Archivi tag: Vietnam

“Barbie” è stato vietato in più Paesi

(ilpost.it, 15 agosto 2023)

Lunedì il ministero della Cultura dell’Algeria, che ha tra le altre cose lo scopo di controllare i contenuti dei film proiettati nei cinema sul territorio, ha vietato la proiezione di Barbie, il popolarissimo film di Greta Gerwig già uscito nel Paese da qualche settimana. Secondo Reuters, che cita un giornale algerino, il ministero ritiene che il film «promuova l’omosessualità e altre devianze occidentali» e «non sia conforme alle credenze religiose e culturali dell’Algeria». In Algeria l’omosessualità e la transessualità sono illegali e punite col carcere.

Warner Bros Pictures

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“Barbie” ha fatto impazzire la destra americana

di Davide Piacenza (esquire.com, 24 luglio 2023)

Nel loro primo weekend di uscita nelle sale internazionali, Barbie e Oppenheimer – i due eventi cinematografici della stagione, sostenuti anche da campagne di marketing e produzioni di meme fuori scala – hanno infranto ogni record ai botteghini: mai prima d’ora due film avevano superato i 150 milioni di dollari totali di ricavi al box office statunitense nella prima settimana di uscita. La pellicola brandizzata di Greta Gerwig è però diventata un tema di discussione molto al di là delle fortune dei suoi ricavi.

Warner Bros Pictures

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Le Filippine permetteranno la proiezione di “Barbie”, nascondendo una contestata mappa

(ilpost.it, 12 luglio 2023)

L’autorità che nelle Filippine si occupa di censurare i film ha dato il proprio consenso alla proiezione nel Paese di Barbie, dopo che nei giorni scorsi c’erano state grosse polemiche per via della presenza in una scena di una mappa che sembra contenere quella che viene chiamata “linea dei nove tratti”. La linea rappresenta le rivendicazioni territoriali della Cina nel Mar Cinese Meridionale, un’area ricca di risorse rivendicata da diversi Paesi, tra cui Filippine, Indonesia, Malaysia, Vietnam e Brunei.

Warner Bros Pictures / Youtube

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Creatività, situazionismo e umorismo: le indimenticabili proteste di Abbie Hoffman

di Susanna Schimperna (huffingtonpost.it, 12 aprile 2023)

«Sono un dissidente americano. Non credo che i miei obiettivi siano cambiati da quando avevo quattro anni e combattevo con i bulletti a scuola». Così Abbie Hoffman, pochi mesi prima di morire. Più che un’orgogliosa rivendicazione di coerenza e continuità, era la riposta polemica ai media che lo accusavano di essersi perso, di aver smesso da tempo di avere una progettualità e di aver dato invece spazio solo alle proprie nevrosi e alle droghe.

Ph. Tyrone Dukes / The New York Times

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Cosa successe a Nina Simone

di Giacomo Papi (ilpost.it, 21 aprile 2023)

Quando Nina Simone morì, il 21 aprile 2003, a settant’anni, fu celebrata come una delle più importanti musiciste del Novecento. Era un riconoscimento non scontato, perché nella sua lunga carriera, iniziata negli anni Cinquanta, aveva attraversato lunghi anni di oblio durante i quali era passata di moda, soprattutto negli Stati Uniti.

Ph. Carol Friedman

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Muhammad Ali è ancora un passo avanti

di Giulio Zoppello (esquire.com, 17 gennaio 2022)

Lewis Hamilton e Lebron James che si schierano per il Black Lives Matter, Serena Williams che si mobilita per i diritti delle donne delle minoranze, Eric Cantona che senza mezzi termini condanna i mondiali di calcio in Qatar. Ci sarebbero anche altri esempi da portare, ma tutti hanno una cosa in comune: la loro voce si leva oggi perché, per primo, a farlo in quanto star dello sport conscia della propria responsabilità, lo fece un ragazzo nato a Louisville, Kentucky, il 17 dicembre di ottant’anni fa. Venne registrato all’anagrafe dal padre pittore come Cassius Marcellus Clay, ma sarebbe diventato tra i personaggi più iconici della storia del XX secolo con il nome che lui stesso si scelse: Muhammad Ali.

Ph. Russell McPhedran / Hulton Archive – Getty Images

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L’album con cui Marvin Gaye liberò la musica black dai suoi cliché

di Carlo Massarini (linkiesta.it, 29 maggio 2021)

«Man, what’s happening?», un chiacchericcio iniziale in slang, musicisti che si preparano, dopo pochi secondi si apre su un ritmo che pulsa mediolento, rilassato, le congas che accolgono un riff di sax. E su questo tappeto morbido, accompagnata da un coro che lo raddoppia, si appoggia una voce… Mother, mother… «Madre, madre / ce ne sono troppe di voi che stanno piangendo / Fratello, fratello, fratello / ce ne sono fin troppi di voi che stan morendo / Sai che dobbiamo trovare un modo / per portare un po’ di amore qui, oggi».

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Salviamo il nostro futuro: intervista a Jane Fonda

di Laura Pezzino (vanityfair.it, 21 ottobre 2020)

«La rivoluzione inizia dai muscoli» è una frase che viene attribuita a Thomas Jefferson, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti d’America. Che l’abbia detta oppure no, Jane Fonda ne ha fatto il proprio motto, stipandovi dentro tutto un arcobaleno di significati riassumibili così: il vero cambiamento incomincia con un’azione che coinvolge il proprio corpo. Poco prima del lockdown, Jane Fonda si era lasciata crescere i capelli bianchi e, col senno di poi, non avrebbe potuto scegliere momento migliore. Per lei, cambiare taglio o pettinatura non era mai stato un atto neutrale, anzi.

Ph. Rachel Luna / Getty Images
Ph. Rachel Luna / Getty Images

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Io c’ero quando la musica si prese carico dei sogni

«Ero a Woodstock e lì incontrai Joan Baez che mi disse: “Mi piace l’Italia anche se si protesta troppo poco, mi piacerebbe venire a svegliarvi”. E lo fece»

di Lucio Salvini («Sette», suppl. al «Corriere della Sera», 3 febbraio 2017)

«Amore ritorna le colline sono in fiore ed io amore sto morendo di dolore…». Un testo banale e melenso, non esattamente un inno di protesta la canzone che cantava Barry McGuire al Festival di Sanremo nel 1965. Barry era il leader di una formazione vocale americana di 10 persone, The New Christy Minstrels, abbastanza nota negli Usa per il suo repertorio: un mix di gospel e country music.JIMI_HENDRIX Continua la lettura di Io c’ero quando la musica si prese carico dei sogni

La Lady Gaga vietnamita vuole andare in Parlamento

di Simona Verrazzo («Il Venerdì di Repubblica», 8 aprile 2016)

Attivisti, dissidenti, ma anche comici, avvocati, artisti, imprenditori: per la prima volta in Vietnam i candidati indipendenti per un seggio all’Assemblea Nazionale nelle elezioni del 22 maggio 2016 non saranno alcune decine bensì circa un centinaio, nonostante la censura.Mai_Khoi Continua la lettura di La Lady Gaga vietnamita vuole andare in Parlamento