Archivi tag: satira

Far ridere è un mestiere pericoloso: il genio di George Carlin

di Guia Soncini (linkiesta.it, 24 maggio 2022)

A cosa servono i comici? In George Carlin’s American Dream c’è Chris Rock che dice che hanno preso il posto dei filosofi: chi è che oggi si mette ad ascoltare i filosofi? Su Twitter ci sono ogni giorno militanti offesi perché un qualche comico ha mancato di rispetto al loro settore d’appartenenza: vogliamo essere rassicurati e rappresentati, due ruoli più adatti alle maestre elementari che ai filosofi e ai comici; non vogliamo essere spiazzati né irrisi, il che rende quello del comico contemporaneo un mestiere impossibile. Gira voce che stia per uscire un nuovo monologo di Ricky Gervais, che sarebbe grandemente transfobico, ed è un’accusa che magari qualche tempo fa avremmo preso quasi sul serio, sebbene tendenzialmente scema (non tutto quello che t’irride ha una fobia nei tuoi confronti: anzi).

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Fare i comici sta diventando rischioso?

(ilpost.it, 17 maggio 2022)

Lo schiaffo dato dall’attore Will Smith al comico Chris Rock all’ultima cerimonia degli Oscar, reazione a una battuta di Rock rivolta all’attrice e moglie di Smith, Jada Pinkett Smith, è stato uno dei fatti più raccontati e commentati del 2022. L’aggressione, per cui Rock non ha poi sporto denuncia contro Smith, è recentemente tornata di attualità quando Dave Chappelle, uno dei più famosi comici americani, è stato attaccato da un uomo di ventitré anni salito sul palco armato con una pistola finta dotata di una lama, durante uno spettacolo per il festival Netflix Is a Joke all’Hollywood Bowl a Los Angeles, il 3 maggio scorso. Chappelle non è rimasto ferito nell’incidente: l’aggressore è stato in seguito rincorso e bloccato dalle guardie, e affronterà un processo. Chris Rock, presente durante lo spettacolo di Chappelle insieme ad altri attori e personaggi celebri, è poi salito brevemente sul palco e ha detto: «Era Will Smith quello?». Il comico e presentatore televisivo inglese Paddy McGuinness ha definito l’incidente una «diretta conseguenza» dello schiaffo di Smith a Rock, alludendo al rischio di altri possibili tentativi di emulazione in futuro.

Ph. Brian Snyder / Reuters

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Lundini ha fatto la satira dei concertoni al concertone del Primo Maggio, ma nessuno se n’è accorto

(ilfoglio.it, 1° maggio 2022)

Valerio Lundini è salito sul palco del concertone del Primo Maggio verso le sette di sera e diverse ore di musica infarcita da discorsi sulla guerra e sulla pace che seguivano i canoni della più tradizionale retorica pacifista della sinistra italiana. Il comico romano ha cantato La guerra è brutta, accompagnato dai VazzaNikki. Una canzone che è il concentrato proprio di quelle frasi che si erano sentite sino a pochi istanti prima: “non servono le armi”, “non servono i bunker”, “perché solo la musica ci può salvare dall’imminente scoppio di un conflitto mondiale”. Insomma, niente di nuovo, non fosse per il “perché più di qualunque proiettile è potente la nostra retorica”, che era una dichiarazione di intenti, un modo per avvisare gli spettatori, un modo per dire sì, sto proprio parlando di voi, sto ironizzando su di voi, proprio su di voi.

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Ah, ma è Lercio

(ilpost.it, 14 ottobre 2021)

Negli ultimi anni la definizione di “fake news” è stata spesso usata in maniera sbrigativa e generica per descrivere qualsiasi tipo di notizia falsa o sostenuta tale – soprattutto nel linguaggio della politica, o in generale quando qualcuno cerca di smentire un’informazione che lo riguarda – confondendo il suo significato letterale con il più esteso dibattito sulla disinformazione in questi anni. “Notizie false”, poi, è un’espressione che assume tutt’altro valore se la falsità è palese: che è un formato tradizionale della satira. Le persone che lavorano a Lercio, popolarissimo sito italiano di notizie satiriche, sono state spesso costrette a ricordarlo, negli anni del loro lavoro.

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In Kenya la satira sfida il potere

di Patrick Gathara (internazionale.it, 13 maggio 2021)

“In un periodo come questo serve una caustica ironia, non un ragionamento convincente”, dichiarò l’abolizionista statunitense Frederick Douglass nel 1852. Si riferiva alla futilità di discutere della schiavitù in un Paese in cui la Costituzione dichiarava la libertà un diritto fondamentale. Invece di cercare di convincere il suo pubblico dell’ovvio, Douglass usò l’umorismo come un’arma contro le incoerenze dello schiavismo negli Stati Uniti dell’Ottocento. Ma avrebbe potuto riferirsi anche al Kenya di oggi, dove ogni giorno il governo fa cose assurde. Il 18 aprile la polizia ha chiuso alcune delle principali strade di Nairobi con il pretesto di far rispettare il coprifuoco deciso per il Covid-19, provocando lunghi ingorghi. Nel traffico della Capitale sono rimaste bloccate ambulanze, genitori con bambini piccoli e lavoratori.

