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Ci sarà mai più qualcuno famoso come Elvis e Marilyn?

(ilpost.it, 7 ottobre 2022)

Nelle frequenti conversazioni incentrate sui confronti tra fenomeni del passato e del presente che appaiono in qualche misura paragonabili (invenzioni, atleti o geni, per esempio) emergono spesso due diverse inclinazioni. Una è quella a esaltare grandezze, capacità e valori dei fenomeni del passato, ritenendoli irripetibili sotto diversi aspetti. E l’altra è quella a ritenere l’osservazione del presente inevitabilmente condizionata da limiti di prospettiva che nel caso dei fenomeni del passato non si pongono, o sembrano meno influenti.

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Il vero problema degli scienziati che si candidano in politica

di Enrico Bucci (ilfoglio.it, 18 agosto 2022)

Durante le prossime elezioni, assisteremo a un fenomeno nuovo, o perlomeno a un fatto che si verifica a una scala prima non osservata: la presenza di candidati scelti fra le fila della comunità scientifica, in opposizione a una congerie più vasta del solito di candidati provenienti dall’area di chi invece alla scienza si oppone, e vorrebbe sostituirvi la propria credenza preferita (o, per meglio dire, il proprio insieme di cospirazioni alternative). Non mi occuperò di questi ultimi, che hanno rotto gli argini della decenza dai tempi in cui il MoVimento 5 Stelle ha imbarcato i sostenitori espliciti di ogni sorta di sciocchezze, purché fossero una manifestazione di opposizione a quanto fatto dai loro predecessori; non me ne occuperò, anche se, senza dubbio, pure in questo caso si osserva nel momento attuale un fenomeno che agisce su scale ben diverse da quelle sin qui viste, con intere liste fondate in aperta contrapposizione alle “verità ufficiali”, al “sistema”, e in supporto di ogni sorta di castroneria utile a scaldare gli animi.

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Lo sport in Ungheria non è solo soft power

di Andrea Trapani (ilfoglio.it, 30 luglio 2022)

L’Ungheria è la nazione non organizzatrice di Giochi Olimpici che ha vinto più medaglie. Un record sconosciuto ai più ma che è la base migliore per raccontare il rapporto tra lo sport e la forte identità ungherese che, in questi anni, è spesso in primo piano nelle cronache internazionali. Un percorso nello sport magiaro attiva tanti ricordi, a partire dal mito della “Aranycsapat”, la squadra d’oro, quella nazionale di calcio invincibile che non vinse mai (quasi) niente, fino al dominio nella pallanuoto e nella scherma. Gli atleti ungheresi hanno vinto un totale di 512 medaglie ai Giochi olimpici estivi e 10 ai Giochi olimpici invernali. Tutto questo nonostante la geografia, almeno in teoria, non aiuti: novantatremila chilometri quadrati e quasi dieci milioni di abitanti, eppure si parla di una potenza dello sport in rapporto alla sua piccola dimensione.

LaPresse

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Djokovic è pronto per la politica

di Stefano Cagelli (linkiesta.it, 20 luglio 2022)

«Sei stati, cinque nazioni, quattro lingue, tre religioni, due alfabeti, un Nole». Nole sarebbe Novak Djokovic, uno dei più grandi tennisti della storia, uno dei più grandi atleti slavi della storia, uno dei più controversi campioni della storia. Quella che abbiamo riadattato è una frase iconica dei tempi della Jugoslavia unita e al posto di “Nole” c’era ovviamente “Tito”, il nome con cui era noto Josip Broz, presidente a vita della Repubblica Socialista Federale. Un’espressione che faceva capire immediatamente come un tale crogiuolo di popoli e culture fosse tenuto insieme quasi esclusivamente dall’adorazione quasi trascendente per il capo e dalle politiche dittatoriali con cui il segretario generale del Partito Comunista jugoslavo soggiogava i suoi “sudditi”. Cosa c’entra tutto questo con Djokovic?

Ph. Alastair Grant / Ap

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Storia breve e avventurosa del pigiama

di Manuele Menconi (esquire.com, 3 aprile 2022)

Io resto a casa, o meglio #iorestoacasa. Dopo più di due anni la moda lavora ancora su questa ineludibile presa di posizione, anche se nel frattempo siamo usciti. Quella del leisurewear è una tendenza che si sta prolungando oltre la curva massima registrabile su un fenomeno e che rapidamente è sconfinato all’interno di altre tipologie del vestire, per alterarne le caratteristiche. Dal post-lockdown la maggior parte dei designer ha proposto collezioni con una modellistica revisionata, articolata su tagli più ampi e proporzioni generose per il corpo, tanto nel classico quanto nel casual e nello sportswear; anche i tessuti sono cambiati, più morbidi, naturali, in colori caldi e senza stampe, a enfatizzare un senso diffuso di protezione.

