Archivio mensile:Dicembre 2021

La Coppa Davis delle magliette rosse

di Pietro Cabrio (ilpost.it, 19 dicembre 2021)

Il 19 dicembre 1976, a Santiago del Cile, l’Italia vinse la sua prima e ancora unica Coppa Davis, la competizione a squadre del Tennis internazionale che si disputa fin dall’anno 1900. La vittoria, ottenuta proprio contro il Cile da Nicola Pietrangeli (capitano – non giocatore), Adriano Panatta, Paolo Bertolucci, Corrado Barazzutti e Antonio Zugarelli fu il massimo successo della miglior epoca del Tennis maschile nazionale e rimane ancora oggi storica, non solo per l’aspetto sportivo. All’epoca il Cile era governato da tre anni dalla più famigerata dittatura sudamericana del Novecento, che, l’11 settembre 1973, aveva deposto il presidente democraticamente eletto Salvador Allende, suicidatosi nel palazzo presidenziale sotto i bombardamenti dell’aviazione militare.

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La nuova arma politica di Éric Zemmour è un motore di ricerca dei suoi video

di Europea (linkiesta.it, 17 dicembre 2021)

A poco più di quattro mesi dalle elezioni presidenziali in Francia, il dibattito politico si sta spostando a destra. Marine Le Pen (Rassemblement National), Valérie Pécresse (Les Républicains), Éric Zemmour sono i principali sfidanti del presidente uscente Emmanuel Macron, che a sua volta in passato ha saputo pescare voti nell’elettorato di destra. Non sono solo i sondaggi a dire che queste elezioni si vinceranno a destra, con la sola componente populista e sovranista – la frangia più estrema – che pesa circa per il 35% nell’elettorato nazionale. Anche le proposte e le iniziative dei candidati sembrano avere uno spessore diverso: se da sinistra arrivano idee velleitarie, come quella di Anne Hidalgo di fare delle primarie per eleggere un candidato unico e forte in grado di vincere le elezioni, da destra arrivano nuove intuizioni che potrebbero spostare gli equilibri della corsa all’Eliseo.

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“Súper Bigote”, il supereroe che assomiglia a Nicolás Maduro

(ilpost.it, 13 dicembre 2021)

A inizio dicembre sulla televisione di Stato venezuelana Vtv è stato trasmesso un breve cartone animato con protagonista Súper Bigote, un supereroe alto, muscoloso e soprattutto baffuto che somiglia particolarmente a Nicolás Maduro, il presidente del Venezuela. Non si sa esattamente chi lo abbia disegnato, se sia stato finanziato con denaro pubblico o se ci saranno altri episodi. Alcuni analisti, citati tra gli altri dal Washington Post, hanno definito Súper Bigote (Super Baffo) uno strumento di propaganda che ha l’obiettivo di provare a risollevare la popolarità di Maduro e del suo regime, soprattutto dopo la perdita di consensi registrata alle ultime elezioni locali.

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Meghan Markle non può candidarsi negli Stati Uniti

di Sara Calamandrei (vanityfair.it, 9 dicembre 2021)

Per impedire a Meghan Markle di candidarsi in politica, gli americani potrebbero scomodare addirittura Napoleone Bonaparte. È necessario fare un passo indietro: la duchessa del Sussex non ha mai ammesso di volersi dedicare alla carriera politica e, tantomeno, candidarsi alle presidenziali degli Stati Uniti, prima o poi. Però è vero che si è espressa in prima persona a favore dell’approvazione di una legge che istituisce il congedo parentale retribuito dopo la nascita di un figlio. Per perorare la causa, ha indirizzato una lettera pubblica alla Presidente della Camera, Nancy Pelosi, e a Chuck Schumer, leader della maggioranza al Senato.

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Sócrates e l’esperimento della Democracia corinthiana

di Pietro Cabrio (ilpost.it, 16 dicembre 2021)

Nella prima metà degli anni Ottanta il Brasile stava vivendo gli ultimi anni della dittatura militare che governava il Paese dal 1964. I tempi favorevoli per il regime dei generali erano finiti: gli effetti del boom economico che per quasi un decennio — dal 1968 al 1976 — avevano mantenuto la crescita nazionale costantemente al di sopra del 5 per cento annuo si erano esauriti, lasciando spazio a crisi di occupazione, disuguaglianze sempre più marcate e manifestazioni a favore del ritorno della democrazia. Con le proteste nel Nord-Est del Paese nel 1983, larghe rappresentanze di cittadini iniziarono a chiedere di poter eleggere direttamente il loro presidente.