Ph. Yasuyoshi Chiba / Afp
Ph. Yasuyoshi Chiba / Afp

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Facebook introduce l’etichetta “pagina satirica” per aiutarci a non confondere realtà e satira

di Ilaria Roncone (giornalettismo.com, 8 aprile 2021)

La novità è stata annunciata sul profilo Twitter Facebook Newsroom, che ha anche mostrato quello che – da oggi in poi – gli utenti di Facebook vedranno negli Stati Uniti quando si troveranno ad avere a che fare con una pagina che pubblica contenuti satirici. Per ora questa novità coinvolge solamente gli utenti del Paese d’origine del social di Zuckerberg ma probabilmente nel giro di qualche mese verrà ampliata, come solitamente viene fatto per le implementazioni del social. L’idea è quella di rendere sempre più chiara e netta, tramite l’etichetta “pagina satirica”, la differenza tra le pagine che hanno toni seri e quelle che, invece, sono satiriche. «A partire da oggi», si legge nel tweet che annuncia la novità, «negli Stati Uniti iniziamo a testare un modo per fornire alle persone un contesto più definito rispetto alle pagine che vedono».

Facebook Newsroom via Twitter
Facebook Newsroom via Twitter

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Le migliori 10 commedie gioiosamente nazifasciste

di Gabriele Niola (wired.it, 24 ottobre 2020)

Più sono atroci, più fanno ridere. Più sembra che non ci sia niente da ridere, più le ironie sono divertenti. Più è spinoso l’argomento, più si crea nel pubblico una strana forma di eccitazione data dalla consapevolezza di essere parte di qualcosa di scomodo, per alcuni condannabile e in un certo senso tabù. Ridere del nazismo e del fascismo rientra perfettamente nella categoria, e negli anni diversi film (non tantissimi) hanno preso questa strada con successo. Questa settimana I predatori dà una spallata all’idea.0_To_Be_or_Not_To_Be Continua la lettura di Le migliori 10 commedie gioiosamente nazifasciste

“Sassy Justice”, la serie col deepfake di Donald Trump

di Andrea Indiano (wired.it, 3 novembre 2020)

Vi ricorda qualcuno il protagonista di Sassy Justice, la nuova serie creata dagli autori del cartone animato South Park? L’abbronzatura, gli occhi e la bocca sembrano quelli di Donald Trump. E in effetti lo sono. Perché Trey Parker e Matt Stone, le menti dietro questi video comparsi a sorpresa su YouTube e su alcuni canali televisivi americani, hanno usato il deepfake per mettere il viso del presidente degli Stati Uniti sopra quello dell’attore Peter Serafinowicz. Allo stesso modo in Sassy Justice ci sono il creatore di Facebook Mark Zuckerberg, il politico Al Gore e l’attore Michael Caine.Sassy_Justice Continua la lettura di “Sassy Justice”, la serie col deepfake di Donald Trump

Quello che fa Borat

(ilpost.it, 20 ottobre 2020)

Il 23 ottobre su Amazon Prime Video arriverà il seguito di Borat, il film del 2006 che contribuì notevolmente ad accrescere la fama dell’attore e comico che lo interpretava: Sacha Baron Cohen. Anche nel nuovo film il personaggio del giornalista kazako Borat Sagdiyev – inviato negli Stati Uniti per studiare il Paese – è interpretato da Baron Cohen. E anche in questo caso, dopo l’uscita del film ci si dividerà tra chi lo avrà trovato una divertente ed emblematica satira e chi, invece, lo criticherà come esagerato e volgare. Intanto, Baron Cohen ha parlato con il New York Times del nuovo Borat, ma anche della sua vita, della sua carriera e di politica.Borat_2 Continua la lettura di Quello che fa Borat

La bufala di LeBron James che ha indossato un colletto di pizzo per ricordare Ruth Bader Ginsburg

(giornalettismo.com, 24 settembre 2020)

È come se qualcuno avesse preso una notizia di Lercio e l’avesse resa virale spacciandola per vera. È quello che è successo nelle ultime ore, dopo la morte della giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti Ruth Bader Ginsburg: anche in Italia, infatti, si è diffusa la bufala LeBron James col colletto di pizzo per onorare la memoria della giudice progressista, impegnata in molte battaglie in difesa dei diritti umani. La notizia era stata battuta dal sito The Babylon Bee, un portale che si occupa di satira, che prende di mira personaggi pubblici e offre uno sguardo dissacrante sulle questioni di attualità, interpretando pensieri e proponendo al grande pubblico notizie da un universo parallelo.

The Babylon Bee
The Babylon Bee

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