Archivio mensile:Dicembre 2020

Con “The Crown” torna di moda il Barbour

di Elisabetta Invernizzi (huffingtonpost.it, 26 novembre 2020)

La quarta stagione di The Crown segna anche il grande ritorno del Barbour. La giacca cerata nata nel 1894 e indossata dalla famiglia reale inglese in ogni stagione della vita, torna in voga in concomitanza con il successo della serie Netflix dedicata alla storia della regina Elisabetta II. Simbolo dell’aristocrazia inglese diventato appannaggio di un certo mondo borghese e intellettuale e poi di massa. Il boom del marchio è del 1982, quando Diana Spencer si fa fotografare in brughiera indossando un Bedale con cappuccio, “il Barbour” per eccellenza.Barbour-Diana Continua la lettura di Con “The Crown” torna di moda il Barbour

Ago, filo, toppe e naftalina: le tecniche del riciclo royal

di Giorgia Olivieri (vanityfair.it, 25 giugno 2019)

E se, in questi tempi di moda usa-e-getta, ci ispirassimo alla famiglia reale inglese per porre un limite al nostro consumismo sfrenato? Sembra un paradosso ma i Windsor sono più oculati nello shopping di quello che potremmo pensare e, passando in rassegna alcune storie legate al loro guardaroba, potremmo anche riscoprirci molto più spendaccioni dei componenti della dinastia britannica. Nonostante possano permettersi qualsiasi lusso sfacciato, per loro il vestito buono è ancora un valore. La regina Elisabetta è una virtuosa del risparmio e rappresenta un faro quando si parla di riciclo degli abiti.

Getty Images
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Il presidente del Turkmenistan dedica una statua d’oro al suo cane

(agi.it, 12 novembre 2020)

Una statua d’oro alta sei metri e dedicata alla razza canina più amata dal presidente turkmeno è stata inaugurata nella capitale Ashgabat. Alla cerimonia ha partecipato lo stesso Capo di Stato, Gurbanguly Berdymukhamedov, innamorato dei cani pastori Alabai, originari dell’Asia centrale e già inseriti nella lista dei patrimoni nazionali insieme ai tappeti fatti a mano e alla celebre razza di cavalli da corsa Akhal Teke. Non è la prima volta che l’Alabai riceve simili trattamenti in Turkmenistan: l’anno scorso, il presidente gli aveva dedicato un libro.

eurasianet.org
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Il ritorno dei cani alla Casa Bianca

di Fabrizia Sacchetti (focus.it, 11 novembre 2020)

Chissà se Joe Biden, il 46° presidente degli Stati Uniti, conosce la storica frase di Harry Truman (il 33°, dal 1945 al 1953), che recitava così: «Se vuoi un amico a Washington fatti un cane». Di cani Truman ne aveva addirittura tre ed è stato emulato da quasi tutti i presidenti americani, tranne tre: l’11° James K. Polk (1845-1849), il 17° Andrew Johnson (1865-1869) e il 45° Donald Trump, il primo che dopo 150 anni ha sfidato la tradizione non portando nemmeno un pesce rosso alla Casa Bianca. Ma adesso tutto tornerà come ai vecchi tempi.Champ-Major Continua la lettura di Il ritorno dei cani alla Casa Bianca

La parità di genere dei titoli nobiliari

(ilpost.it, 21 novembre 2020)

L’Atlantic ha raccontato i tentativi di un gruppo di donne aristocratiche britanniche per cambiare le leggi sull’ereditarietà dei titoli nobiliari, che nel Regno Unito nella gran parte dei casi possono passare solo da padri a figli maschi, escludendo le donne dai titoli e dai privilegi associati. Da una parte, è una questione di parità di diritti tra uomini e donne, dall’altra è tuttavia una questione che riguarda un gruppo di persone privilegiate per definizione: e per questo, spiega l’Atlantic, trovare sostegno per la causa fuori dal circolo dell’aristocrazia britannica è molto complicato.

Ph. Matthew Lloyd / Getty Images
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“Una donna”

di Giovanni De Mauro (internazionale.it, 12 novembre 2020)

È stato un periodo impegnativo per “una donna”: è stata nominata alla guida della banca centrale giapponese, di Facebook in Africa, di una squadra di pompieri in Francia, dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, è stata eletta perfino alla vicepresidenza degli Stati Uniti. Una pagina satirica di Wikipedia segnala le volte in cui, sui mezzi d’informazione di tutto il mondo, nel titolo di una notizia si parla genericamente di “una donna” senza farne il nome. «Dopo anni di silenzio, le conquiste delle donne sono rese invisibili dall’espressione “una donna”. Non riusciamo a sapere chi ha fatto cosa, e non siamo quindi in grado di dare a queste donne il giusto riconoscimento», spiega l’attivista Sherine Deraz.

Ph. Win McNamee / Getty Images
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Twitter cederà l’account presidenziale a Biden il 20 gennaio

(agi.it, 21 novembre 2020)

Twitter cederà il controllo di @POTUS, l’account del presidente degli Stati Uniti, a Joe Biden appena presterà giuramento, il giorno dell’insediamento alla Casa Bianca, nonostante il presidente uscente Donald Trump non abbia ammesso la sconfitta alle elezioni. Lo rendono noto i media americani. Il social network «si sta preparando attivamente alla transizione degli account Twitter istituzionali della Casa Bianca il 20 gennaio 2021», ha dichiarato a Politico il portavoce di Twitter, Nick Pacilio.Twitter@POTUS Continua la lettura di Twitter cederà l’account presidenziale a Biden il 20 gennaio

Parler, il social network dell’estrema destra

di Pietro Mecarozzi (linkiesta.it, 17 novembre 2020)

L’estrema destra statunitense ha trovato un nuovo rifugio social: si chiama Parler, e si presenta come il regno della libertà d’espressione. La piattaforma si autodefinisce “La piazzetta del mondo”, promette la completa libertà di parola senza il rischio di essere bloccati e, allo stesso tempo, non consente l’accesso a troll o a contenuti sensibili. A novembre del 2020 ha registrato circa 4 milioni di utenti attivi e oltre 10 milioni di utenti totali, contro quota 1,5 milioni di utenti raggiunti sul finire di giugno. Un boom di contatti che, negli ultimi giorni, ha trovato maggior slancio dopo la proclamazione della vittoria di Joe Biden nelle elezioni presidenziali.Parler_social Continua la lettura di Parler, il social network dell’estrema destra