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Il ricatto dell’instant reaction

di Guia Soncini (linkiesta.it, 14 dicembre 2021)

Insomma c’è questo problema dell’immediatezza del commento. Instant reaction, direbbero quelli che non si sono mai ripresi dal quel sei meno meno in Inglese alle medie. Bisogna esserci. Bisogna reagire. Bisogna commentare, ma subito. Se ti prendi un giorno per pensarci, non sei nelle tendenze. Se ci rifletti, sei così superato che rischi la cosa più terribile che possa accaderti sull’Internet: che ti dicano «boomer» (per fortuna tra dieci anni avrò altro da fare che rileggere quest’articolo: sai che fatica farei a ricordarmi quei tre quarti d’ora in cui il presente s’era fissato con «boomer»). Il processo più dentro lo spirito del tempo di cui non avete mai sentito parlare è quello a Jussie Smollett. Smollett è un attore, potreste averlo visto in Empire, ed è un omosessuale di pelle nera.

Pixabay

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Fenomenologia di Povia

di Silvia Renda (huffingtonpost.it, 13 dicembre 2021)

Correva l’anno 2005. Con le mani nascoste in un paio di jeans, un ragazzo all’apparenza intimidito si esibiva per la prima volta sul palco dell’Ariston di Sanremo. La sua canzone non era in gara, esclusa dalla competizione perché già eseguita in pubblico in un festival musicale di minore popolarità. Ma Paolo Bonolis – conduttore quell’anno della kermesse – ne riconobbe il potenziale e chiese al suo autore di presentarla ugualmente nella prima serata di Rai Uno, abbinandola a un progetto solidale. Il Festival quell’anno lo vinse Francesco Renga con Angelo, ma la vera rivelazione fu il brano cantato da quel ragazzo dai modi apparentemente introversi e pacati: I bambini fanno oh di Giuseppe Povia rimase al numero uno nella hit parade italiana per venti settimane, portando a casa sette dischi di platino.

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Russell Crowe e l’intrico di fili telefonici sulle strade di Bangkok

(ilpost.it, 2 dicembre 2021)

Una caratteristica delle grandi città asiatiche che viene spesso notata dai visitatori occidentali è il disordine di numerosi cavi elettrici o fili telefonici spesso sospesi sulle strade. A ottobre la cosa è stata notata da Russell Crowe a Bangkok, in Thailandia, dove l’attore si trovava per le riprese di un film sulla guerra del Vietnam, The Greatest Beer Run Ever. Crowe ha postato su Twitter una fotografia di un incrocio di fili particolarmente affollato, riaprendo un dibattito sulla questione, cosa che secondo i giornali thailandesi avrebbe spinto il primo ministro Prayuth Chan-o-cha a intervenire: il 23 novembre ha chiesto alla Commissione nazionale delle Telecomunicazioni di organizzare l’interramento di fili e cavi. Il tweet di Crowe, infatti, è stato molto commentato in Thailandia.

Russell Crowe via Twitter

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La filosofia di Cacciari e Agamben è diventata uno spettacolo. Brutto

di Massimo Adinolfi (huffingtonpost.it, 11 dicembre 2021)

Un discorso sopra lo stato presente del costume della filosofia italiana dovrebbe forse muovere dalla stessa situazione in cui era Giacomo Leopardi. Il passeggio, gli spettacoli e le chiese: la società italiana – diceva il poeta di Recanati – a conti fatti si riduce a questo. Ma le chiese pesano oggi molto meno che allora, mentre il passeggio, in tempi di pandemia, è sottoposto a severe limitazioni: restano gli spettacoli a far la società. Ora, che spettacolo dà di sé la filosofia? Non il migliore, a considerare quel che si è potuto ascoltare a Torino, durante i lavori della neonata Commissione Dubbio e Precauzione.

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Alla vigilia dell’assalto a Capitol Hill c’era il piano per un golpe

(agi.it, 11 dicembre 2021)

L’ex capo di Gabinetto dell’amministrazione Trump, Mark Meadows, ha consegnato alla commissione del Congresso degli Stati Uniti che indaga sull’assalto del 6 gennaio a Capitol Hill un PowerPoint, ricevuto via email alla vigilia del tragico attacco, in cui si elencano i passaggi per attuare un golpe, volto a mantenere per un secondo mandato alla Casa Bianca il miliardario, sconfitto alle urne da Joe Biden. Come riporta il Guardian – il quale ha visionato una copia del documento, che Meadows dichiara di non aver mai utilizzato – le 36 pagine del PowerPoint intitolato Election Fraud, Foreign Interference & Options for 6 Jan (Brogli elettorali, interferenza straniera e opzioni per il 6 gennaio) dimostrano che Meadows fosse quanto meno consapevole dei tentativi di Donald Trump e dei suoi alleati di fermare la certificazione della vittoria di Biden da parte del Senato (fissata, appunto, il 6 gennaio), sulla base di cospirazioni relative a massicce frodi elettorali.

Ph. Win Mcnamee / Getty Images

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