Archivi tag: Carlo Calenda

Ah, i bei tempi andati

di Andrea Marcenaro (ilfoglio.it, 28 gennaio 2023)

Bei tempi. Chi si ricorda di Marylin Monroe e di Jane Mansfield quando andavano in Corea a mostrare le tette ai militari in un contesto intasato di morti proprio lì, a due centimetri di distanza, altro che Sanremo, e i soldati le applaudivano contenti.

Bettmann – Getty Images

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I politici non dovrebbero stare sui social, ma perché trascurano TikTok?

di Guia Soncini (linkiesta.it, 5 agosto 2022)

Partiamo dalla fine (decidete voi la fine di cosa), ovvero da: se le tue proposte elettorali sono dare soldi ai diciottenni e il voto ai sedicenni, dove le comunichi? Nel posto più frequentato da sedicenni e diciottenni, che (purtroppo) non è più l’oratorio e (per fortuna) non è mai stato Twitter. Il posto più frequentato dai ragazzini (ma anche dagli adulti attenti ai fenomeni in ascesa) è TikTok. Enrico Letta non ha un account su TikTok, e questo sarebbe quasi tutto quel che ho da dire su questa campagna elettorale. Poiché Linkiesta pretende che scriva più di cinque righe, aggiungerò un paio di dettagli. Il primo è che su TikTok non ci sono neanche Matteo Renzi e Carlo Calenda. Il secondo è che la ragione per cui me ne sono accorta è che volevo che questo articolo parlasse del fatto che i politici italiani passano troppo tempo sui social.

Florian Schmetz / Unsplash

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Api, cavallette e tigri: torna il bestiario della politica

di Federica Mochi (adnkronos.com, 4 agosto 2022)

Orsi, tigri, api e persino cavallette: il linguaggio politico sta trasformando le prossime elezioni politiche del 2022, in programma il 25 settembre, in un pazzo giardino zoologico. Arma prediletta per la campagna elettorale, i leader di partito sono protagonisti, ciascuno a modo suo, del bestiario fantastico dell’estate, dove nuove metafore zoologiche fioriscono di giorno in giorno. Che sia per sminuire l’avversario, lanciare frecciatine all’alleato o ricompattare la propria squadra, i leader non si trattengono, tirando fendenti appena possono. «Questo linguaggio è un fenomeno che trova la sua legittimazione nel passato e che è molto sedimentato nel discorso pubblico quando si nutre di contenuti politici» spiega all’AdnKronos Francesco Giorgino.

Fotogramma

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Da Ferragni a Elodie, gli influencer che possono spostare voti

di Lidia Sirna (ilmattino.it, 26 luglio 2022)

In principio c’era solo la coppia più pop del web: Chiara Ferragni e Fedez. Poi si è capito che l’intrattenimento di massa si era spostato sui social e così gli influencer della politica si sono moltiplicati. Oggi nascono, crescono e poi si schierano. Se i Ferragnez sono diventati la coppia più nota d’Italia, del resto, lo si deve anche – forse – al loro attivismo politico e sociale. Durante la prima ondata della pandemia di Covid-19, tanto per fare un esempio, organizzarono una raccolta fondi per costruire un reparto di terapia intensiva. Gesto che è valso loro il prestigioso Ambrogino d’Oro, consegnato direttamente dal sindaco di Milano Beppe Sala. Capita, dunque, che la più classica delle dinamiche italiane (la caduta di un governo dopo un ultimatum) travalichi i binari della comunicazione tradizionale e paludata.

iStock

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La saga dell’orologio di lusso e del candidato griffato

di Luca Telese (tpi.it, 11 settembre 2021)

Dura lex, sed Roléx. Da una settimana si continua a parlare di un orologio, di un Rolex, che poi non è un Rolex (si tratta di un Audemars Piguet, ma poco cambia), che è stato metaforicamente allacciato al polso della campagna elettorale romana, e che da lì – come se ci fosse entrato per endovena – si è trasfuso nel dibattito politico, diventandone un feticcio. Ieri Carlo Calenda ha chiuso una settimana di passioni e di polemiche con una tirata d’orecchi del candidato con cronografo che è balzato all’onore delle cronache per il suo costoso accessorio: «Ho difeso Roman a spada tratta, però anche basta co’ sto orrendo pataccone sempre in primo piano!».

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Feccia senza Rolex

di Maurizio Crippa (ilfoglio.it, 4 settembre 2021)

Forse un bel giorno scopriremo che tutta la feccia populista di sinistra (ma è fascismo tendenza woke, lo dice pure l’Economist) che vomita odio sui social è come la canea no pass, esiste solo sulla tastiera. Ma nell’attesa tocca contare l’ultima vittima di quella feccia: Roman Pastore, di anni 21, candidato con Azione di Carlo Calenda a Roma, bravo ragazzo cui il padre ha lasciato, in eredità, un Rolex. Dopo il massacro dei cani da tastiera, ha risposto alla capobranco.

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Giocando a frisbee con Nerone nella terra dei like

di Guia Soncini (linkiesta.it, 23 agosto 2021)

Quando i miei coetanei avevano vent’anni, nei ridenti anni Novanta, nella politica italiana arrivò la smania del nuovo. Ogni stagione ha il suo nuovo che avanza, il nostro si chiamava Lega o Berlusconi invece che Di Maio o Di Battista, ma il meccanismo psicologico sempre quello era. Paolo Rossi, allora il più tranchant tra i comici in ascesa, aveva una battuta che faceva così: il nuovo che avanza al vecchio gli telefona. In questo lunghissimo weekend di proposte politiche deliranti da parte dei nuovi talenti che ci possiamo permettere – non più Di Maio e Di Battista, ormai venerati maestri – ho ardentemente desiderato lo scatto alla risposta.

Ph. Ross Findon / Unsplash

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I social dei politici

di Carlo Rienzi (huffingtonpost.it, 25 agosto 2020)

L’agenda politica del nostro Paese, ormai, è social-centrica: non passa giorno senza che corra la notizia dell’ultimo tweet, o dell’ultimo post, di questo o quel politico. “Salvini ha scritto su Facebook”, “Di Maio ha detto in diretta”, e via cantilenando, l’arena politica dello Stivale è ormai saldamente radicata nei mondi virtuali, dove le discussioni tra “tifoserie” spopolano, il conflitto porta nuovi utenti e ogni confronto sereno è impossibile.social_politici Continua la lettura di I social dei politici

Il giorno della maglietta

di Fulvio Abbate (huffingtonpost.it, 20 giugno 2019)

Diversamente dal proverbiale e pienamente cinematografico “giorno della marmotta”, non per nulla perfidamente citato da uno dei diretti interessati, l’assai vivace Carlo Calenda, nell’occasione offerta dalla cronaca, tra i protagonisti dell’intera nostra vicenda, quest’altra festa ancora, nonostante la memoria delle delizie microstoriche sia sempre più labile, da chiunque verrà forse ricordata come il Giorno della Maglietta, se non addirittura delle magliette, assodato il moltiplicarsi dell’articolo.calenda_lacoste Continua la lettura di Il giorno della maglietta