Archivi tag: Marco Pannella

La Sandra Milo che non si ricorda, paladina di mille cause

di Valter Vecellio (huffingtonpost.it, 2 febbraio 2024)

Un’epoca remota, il 1966. I partiti ci sono ancora: con le loro sezioni, gli apparati, i congressi, le “feste”; hanno anche i loro quotidiani: la Democrazia Cristiana Il Popolo; il Partito Comunista l’Unità; e poi l’Avanti!, organo del Partito Socialista; Il Secolo d’Italia, del Movimento Sociale; La Voce Repubblicana del Partito Repubblicano… giornali ancora letti, dai militanti e dalla classe allora dirigente.

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Ilona Staller per chi non c’era

(ilpost.it, 26 novembre 2021)

Elena Anna Staller, più nota come Ilona Staller e ancor più nota come Cicciolina, compie oggi settant’anni. Nata a Budapest, in Ungheria, è stata modella, conduttrice radiofonica, forse spia, attrice, cantante, parlamentare e attrice porno. Ha recitato con Moana Pozzi e John Holmes, ha cantato una canzone arrangiata da Ennio Morricone, si è candidata con Marco Pannella, è stata sposata con l’artista Jeff Koons, se l’è presa con Google, e di lei parlarono, tra gli altri, Umberto Eco e Leonardo Sciascia. Ilona Staller è stata un’apprezzatissima pornostar – «per chi era adolescente negli anni Settanta e Ottanta è stata la porta spalancata sul sesso e i suoi piaceri», ha scritto su Repubblica Luigi Bolognini – ma è stata anche molto altro, per l’Italia di un paio di decenni.

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Meloni, Salvini e Grillo: l’eterna autobiografia fascista della nazione

di Christian Rocca (linkiesta.it, 11 ottobre 2021)

I fascisti e gli imbecilli ci sono, ci sono sempre stati, adorano farsi notare, anche se raramente sono stati così visibili e rumorosi come nell’era dell’ingegnerizzazione algoritmica della stupidità di massa. I fascisti e gli imbecilli si fanno sentire sia in remoto sia in presenza, all’assalto della Cgil, nei cortei no mask, no vax, no green pass e contro la casta, ma anche in televisione e in tre delle quattro forze politiche maggiori del Paese. In termini di adesione ai principi fascisti e dell’imbecillità, non c’è alcuna differenza tra le piazze grilline e quelle dei forconi, tra i seguaci del generale Pappalardo e i neo, ex, post camerati della Meloni, tra i baluba di Pontida e i patrioti del Barone Nero, tra i vaffanculo di Casaleggio e i gilet gialli di Di Maio, tra i seguaci di Orbán e quelli di Vox, tra i mozzorecchi di Bonafede e i giustizialisti quotidiani, tra i talk show complici dell’incenerimento del dibattito pubblico e gli intellettuali e i politici illusi di poter romanizzare i barbari.

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Una politica appesa a Fedez

di Mauro Suttora (huffingtonpost.it, 2 maggio 2021)

Ricordavo la deliziosa Ilaria Capitani portavoce di Walter Veltroni nel 2007, quando intervistai l’allora sindaco di Roma. Mai avrei immaginato si trasformasse in feroce belva della censura contro tal Federico Lucia da Buccinasco, tatuatissimo cantante con faccia e voce attraenti quanto quelle di Morgan. C’eravamo liberati da appena una settimana di Grillo, suicidatosi col video sugli stupri, mo’ ecco Fedez. L’ennesimo famoso solo per essere famoso (trovate qualcuno che sappia canticchiare qualche sua canzone) che pretende di comiziare di politica coi miei soldi (via Rai). Anche Celentano sproloquiava, ma almeno lui aveva all’attivo decenni di inni ecologisti.

Agf – Ansa
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Storia del Coccoluto Radicale

di Luca Roberto (ilfoglio.it, 2 marzo 2021)

Si racconta che quando lo avvicinò Marco Pannella, i due non potevano apparire più distonici, come pescati da universi diametralmente opposti. Eppure il leader radicale, lo ha raccontato all’emittente di partito il suo storico braccio destro, il torinese Sergio Rovasio, “pur non essendo esperto di musica da discoteca, di Coccoluto capì che aveva di fronte un grand’uomo, dalla grande fama”. Tutto ebbe inizio, quasi per caso, con una manifestazione davanti al Pantheon, a metà degli anni Novanta. Il dj cassinate, che era già esondato dall’ambito di notorietà del solo clubbing per diventare una figura di culto, decise di aderire a una manifestazione dei Radicali di cui non ci si ricorda né il contenuto né le rivendicazioni. “Era da sempre vicino alle nostre iniziative. Lo faceva col piglio del militante”, racconta Marco Cappato, che ha avuto modo di coinvolgerlo negli appuntamenti dell’Associazione Luca Coscioni.

Ansa
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Maratone e manette, l’ostruzionismo tra fiction e realtà

I record: il senatore Thurmond parlò 24 ore come il Mr Smith di Frank Capra al cinema

di Pierpaolo Velonà («Corriere della Sera», 26 luglio 2014)

Nei Paesi anglofoni lo chiamano filibustering: un termine che evoca velieri e scorribande piratesche. In Italia quest’«arte» antica è definita ostruzionismo ma la sostanza è la stessa: fiumi di emendamenti e orazioni infinite pur di ritardare o affossare una legge. Il fenomeno non è un’esclusiva nostrana. Anzi. Negli Usa la specialità raggiunse punte di virtuosismo nel 1957 quando il senatore democratico Strom Thurmond stabilì il record mondiale parlando per 24 ore e 18 minuti nel tentativo di stroncare il Civil Rights Act. Performance memorabile con ricca aneddotica correlata. Thurmond si preparò alla maratona sottoponendosi per giorni a bagni di vapore per disidratarsi ed evitare i richiami della natura. E citò pure la ricetta dei biscotti di sua nonna. Recentemente, ha fatto rumore l’impresa della senatrice texana Wendy Davis, che ha parlato per quasi 11 ore di fila, indossando un paio di strategiche scarpe da ginnastica. Il suo obiettivo? Boicottare la legge repubblicana che intendeva proibire l’aborto dopo la ventesima settimana. In Nuova Zelanda, nel 2000, l’opposizione arrivò a presentare emendamenti scritti in maori, con inevitabili richieste di traduzione, pur di rallentare i lavori. Il cinema Usa cita il filibustering in almeno un paio di episodi.Smith

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