Archivi tag: Primo Maggio

Lundini ha fatto la satira dei concertoni al concertone del Primo Maggio, ma nessuno se n’è accorto

(ilfoglio.it, 1° maggio 2022)

Valerio Lundini è salito sul palco del concertone del Primo Maggio verso le sette di sera e diverse ore di musica infarcita da discorsi sulla guerra e sulla pace che seguivano i canoni della più tradizionale retorica pacifista della sinistra italiana. Il comico romano ha cantato La guerra è brutta, accompagnato dai VazzaNikki. Una canzone che è il concentrato proprio di quelle frasi che si erano sentite sino a pochi istanti prima: “non servono le armi”, “non servono i bunker”, “perché solo la musica ci può salvare dall’imminente scoppio di un conflitto mondiale”. Insomma, niente di nuovo, non fosse per il “perché più di qualunque proiettile è potente la nostra retorica”, che era una dichiarazione di intenti, un modo per avvisare gli spettatori, un modo per dire sì, sto proprio parlando di voi, sto ironizzando su di voi, proprio su di voi.

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Attenzione al sondaggio sul «partito di Fedez»

di Gianmichele Laino (giornalettismo.com, 11 maggio 2021)

Occhio ai titoli sul «partito di Fedez». Perché un sondaggio effettuato dall’istituto Swg sulla grande novità del dibattito politico italiano (almeno da un mese a questa parte), ovvero l’impegno costante degli influencer su temi legati all’amministrazione della cosa pubblica – si parte dal grande movimento web sul Ddl Zan per arrivare alla gestione più o meno coerente dell’emergenza pandemica – potrebbe provocare qualche fraintendimento (cosa che, tra le altre, già stiamo vedendo nell’eccessiva semplificazione dei titoli dei giornali). Cosa ci dice, innanzitutto, il sondaggio Swg (che ha avuto modo di concentrarsi in maniera molto convinta anche sullo stato del dibattito italiano sul Ddl Zan)?

Swg
Swg

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Una politica appesa a Fedez

di Mauro Suttora (huffingtonpost.it, 2 maggio 2021)

Ricordavo la deliziosa Ilaria Capitani portavoce di Walter Veltroni nel 2007, quando intervistai l’allora sindaco di Roma. Mai avrei immaginato si trasformasse in feroce belva della censura contro tal Federico Lucia da Buccinasco, tatuatissimo cantante con faccia e voce attraenti quanto quelle di Morgan. C’eravamo liberati da appena una settimana di Grillo, suicidatosi col video sugli stupri, mo’ ecco Fedez. L’ennesimo famoso solo per essere famoso (trovate qualcuno che sappia canticchiare qualche sua canzone) che pretende di comiziare di politica coi miei soldi (via Rai). Anche Celentano sproloquiava, ma almeno lui aveva all’attivo decenni di inni ecologisti.

Agf – Ansa
Agf – Ansa

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Fedez gliene ha decantate quattro

di Guia Soncini (linkiesta.it, 2 maggio 2021)

Trenta primo maggio fa, nel 1991, Elio e le storie tese decidono di fare ciò che la platea dal vivo del primo maggio preferisce. Non canzoni, ma predicozzi di bene. Mentre elenca i guai del Paese, a un certo punto Elio incita la folla a cantare con lui «Ti amo, Ciarrapico» (se non vi ricordate chi fosse Ciarrapico è perché i cattivi che alla folla piace linciare scadono meno velocemente del latte fresco, ma più del tonno in scatola). La Rai nel secolo scorso sapeva fare la Rai, e certo non si metteva a telefonare a giovani tribuni della plebe in un’epoca in cui chiunque ha in casa telecamere e l’intenzione di usarle; certo non si metteva a supplicare continenza da gente il cui mestiere è prendere like con l’incontinenza.

Ph. David Laws / Unsplash
Ph. David Laws / Unsplash

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Fedez usa la tv come Instagram e riesce a passare per imbavagliato

di Manuel Peruzzo (ilfoglio.it, 2 maggio 2021)

Ieri sera Fedez ha usato la televisione come fosse il proprio account Instagram. Durante l’esibizione al concerto del Primo Maggio su Raitre ha tirato fuori il discorso dalla tasca e ha annunciato: “Ho dovuto lottare però alla fine mi hanno dato il permesso”, che già non è una premessa da Martin Luther King. Dopo essersi rivolto a Draghi (“Caro Mario”) chiedendogli di occuparsi anche dei lavoratori dello spettacolo, è passato alla parte in cui i vertici Rai avrebbero, secondo lui, voluto censurare la parte che riguarda gli aforismi leghisti contro i gay, una serie di frasi che ti farebbero cacciare da qualsiasi reality show, che vanno da gay arrosto a vittime di aberrazioni della natura.

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