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Adidas ha deciso cosa fare delle scarpe col marchio di Kanye West

17 Maggio 2023Readings on Star PoliticsAdidas, Beyoncé, Bjorn Gulden, Kanye West, Pharrell Williams, politica-per-media, star politics, Ye, YeezyStar Politics

(ilpost.it, 11 maggio 2023)

Giovedì l’amministratore delegato di Adidas Bjorn Gulden ha detto agli azionisti della società che l’azienda ha deciso di vendere le tantissime scarpe del marchio Yeezy – quelle prodotte in collaborazione con Ye, il rapper e stilista più noto come Kanye West – rimaste invendute dopo che l’azienda ha chiuso la propria lunga e fruttuosa collaborazione con lui lo scorso ottobre, dando gran parte del ricavato in beneficenza.

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L’orgoglio country di Millie Jackson

20 Marzo 2023Readings on Star PoliticsAllman Brothers, Anybody that don’t like Millie Jackson, Beyoncé, blackness, Britney Spears, Caught up, Commodores, country music, country western, diritti civili, Don Gibson, Feelin’ bitchy, femminismo, I can’t stop loving you, I laughed a lot, If you don’t like Hank Williams, It hurts so good, John Travolta, Just a lil’ bit country, Kris Kristofferson, LaToya Jackson, Lil Nas X, Lizzo, Loving you, Lucky, Millie Jackson, Modern sounds in country and western music, My country collection, Otis Redding, Pick me up on your way down, politica-per-media, race records, Ray Charles, redneck, Shania Twain, star politics, Still caught up, Supremes, Tina Turner, Urban cowboy, urban music, Willie Nelson, working classStar Politics

di Daniele Cassandro (internazionale.it, 14 marzo 2023)

Diversi anni fa nel cestone delle occasioni di un grande negozio di dischi trovai un cd di LaToya Jackson intitolato My country collection. Era scontato al 70 per cento: alla metà degli anni Novanta la carriera musicale di LaToya, forse la meno musicalmente versata della famiglia Jackson, non interessava a nessuno. Specialmente in Italia. Ovviamente lo comprai e fui molto divertito dalle note di copertina che cominciavano così: “Forse il nome di LaToya Jackson non è il primo che vi verrebbe in mente pensando alla musica country”.

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Adidas non sa cosa fare con le scarpe del marchio di Kanye West

26 Febbraio 2023Readings on Star PoliticsAdidas, Beyoncé, biopolitica, Bjørn Gulden, Cina, Covid-19, Kanye West, Kasper Rørsted, moda vestimentaria, Pharrell Williams, politica-per-media, profit warning, Russia, star politics, Ucraina, Xinjiang, Ye, YeezyStar Politics

(ilpost.it, 13 febbraio 2023)

Giovedì il nuovo amministratore delegato di Adidas Bjørn Gulden ha fatto sapere in un comunicato stampa che la multinazionale tedesca di abbigliamento sportivo è in serie difficoltà. Nello specifico ha detto che quest’anno le vendite potrebbero calare più di un miliardo di euro rispetto alle previsioni se si deciderà di ritirare definitivamente dal commercio le scarpe del marchio Yeezy, quelle prodotte in collaborazione con Ye, il rapper e stilista più noto come Kanye West.

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Musica e politica: storia di canzoni negate

20 Agosto 2022Readings on Star PoliticsAdele, Aerosmith, Aretha Franklin, Barack Obama, Beyoncé, Bill Clinton, Born free, Born in the Usa, Bruce Springsteen, campagna elettorale, Ciao ciao, Cindy Lauper, comunicazione politica, C’è chi dice no, Despasito, Donald Trump, Don’t stop, elezioni politiche 2022, Elodie, Fleetwood Mac, Frank Sinatra, Gianluigi Paragone, Gianna Nannini, Giorgia, Giorgia Meloni, Hillary Clinton, Ivano Fossati, Joe Biden, John Fitzgerald Kennedy, Jovanotti, Kathryn Cramer Brownell, Kid Rock, La Rappresentante di Lista, Luis Fonsi, Matteo Salvini, Meno male che Silvio c’è, Mitt Romney, Neffa, Neil Young, Nicolás Maduro, politica-per-media, political endorsement, propaganda, Rino Gaetano, Rolling Stones, Romano Prodi, Ronald Reagan, Silvio Berlusconi, star politics, True colors, Vasco RossiStar Politics

di Chiara Pizzimenti (vanityfair.it, 6 agosto 2022)