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Una comfort zone ovattata e rassicurante. La tv di Stato russa prima e dopo la guerra

di Francesca Lazzarin / Memorial Italia (huffingtonpost.it, 11 luglio 2022)

“Forse, per capire dove ci stavamo spingendo, avremmo dovuto guardare più spesso la tv”, mi scrive sgomento un amico e collega, giovane docente universitario russo, due giorni dopo il 24 febbraio. Perché lui preferisce canali privati e progressisti come Dožd’ (conosciuto in Europa come Tv Rain, che ha chiuso forzatamente i battenti pochi giorni dopo l’inizio della guerra tra Russia e Ucraina) e la televisione di Stato russa non l’ha mai seguita in vita sua, snobbandola e sminuendone erroneamente il potere manipolatorio. “Puoi vedere la televisione russa in Italia? Se puoi, guardala, lì ti spiegano le cose come stanno. Così capirai anche tu che non c’è niente di cui preoccuparsi”, mi dice invece tutta tranquilla e sicura, sempre due giorni dopo il 24 febbraio, un’affabile signora russa a cui impartisco lezioni di Italiano e che inaspettatamente si rivela una sostenitrice della “operazione speciale”, al di là della sua laurea in Storia dell’arte e della sua profonda conoscenza del barocco romano.

Bloomberg / Getty Images

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La fine delle challenge sui social

(ilpost.it, 27 maggio 2022)

Le riflessioni sull’evoluzione dei social media nell’ultimo decennio si concentrano sulle trasformazioni relative sia agli aspetti più tecnici e strutturali delle piattaforme, cioè al modo in cui funzionano, sia alla composizione demografica dell’utenza. Sono in genere trasformazioni progressive o comunque i cui effetti non si manifestano immediatamente: è insomma molto difficile notare, prima che sia passato un certo lasso di tempo, cosa e quanto sia cambiato in ambienti virtuali frequentati ogni giorno da milioni di persone. Uno degli aspetti che rendono oggi i social media molto diversi da ciò che erano negli anni passati, uno tra i tanti, è la progressiva scomparsa delle cosiddette “challenge”: azioni di gruppo o anche individuali oggetto di video che diventavano in breve tempo virali e finivano per essere replicate migliaia di volte coinvolgendo un numero elevatissimo di persone diverse tra loro, anche per stratificazione sociale e per provenienza.

Ph. Clive Mason / Getty Images

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L’infowar di Putin

di Maurizio Stefanini (linkiesta.it, 10 giugno 2022)

La guerra guerreggiata all’Ucraina è stata preceduta ed è accompagnata da una guerra cognitiva. Una “infowar” che la Russia ha combattuto contro l’Occidente, e di cui è stata obiettivo anche l’Italia. Divampano ora le polemiche sui simpatizzanti o propagandisti di Putin, e sul fatto se sia o no legittimo fare “liste di proscrizione”, ma – ad esempio – fu la Polizia Postale ad accertare che la notte tra il 27 e il 28 maggio 2018 si erano attivati all’improvviso quattrocento profili Twitter, fino ad allora dormienti, per scatenare, con centinaia di messaggi di insulti, richieste di impeachment del presidente Mattarella. E il tutto era stato ricondotto alla cosiddetta “Fabbrica di Troll”: quella Internet Research Agency, con sede al numero 55 di Via Savushkina a San Pietroburgo, che impiega decine di persone per immettere contenuti sui social 24 ore su 24, e il cui patron è Evgeny Prigozhin, l’oligarca famoso come “cuoco di Putin”.

Israel Palacio / Unsplash

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Il movimento religioso dietro a un famoso spettacolo di danza cinese

(ilpost.it, 3 giugno 2022)

Per tutto il mese di giugno grandi e importanti teatri italiani, fra cui il Massimo di Palermo, il Regio di Parma e il Verdi di Firenze, ospiteranno le tappe italiane dell’edizione 2022 dello spettacolo di danza e musica cinese Shen Yun, che si presenta col sottotitolo La Cina prima del comunismo. Da sabato 4 e per oltre una settimana Shen Yun andrà in scena a Milano al Teatro degli Arcimboldi con biglietti che risultano “non disponibili” sulle principali piattaforme di vendita e quasi esauriti, per tutte le date, sul sito ufficiale. La compagnia Shen Yun descrive le serate come “spettacoli di danza tradizionale cinese”, che “riportano sul palco 5mila anni di civiltà”. La Shen Yun Performing Arts Organization è stata fondata nel 2006 nello Stato di New York da esuli cinesi legati al movimento religioso-politico Falun Gong.

Shen Yun

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I Bts alla Casa Bianca per parlare di inclusione e crimini d’odio contro gli asiatici

di Camilla Sernagiotto (tg24.sky.it, 1° giugno 2022)

Martedì 31 maggio i Bts, gruppo pop coreano tra i più famosi del mondo, sono stati la special guest della White House: sono stati ricevuti dal presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden, per discutere di inclusione e rappresentanza degli asiatici nel Paese. L’occasione è stata l’ultimo giorno del Mese del Patrimonio dell’Asia Americana e delle Isole del Pacifico. Il live stream ha mostrato che oltre un quarto di milione di persone si sono sintonizzate per seguire in diretta l’evento, un’ennesima cartina di Tornasole di quale enorme seguito caratterizzi questa band. La fama stratosferica del gruppo musicale coreano è molto importante e i Bts si rivelano quindi un megafono che amplifica la voce delle minoranze asiatiche negli Stati Uniti. La band si è fatta portavoce delle esigenze di quelle minoranze, discutendo con Biden dell’inclusione e della rappresentanza degli asiatici nella nazione.

The White House / Bts via Twitter

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