Archivio mensile:Settembre 2022

Il racconto dell’influencer

di Guia Soncini (linkiesta.it, 27 settembre 2022)

«Oggi inizia la resistenza», twitta Francesca Michielin, che di mestiere presenta X Factor, ma è evidentemente pronta non dico a salire sulle montagne col mitra ma almeno ad andare a Cortina con un paio di sci nuovi (spero che gli impianti ampezzani di neve finta siano migliorati rispetto ai miei tempi, quando la rivoluzione volevamo farla, pensa te, contro la Dc, ma almeno non avevamo luoghi pubblici in cui dichiarare la nostra scemenza giovanile). Il giorno prima, mentre l’Italia votava come ampiamente previsto Giorgia Meloni, la sinistra dell’Instagram s’indignava per le stronzate, come aveva fatto per tutto il resto della campagna elettorale e della vita. È normale che sia così: siamo una società in cui il benessere è diffuso e i bisogni primari sono soddisfatti, ci resta tempo per occuparci di stronzate e quindi lo facciamo. Il dettaglio grave è l’apparente incapacità di distinguere tra le stronzate e le cose serie, riuscendo ad avere l’approccio sbagliato a entrambe.

Ben Daniel

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Il fatale ’22

di Antonio Gurrado (ilfoglio.it, 26 settembre 2022)

Certo, sarebbe facile quest’oggi lasciarsi prendere dal panico e gridare al lupo, fasciarsi la testa a priori e lanciare l’allarme per la democrazia solo perché il popolo italiano ha ancora una volta mostrato en masse la propria fascinazione per un leader forte, secondo un carattere nazionale che rimonta ai Cola di Rienzo e ai Masaniello per poi mantenersi costante nei secoli. Sarebbe facile cedere alla tentazione di lamentare che da oggi tutto sarà diverso, coi poteri accentrati in mani che molti trovano preoccupanti. Bisogna tuttavia fare lo sforzo di ricordare che viviamo in democrazia, e che per questo le nostre istituzioni sono dotate di anticorpi e contrappesi finalizzati all’autosalvaguardia. Basta consultare il calendario delle prossime scadenze per rendersi conto che, anzitutto, oggi non è successo niente.

Ap

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Essere contemporanei per l’eternità

di Stefano Paolo Giussani (huffingtonpost.it, 15 settembre 2022)

Nel 1999, all’Altes Museum di Berlino campeggiava il neon di Maurizio Nannucci con la scritta “Tutta l’arte è stata contemporanea” e in molti apprezzarono. Dieci anni più tardi fu la volta degli Uffizi e si sollevò un putiferio. La verità è che la frase smuove e ogni persona in procinto di parlare d’arte dovrebbe farla propria. A me fa anche riflettere su come perfino noi stessi finiamo, prima o poi, con l’adeguarci al detto, cercando di vivere la nostra contemporaneità finché non passiamo ad altra vita. Ci sono maestri nell’adattamento, e tra questi c’è sicuramente Elisabetta II. Con più di 200 ritratti ufficiali dal suo insediamento a oggi e innumerevoli rappresentazioni unofficial – le più provocatorie, perché non filtrate dai protocolli di corte – è finita con l’essere non solo la monarca più longeva della storia ma anche probabilmente la più ritratta, per la veneranda età e anche per essere stata al centro dell’attenzione nei rapporti con 15 primi ministri Uk, 13 presidenti Usa e 5 papi.

S.P. Giussani

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Elon Musk ha attivato Starlink per dare connessione ai manifestanti in Iran

(ilpost.it, 27 settembre 2022)

Da giorni in Iran è difficilissimo connettersi a Internet per via del blocco imposto dal governo in riposta alle proteste per la morte di Mahsa Amini, la ventiduenne morta in un carcere di Teheran il 16 settembre dopo essere stata arrestata dalla polizia religiosa per non aver indossato correttamente il velo. Il multimiliardario statunitense Elon Musk ha risposto al blocco annunciando l’attivazione sul territorio iraniano di Starlink, il servizio di Internet satellitare che promette di fornire una connessione stabile e veloce alle persone che vivono in zone particolarmente remote e isolate, dove non arrivano le infrastrutture tradizionali. Ma non è ancora chiaro se si tratti di un’iniziativa effettivamente utile.

