di Fulvio Abbate (huffingtonpost.it, 11 aprile 2019)
Il nome e la memoria stessi dell’attore Walter Chiari – che il Dio del talento l’abbia in gloria –, se lo ignori, da sempre fanno pienamente parte dell’arsenale balistico leggero del revisionismo della nostra destra nazionale, soprattutto quando questo intento si coniuga rispetto alla cultura e allo spettacolo: “monopolio”, sempre secondo quest’ultima, della “sinistra”, sì, “proprio dei comunisti”.
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