La questione non ha confine né latitudine. In campagna elettorale la musica è fondamentale: trascina. Gli esperti di politica e comunicazione lo sanno: un tormentone, una canzone impegnata, un classico, ognuna può far presa in maniera diversa e portare avanti i candidati. Solo che non sempre chi quelle canzoni le canta e le ha portate al successo è pronto e felice di vederle usare per scopi propagandisti. Ultimo caso La Rappresentante di Lista contro Matteo Salvini. L’oggetto del contendente è la canzone Ciao ciao, tormentone che viene dal Festival di Sanremo. Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina segnalano in un tweet: «Ci arriva voce che al comizio di S4lvini il dj abbia messo #ciaociao. La nostra maledizione sta per abbattersi su di te, becero abusatore di hit».

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L’assurda teoria del complotto sul nuovo album di Beyoncé

11 Agosto 2022Readings on Star PoliticsBeyoncé, Black is king, celebrity culture, Dissect, Equestrian Living, Gabriella Paiella, Harper’s Bazaar, Houston Livestock Show and Rodeo, Illuminati, politica-per-media, Quattro Cavalieri dell’Apocalisse, Renaissance, Shelby Ellimac, star politics, teoria del complotto, The Cut, Titi Shodiya, VogueStar Politics

di Amos Barshad (wired.it, 2 agosto 2022)

La settimana scorsa Beyoncé ha pubblicato il suo settimo album in studio, Renaissance. Se i messaggi nascosti nelle varie immagini promozionali del disco sono corretti, la fine del mondo predetta nell’Apocalisse è imminente. O almeno questo è quello di cui si sono convinte alcune persone. Dopo la teoria secondo cui Beyoncé sarebbe un membro della setta degli Illuminati, che circola da anni sui social media, ora Internet ci dispensa un nuovo complotto: Beyoncé non si accinge a governare il mondo, sta solo cercando di farci sapere che sta finendo. Tutto è iniziato con le foto a cavallo della popstar. La copertina di Renaissance presenta uno scatto memorabile di una Beyoncé seminuda su tacchi vertiginosi e in groppa a un cavallo argentato.

Parkwood Entertainment / Columbia Records

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Joséphine Baker nel Panthéon

8 Dicembre 2021Readings on Star PoliticsBaker Oil, Bernard Andrieu, Beyoncé, biopolitica, celebrity advocacy, celebrity politics, Christian Dior, Corps noir regard blanc, Dictionnaire du corps, Emmanuel Macron, Éric Zemmour, Gilles Boëtsch, Grace Jones, Jacques Abtey, Joséphine Baker, La France noire, Laurent Kupferman, Le modèle noir, Lilian Thuram, Martin Luther King, Osez Joséphine, Panthéon, Pascal Blanchard, politica-per-media, Régis Debray, Resistenza, Rokaya Diallo, star politicsStar Politics

di Catherine Cornet (internazionale.it, 1° dicembre 2021)

Dal 30 novembre la Francia onora Joséphine Baker collocando nel Panthéon di Parigi, dove sono ricordati ottantuno uomini e cinque donne illustri della repubblica francese, un monumento funebre a lei dedicato. Ma visitando il Castello delle Milandes, nel cuore della Dordogna, si scopre una Joséphine Baker dalle vite multiple. Questo piccolo gioiello rinascimentale sembra ancora abitato: per trent’anni è stato la casa della ballerina e cantante delle Folies Bergères, della coraggiosissima resistente al nazismo e della madre antirazzista ante litteram. All’ultimo piano ci sono tantissimi lettini: qui infatti Joséphine Baker ha cresciuto i suoi 12 figli adottivi provenienti da tutto il mondo, dal Giappone alla Finlandia, dalla Colombia all’Algeria.

