Archivi tag: Mark Zuckerberg

Donald Trump si è pentito di non aver vietato Facebook e Twitter mentre era presidente

di Ilaria Roncone (giornalettismo.com, 9 giugno 2021)

Con un social network naufragato ancor prima di essere annunciato, Donald Trump sulla questione di Twitter in Nigeria ha rilasciato una serie di dichiarazioni su quanto accaduto la scorsa settimana. Twitter ha deciso di rimuovere un post di Muhammadu Buhari contro i secessionisti e il governo ha provveduto a bannare Twitter dal Paese. Decisione celebrata dall’ex presidente degli Stati Uniti, che è arrivato a congratularsi con la Nigeria per l’azione compiuta contro la piattaforma che «ha messo al bando il suo presidente». Si sente ovviamente toccato nell’intimo, il tycoon, tanto da dire che forse lui stesso avrebbe dovuto bannare Facebook e Twitter mentre era presidente.

Ipp / Zuma Press
Ipp / Zuma Press

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Trump resterà sospeso da Facebook per almeno due anni

(ansa.it, 5 giugno 2021)

Donald Trump è sospeso da Facebook per due anni. Lo annuncia il social network, sottolineando che al termine dei ventiquattro mesi gli esperti valuteranno di nuovo il caso. Trump potrà essere riammesso solo se le condizioni lo permetteranno. La decisione di Facebook segue le valutazioni del suo Oversight Board, che, il mese scorso, aveva criticato la sospensione senza scadenza dell’ex presidente degli Stati Uniti. «Data la gravità delle circostanze che hanno portato alla sospensione di Trump, riteniamo che le sue azioni costituiscano una seria violazione delle nostre regole che merita la maggiore sanzione. Sospendiamo i suoi account per due anni a partire dalla data della sua iniziale sospensione, il 7 gennaio di quest’anno», afferma Facebook.

Ansa
Ansa

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Facebook ha deciso di affrontare il tema del diritto di satira

di Enzo Boldi (giornalettismo.com, 24 maggio 2021)

Un meme della discordia che potrebbe condizionare la politica dei social network in termini di ironia e satira. La decisione dell’Oversight Board del social di Mark Zuckerberg – che ha il compito di valutare le decisioni prese dai vertici di Menlo Park – ha ribaltato la “censura” portata avanti dalla piattaforma nei confronti di un’immagine dissacrante che aveva l’obiettivo di “denunciare” il comportamento della Turchia sul genocidio armeno. Questa scelta apre un vasto confronto sul diritto di satira su Facebook (e sui social in generale), che, molto spesso, viene superato dagli algoritmi e da valutazioni che non riescono a stabilire il confine labile tra la macabra ironia e la denuncia satirica.

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La decisione di Facebook sul ban di Trump cambierà per sempre i social network

di Viola Stefanello (wired.it, 24 aprile 2021)

Novanta giorni per prendere forse la decisione più complessa della propria carriera: era questa la sfida che si prospettava per l’Oversight Board, il colossale comitato di esperti assemblato da Facebook per valutare indipendentemente le proprie decisioni più controverse in materia di moderazione dei contenuti che si trova a dover decidere se riabilitare il profilo di Donald Trump. Il 45esimo presidente degli Stati Uniti è infatti stato espulso da Facebook e Instagram – oltre che da altre grandi piattaforme che non fanno capo a Mark Zuckerberg, come Twitter – dopo l’assalto al Campidoglio ad opera di centinaia di suoi sostenitori il 6 gennaio, che aveva portato a cinque morti.

Ph. Mike Kemp / In Pictures - Getty Images
Ph. Mike Kemp /
In Pictures – Getty Images

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I tre club britannici che boicottano i social per protestare contro il razzismo

di Enzo Boldi (giornalettismo.com, 9 aprile 2021)

I razzisti di oggi vivono nascosti nell’ombra dei social. Pensano di non essere individuabili e denunciati per quel che scrivono, ma forse la loro ignoranza mentale li porta a non considerare che anche quel che si scrive sui social è passibile di reato. Adesso, però, anche il mondo del Calcio chiede rimedi esemplari contro questo disgustoso (e criminale) fenomeno. Il tutto è partito con la campagna Enough is Enough dello Swansea City, che boicotta i social. Poi, l’esempio del club gallese è stato seguito dal Birmingham City e dai Rangers di Glasgow. Così il Calcio britannico prova a dare un calcio al razzismo. «Come squadra di calcio, abbiamo visto molti dei nostri giocatori soggetti ad abusi abominevoli solo nelle ultime sette settimane e riteniamo che sia giusto prendere posizione contro comportamenti che sono un flagello per il nostro sport e la società in generale» si legge nel comunicato diramato giovedì pomeriggio sul sito ufficiale dello Swansea City.

