Dopo 40 anni il killer di John Lennon si è scusato

(agi.it, 22 settembre 2020)

Quarant’anni dopo aver ucciso John Lennon, l’assassino ha fatto le sue scuse alla vedova Yoko Ono. Era il 1980 quando il 25enne Mark Chapman colpì a morte il celebre componente dei Beatles fuori dal suo appartamento a New York. Un «atto spregevole», come ha riconosciuto lo stesso omicida, parlando all’udienza per la libertà condizionale, che gli è stata negata il mese scorso per l’undicesima volta. «Voglio solo ribadire che mi dispiace per il mio crimine, non ho scuse, è stato fatto per auto-celebrazione» ha affermato, spiegando di aver ucciso Lennon perché «era estremamente famoso», non per il suo «carattere o il tipo di uomo che era», lui «era un’icona».

Afp
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«L’ho assassinato perché era molto, molto, molto famoso e io ero molto, molto, molto alla ricerca di glorificazione, molto egoista» ha continuato Chapman, dicendosi «dispiaciuto per il dolore che ho causato (a Yoko Ono), ci penso tutto il tempo». La vedova di Lennon, che si è sempre opposta a tutti i tentativi dell’assassino di avere la libertà condizionale, nel 2015 raccontò di vivere nella paura di una sua possibile scarcerazione: «Penso che l’ha fatto una volta e potrebbe farlo di nuovo, a qualcun’altro; potrei essere io, Sean (il figlio), chiunque».

Mark Chapman, nella sua testimonianza, ha sostenuto che un atto come il suo meriterebbe la pena di morte – abolita nello Stato di New York nel 2007 dopo una moratoria di fatto dal 1963 – e ha riconosciuto che non gli spetta nulla: «Se scegliete di lasciarmi (in prigione) per il resto della mia vita, non ho niente da eccepire». La commissione del centro correzionale di New York ha respinto la richiesta di libertà condizionale, sottolineando che il suo «atto violento ha causato devastazione non solo alla famiglia e agli ex membri della band ma al mondo intero». Chapman avrà la possibilità di ripresentare la domanda tra due anni.