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Malia Obama va a Hollywood

22 Febbraio 2021Readings on Star PoliticsAmazon Prime, Barack Obama, Beyoncé, Cbs, celebrity politics, Childish Gambino, Donald Glover, Extant, Girls, Harvey Weinstein, Hbo, Hive, Lena Dunham, Malia Obama, Michelle Obama, politica-per-media, star politics, Weinstein CompanyStar Politics

(ansa.it, 18 febbraio 2021)

Malia Obama va a Hollywood: secondo fonti dell’Hollywood Reporter, la primogenita dell’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama e della moglie Michelle sarebbe entrata nella “writers’ room” di Hive (Alveare), una serie per Amazon Prime ispirata a un personaggio simile alla cantante Beyoncé. La figlia degli Obama ha 22 anni e sta per laurearsi ad Harvard: da quando era al liceo, la Sidwell Friends School di Washington, coltiva interessi nel mondo del cinema facendo stage di alto profilo in varie produzioni tv tra cui Girls di Hbo, Extant della Cbs e alla Weinstein Company, prima che l’ex produttore Harvey Weinstein venisse travolto dalle accuse di stupri e molestie sessuali.

Ph. Zbigniew Bzdak / Chicago Tribune / Tns / Getty

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“Black is king”, il visual album di Beyoncé

16 Agosto 2020Readings on Star PoliticsAfrica, Beyoncé, biopolitica, Black is king, Blitz Bazawule, Blitz the Ambassador, celebrity politics, Disney+, George Floyd, Il re leone, politica-per-media, Spirit, star politics, The gift, The lion kingStar Politics

di Enrica Brocardo (vanityfair.it, 13 agosto 2020)

Paesaggi, abiti sontuosi, stelle, antenati, miti e dichiarazioni d’intenti. Black is king, il visual album di Beyoncé rilasciato alla fine di luglio sulla piattaforma Disney+, è uno dei progetti più ambiziosi mai realizzati dalla cantante, e questo nonostante l’artista di ambizione e di voglia di pensare in grande ne avesse già dimostrata in abbondanza. Il film, nato sulla scia della partecipazione di Beyoncé al live action, uscito nel 2019, de Il re leone, per il quale aveva composto il brano Spirit, singolo dell’album The gift, è una celebrazione dell’orgoglio black e della cultura africana. Continua la lettura di “Black is king”, il visual album di Beyoncé →

Super Bowl 2020: Beyoncé e Jay-Z non si alzano per l’inno nazionale

6 Febbraio 2020Readings on Star PoliticsBeyoncé, biopolitica, Black History Month, celebrity politics, Colin Kaepernick, Demi Lovato, Jay Z, Jennifer Lopez, National Football League (NFL), politica-per-media, Roc Nation, Shakira, star politics, Super Bowl 2020Star Politics

di Claudia Gagliardi (optimagazine.com, 3 febbraio 2020)

Non è passato inosservato il fatto che Beyoncé e Jay-Z non si siano alzati durante l’esecuzione dell’inno nazionale al Super Bowl di domenica 2 febbraio: tra i 60mila spettatori presenti a Miami per la finale del campionato di football americano, la coppia ha deciso di restare seduta mentre Demi Lovato eseguiva The star-spangled banner.

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Beyoncé e Womanism ispirano messe

6 Novembre 2019Readings on Star PoliticsBey Mass, Beyoncé, biopolitica, celebrity politics, femminismo intersezionale, H. Eugene Farlough, influencer, Kate Bowler, Nina Simone, politica-per-media, Queen Bey, star politics, Womanism, Yolanda NortonStar Politics

di Simonetta Sciandivasci (ilfoglio.it, 26 ottobre 2019)

Beyoncé val bene una messa. E, di più, di lei si può fare liturgia, predicazione evangelica, catechismo. La parola di Queen Bey, desunta da vita e opere sue, ha ispirato la Bey Mass, che è una specie di messa pop, ma pure un po’ seduta d’autocoscienza, catechesi, incontro tra fedeli, neofiti, curiosi, illusi, disillusi.

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