@SwansOfficial via Twitter
@SwansOfficial via Twitter

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“Sassy Justice”, la serie col deepfake di Donald Trump

di Andrea Indiano (wired.it, 3 novembre 2020)

Vi ricorda qualcuno il protagonista di Sassy Justice, la nuova serie creata dagli autori del cartone animato South Park? L’abbronzatura, gli occhi e la bocca sembrano quelli di Donald Trump. E in effetti lo sono. Perché Trey Parker e Matt Stone, le menti dietro questi video comparsi a sorpresa su YouTube e su alcuni canali televisivi americani, hanno usato il deepfake per mettere il viso del presidente degli Stati Uniti sopra quello dell’attore Peter Serafinowicz. Allo stesso modo in Sassy Justice ci sono il creatore di Facebook Mark Zuckerberg, il politico Al Gore e l’attore Michael Caine.Sassy_Justice Continua la lettura di “Sassy Justice”, la serie col deepfake di Donald Trump

Facebook ha cambiato il suo algoritmo colpendo i siti d’informazione di Sinistra

di Simone Fontana (wired.it, 26 ottobre 2020)

Fin dalla sua nascita, avvenuta ormai più di un decennio fa, Facebook ha improntato la sua comunicazione pubblica sulla costruzione di un’immagine imparziale, lontana dalle dinamiche politiche e volta a preservare la libera espressione sulla piattaforma. Eppure dietro le quinte del popolare social network le cose sarebbero andate molto diversamente. Almeno secondo il Wall Street Journal, che in un recente articolo dal titolo Come Mark Zuckerberg ha imparato la politica delinea i tratti di quella che appare come un’azienda fortemente influenzata dalle decisioni prese a Washington.Facebook-Trump Continua la lettura di Facebook ha cambiato il suo algoritmo colpendo i siti d’informazione di Sinistra

Le prossime elezioni Usa chiariranno se i social sono armi di propaganda o strumenti d’informazione

di Simone Cosimi (wired.it, 28 settembre 2020)

Le contromisure sono molte. Nel 2016, d’altronde, le polemiche per aver in qualche maniera sostenuto l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca furono infuocate. Chissà, forse anche perché i media non riuscirono – tranne eccezioni – a capire cosa covasse nella pancia degli americani, almeno quelli degli Stati fondamentali per l’elezione, visto che il voto popolare assoluto, inutile al fine del meccanismo elettorale statunitense, premiò Hillary Clinton. Ci ricordiamo i post con le bufale sulla Clinton, le teorie cospirazioniste sull’appartenenza a una setta satanica, le infinite aggressioni su Twitter, Reddit a totale disposizione dei suprematisti dell’alt-right.

Ph. Sarah Silbiger / Getty Images
Ph. Sarah Silbiger / Getty Images

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Sophie Zhang sulle fake news di Facebook: «Ho le mani sporche di sangue»

(giornalettismo.com, 15 settembre 2020)

Le fake news politiche su Facebook tornano a fare polemica. Stavolta a causa di un memo scritto dall’ex data scientist del gigante social, Sophie Zhang, e inviato a BuzzFeed News dove si racconta che la compagnia fondata da Mark Zuckerberg avrebbe ignorato o risposto in maniera estremamente lenta a prove evidenti che profili falsi stavano interferendo in elezioni o situazioni politiche in varie parti del mondo. Sono tanti gli esempi che Zhang presenta nel suo memo sulle fake news politiche ignorate da Facebook per non perdere denaro e influenza.

Ph. Silas Stein / Dpa – Picture-Alliance
Ph. Silas Stein / Dpa – Picture-Alliance

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«Facebook distruggerà la nostra società?»: Zuckerberg resta in silenzio per cinque secondi

(ilfattoquotidiano.it, 10 settembre 2020)

«Facebook può essere considerato un acceleratore della distruzione della società?». Di fronte a questa domanda, Mark Zuckerberg, ceo e padre della piattaforma, è rimasto spiazzato e per cinque, lunghissimi, secondi non ha proferito parola. Poi ha detto: «Ho un po’ più di fiducia nella democrazia, spero non sia mal riposta». Aggiungendo: «Quello che facciamo, e credo faccia anche il resto di Internet in generale, è dare più potere alle persone». Ma quei cinque secondi di silenzio sono stati la sua vera, spontanea, emblematica, risposta.

Axios on Hbo
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