Lino Banfi: «Non sono di sinistra ma per Emiliano faccio il consigliere»

di Giovanna Cavalli (corriere.it, 16 gennaio 2018)

«Un giorno mi ha chiesto: Lino, vuoi darmi una mano? E io: eccomi Michè, se hai bisogno sto qua». Ed è così che, un annetto e mezzo fa, Lino Banfi, 81 anni — madonnadellincoronéta — è diventato uno dei 38 consiglieri del governatore Michele Emiliano, che tra chiavi d’oro e gonfaloni l’aveva già trionfalmente nominato ambasciatore ufficiale di Puglia «nel mondo e nell’universo».buona-giornata-lino-banfi-carlo-vanzinaDa cosa è nata cosa.

«Essì, qualche tempo dopo mi ha richiamato per propormi quest’altro incarico».

Compiti da consulente presidenziale?

«Beh, nel settore agroalimentare posso dire la mia, anzi, d’ora in poi diventerà il mio vero lavoro, come sognava papà Riccardo. Ho lanciato pure una linea di prodotti tipici della mia terra, la Bontà Banfi, ci ho messo la faccia e il cuore. Va bene, sa? La distribuiscono la Conad e la Coop».

L’allenatore nel pallone ha scoperto l’impegno politico?

«No, la politica non c’entra, anzi lungi da me essere di sinistra, però io e Michele siamo amici e questo conta per me».

Ecco, perché lei è sempre stato catalogato come parecchio più a destra del Pd.

«Sono un liberal-centrodestra, ma guardo più alla persona che al partito, tant’è che quando era candidato Veltroni, altro grande amico mio, ero disposto pure a improvvisare un comizio».

La carica è onoraria, dunque a stipendio zero.

«E chi lo sa? Magari i soldi intanto me li mettono da parte e me li danno tra vent’anni…».

Emiliano la consulta spesso?

«Non molto, però sono a sua disposizione. Lino, ho fatto bene, che dici? Sì Michele, no Michele».

Sulla questione seria dell’Ilva di Taranto il governatore, con il ricorso al Tar, sta sfidando il governo.

«Forse tutti i torti non li ha, deve comunque provare ad accontentare chi è d’accordo e chi no, chi è preoccupato per l’ambiente e chi ha paura di perdere il posto, non è facile barcamenarsi, però Michele ha le spalle larghe, molto più delle mie».

Vi conoscete da quanto?

«Tre anni, più o meno. Avevo raccontato che Berlusconi mi telefona ogni anno per farmi gli auguri di compleanno. Siamo tutti e due del ’36, solo che io sono nato a luglio, due mesi prima di lui, e per questo Silvio mi chiama vecchio. Quella volta però ho ricevuto anche un’altra telefonata: sono Michele Emiliano, non Berlusconi, voglio farti gli auguri pure io, Lino. Ci vediamo poco, ma siamo due belle forchette e si vede, con un debole per il pesce e i frutti di mare».

Per chi voterà alle elezioni di marzo?

«Non lo dirò nemmeno in punto di morte, però alle urne ci vado, rinunciare non è giusto».

Berlusconi le ha mai proposto di candidarsi?

«No».

E di votarlo?

«Nemmeno. Credo che lo dia per scontato».

Mai stato tentato da un seggio?

«Tanti anni fa Craxi mi voleva in lista, come senatore. Risposi: ma io sono un comico, faccio ridere. E lui: perché noi politici no? Che poi…».

Che poi?

«La mia opinione smuoverebbe eccome, ricevo pacchi di lettere da tutta Italia, hanno calcolato che i nonni sono 15 milioni e 300mila, metta anche che mi segua uno su cinque… sposterei migliaia di voti».

Nonno Libero for president.

«Lei scherza, volevo crearlo sul serio un bel movimento, il NOLIN – Nonni liberi inca…volèti, alla fine ho lasciato stare».

La Berti ha annunciato che voterà Grillo e il Pd si è indignato.

«Orietta è nazional-popolare come me, le sarà venuto dal cuore e lo ha detto papèle papèle».

E lei dove metterà la crocetta?

«Andrò a simpatia. Lo deciderò 27 minuti prima di entrare nell’urna».

Perché 27?

«30 era banèle».