonpost.it, 18 marzo 2015)

Ho letto e riletto più di una volta l’intervista di Dolce e Gabbana su «Panorama». Devo dire che quando è uscita non le avevo dato molta importanza. Anzi, la cosa che più mi aveva colpito era il racconto dell’infanzia e delle origini dei due stilisti, che ben conoscevo, ma da tempo avevo l’impressione le volessero dimenticare. L’avevo trovato un racconto degno di essere letto, soprattutto per i giovani, perché oggi la comunicazione ci impone tempi e modi che non consentono più di raccontarsi, siamo nell’impero del selfie. Continua la lettura di Dolce & Gabbana, W i gay!

At Invitation of John Kerry, James Taylor Sings “You’ve Got a Friend” to the French

by Ben Smith (dailysignal.com, January 16, 2015)

Secretary of State John Kerry sought to show the United States’ support of France after the recent terrorist attack against the satirical magazine Charlie Hebdo by having James Taylor sing You’ve Got a Friend at a Paris press conference. Nile Gardiner, director of Margaret Thatcher Center for Freedom at The Heritage Foundation, blasted this decision, calling it «embarrassing» and «cringeworthy».Screen-Shot-2015-01-16

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Madonna: «Europa attenta, qui tira aria di fascismo»

«Respiro intolleranza per chi è diverso o addirittura non più giovane». E la musica? «Cerco semplicità, canzoni che chiunque possa cantare»

di Luca Dondoni (lastampa.it, 4 marzo 2015)

Milano – Giulio Andreotti diceva che «a pensar male si fa peccato ma qualche volta ci si azzecca». Da quando si è cominciato a parlare del nuovo disco Rebel Heart, Madonna non ha fatto passare giorno senza stuzzicare l’attenzione dei media. Prima il «Madonnaleak» (molte delle canzoni del cd apparse in Rete a fine 2014), con successive polemiche, un arresto e la pubblicazione di parte dell’album. Poi, nell’ultimo mese, ha alzato la minigonna davanti ai fotografi dei Grammy Awards, è caduta sul palco dei Brit Awards e alla tv francese ha paragonato il Front National di Marine Le Pen al Partito Nazista. Continua la lettura di Madonna: «Europa attenta, qui tira aria di fascismo»

Vladimir Putin in House of Cards

di Andrea Salvadore (ilpost.it, 3 marzo 2015)

Nella terza puntata della nuova stagione di House of Cards il presidente russo va in visita alla Casa Bianca. Si chiama Petrov ma si legge Putin. Ci assomiglia parecchio a quello vero, solo più alto. Per il resto tutti gli aspetti caricaturali di Putin ci sono tutti. Che non è detto che non siano tratti autentici ma, probabilmente, non i soli

(ATTENZIONE: SPOILER A SEGUIRE)

Petrov che beve tanto, che invita il presidente americano Frank Underwood nella sua dacia, dove ci saranno donne ad attenderlo (dice lui). Petrov sprezzante, che fa il cascamorto con Claire, la first lady, e le stampa un bacio sulla bocca. Petrov che sfancula (dovrei dire rigetta ma non darebbe l’idea) il piano di pace americano per Israele-Palestina. Underwood che, a questo punto, sfancula lui Petrov nella conferenza stampa finale a cui non invita il presidente russo. Alla cena ufficiale alla Casa Bianca sono poi comparse le vere Pussy Riot che sfanculano a loro volta Petrov. Nei titoli di coda scorre una loro canzone creata per l’occasione. Continua la lettura di Vladimir Putin in House of Cards