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Il nuovo taglio portafortuna della Meloni

di Lorenzo Attianese (ansa.it, 27 settembre 2022)

Un nuovo taglio portafortuna, così come fa sempre alla vigilia di momenti importanti. E un look semplice ma deciso, «nel quale ogni donna possa identificarsi». Giorgia Meloni ha aspettato il silenzio elettorale per il suo rito scaramantico alla vigilia di ogni nuovo inizio: questa volta il taglio di capelli ha coinciso col trionfo del suo partito, primo in tutta Italia. A raccontare l’ennesima trasformazione della possibile futura premier e leader di Fratelli d’Italia è il suo hair-stylist, Antonio Pruno, parrucchiere dei vip, che ha un salone a due passi da Piazza di Spagna a Roma. «Con il silenzio elettorale nel week-end Giorgia, che per me è anche un’amica, si è presa una pausa e così mi sono potuto dedicare a lei. Cambia look ogni volta che deve fare una scelta o affrontare un cambiamento nel suo lavoro, del resto per lei sono sempre stato un portafortuna» spiega Pruno, che per Meloni ha scelto un bob lungo leggermente più corto davanti, così come un biondo più deciso.

Antonio Pruno via Facebook

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Tagliarsi i capelli per protesta

di Susanna Macchia (vogue.it, 20 settembre 2022)

Le donne iraniane si tagliano i capelli per protestare contro l’uccisione di Mahsa Amini, la giovane di appena 22 anni arrestata dalla polizia di Teheran e morta in ospedale in seguito ai maltrattamenti subiti dagli agenti. Oltre ai raduni nelle piazze, le donne stanno protestando a colpi di forbici, pubblicando in Rete video, diventati virali, di loro mentre si tagliano i capelli. È un gesto molto forte, molto significativo ed esplicito. Politico a tutti gli effetti. Tagliarsi i capelli, stravolgendo la propria immagine e sacrificando un elemento così importante della propria immagine, è un gesto più esplicito di tante parole. Ma facciamo un passo indietro e raccontiamo la storia di Masha Amini. Una ragazza come tante, andata a Teheran in visita ai parenti, secondo Amnesty International «arrestata in modo arbitrario dalla cosiddetta polizia della moralità» con l’accusa di aver indossato l’hijab in modo improprio.

Ansa

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Una campagna elettorale show

di Michele Magno (ilfoglio.it, 24 settembre 2022)

All’inizio del Novecento l’avanguardia futurista italiana esaltava il varietà perché meraviglioso ed eccentrico, antintellettuale e popolare, capace di stupire, divertire, emozionare, abbindolare gli spettatori con la rapidità e il sensazionalismo del suo messaggio. Il teatro della sorpresa, come titolava il manifesto firmato da Filippo Tommaso Marinetti e Francesco Cangiullo nel 1921, doveva perciò gettare alle ortiche ogni scoria élitaria e diventare alogico, irreale. Artificio, comicità, imprevedibilità, testi scarni e insignificanti personaggi erano i canoni e i valori della drammaturgia futurista. Nel 1961 Martin Esslin pubblica The Theatre of the Absurd, dove campeggiano i nomi di Samuel Beckett, Eugène Ionesco, Jean Genet, capostipiti di un genere letterario celebre per il suo humour grottesco, le sue atmosfere surreali, il suo linguaggio ripetitivo, frammentato, privo di senso.

Ph. Domenico Stinellis / Ap

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Perché Tolkien piace tanto all’estrema destra

(ilpost.it, 20 settembre 2022)

Nel 1977 l’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano, il Fronte della Gioventù, organizzò un festival con musica dal vivo, radio libere e dibattiti su temi sociali e politici. In un campo della località Montesarchio, in provincia di Benevento, si radunarono centinaia di giovani di destra (tra cui il futuro sindaco di Roma Gianni Alemanno) dormendo in tenda, parlando di condizione femminile e teatro d’avanguardia e ascoltando band come gli Amici del Vento e la Compagnia dell’Anello. Tra le altre cose i militanti presenti tentarono di formare una grossa croce celtica umana, simbolo che era presente in molte bandiere e striscioni al campo. Questo festival era chiamato “Campo Hobbit”, dal nome delle creature fantastiche inventate dallo scrittore inglese J.R.R. Tolkien, capostipite della narrativa fantasy moderna e autore della conosciutissima saga del Signore degli Anelli, pubblicata tra il 1954 e il 1955.

New Line Production

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