Archivi tag: We are the world

“We are the World”: un documentario racconta la notte che ha cambiato il pop

(hollywoodreporter.it, 20 gennaio 2024)

«Lasciate l’ego fuori dalla porta». È stato il motto del produttore Quincy Jones, anche scritto fuori dallo studio di registrazione, che ha permesso il 25 gennaio 1985 al dream team Usa for Africa, composto da 46 star della musica d’Oltreoceano (e non solo), di riunirsi e incidere in una notte, negli studi A&M di Los Angeles, We are the World, il brano nato a scopo benefico che ha fatto raccogliere oltre 80 milioni di dollari per combattere la fame in Africa – e in particolare in Etiopia, allora nel pieno di una grave carestia.

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L’esibizione della bontà nel secolo della militanza social

di Guia Soncini (linkiesta.it, 21 dicembre 2023)

A raccontarlo oggi non sembra neanche vero, ma una volta in questo derelitto Paese a scrivere di tv erano i più bravi. Erano gli anni in cui il varietà del sabato sera era una cosa che guardavamo in decine di milioni, era quando la cultura popolare era un segmento condiviso: guardavamo tutti le stesse cose, non i pezzettini di realtà che selezionava l’algoritmo, e quindi ci capivamo quando facevamo conversazione.

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Addio a Harry Belafonte, mito della musica e dei diritti civili

(ansa.it, 26 aprile 2023)

Addio a un mito della musica e dei diritti civili: Harry Belafonte, che negli anni Cinquanta aveva sfondato le classifiche pop ma anche le barriere della razza, diventando una forza nel movimento per i diritti degli afroamericani, è morto a 96 anni nella sua casa dell’Upper West Side di Manhattan. Nato a Harlem da genitori originari di Martinica e di Giamaica, amico da giovane di Martin Luther King e da vecchio grande oppositore di Donald Trump, Belafonte portò alla ribalta la musica caribica con canzoni come Day-O (The Banana Boat Song) e Jamaica Farewell.

pbs.org

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Bob Geldof, 70 anni tra musica e impegno

(agi.it, 5 ottobre 2021)

Cantante, attore e attivista: buon compleanno a Sir Robert Frederick Zenon Geldof, meglio noto come Bob Geldof, che spegne 70 candeline. Nato in Irlanda, a Dún Laoghaire, il 5 ottobre 1951 da genitori cattolici, Robert ed Evelyn, ha frequentato il Blackrock College, una scuola privata vicino a Dublino, e qui ha scoperto, da vittima, il dolore e i danni del bullismo: questa esperienza lo renderà ancora più sensibile e lo spingerà, per tutta la vita, a mettersi in gioco per i più deboli. La carriera di Bob Geldof, infatti, è strettamente intrecciata con il suo impegno sociale: è conosciuto in tutto il mondo per la sua lotta contro la fame e le malattie in Africa, attività che negli anni è diventata una missione di vita.

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Bob Dylan, 80 anni di un artista “never ending”

di Enzo Bonaiuto (adnkronos.com, 22 maggio 2021)

Cantautore, musicista, poeta, persino pittore e scultore: qualunque categoria si scelga, appare riduttiva per descrivere l’artista Bob Dylan, che lunedì compirà ottant’anni, essendo nato il 24 maggio del 1941 (da genitori ebrei ucraini, con nonni paterni di origini turche e materni di origini lituane) a Duluth, cittadina americana del Minnesota, porto sui Grandi Laghi, con il nome di Robert Allen Zimmerman, poi cambiato legalmente in Robert “Bob” Dylan – che, dunque, non può considerarsi un nome d’arte – quando aveva vent’anni. Artista a 360 gradi, che comunque ha un posto riservato nell’Olimpo della Musica.

Fotogramma / Ipa
Fotogramma / Ipa

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A Washington si canta “Man in the mirror” durante la protesta

(r3m.it, 7 giugno 2020)

Michael Jackson è noto per aver inserito nel suo repertorio una serie di canzoni mirate a sensibilizzare su tematiche sociali e ambientali. Nel corso della sua carriera ha devoluto moltissimo in beneficenza, stabilendo anche un record; si tratta, infatti, di uno degli artisti che si è distinto maggiormente nella filantropia. Ci sono moltissimi esempi di canzoni che hanno contribuito a farci riflettere su noi stessi e sulle responsabilità che abbiamo sul mondo scritte da Michael Jackson, oppure scritte per lui.MJJ_Man_in_the_mirror Continua la lettura di A Washington si canta “Man in the mirror” durante la protesta

Africa, Geldof ancora in prima fila: “Per salvare il continente ci vuole un Piano Marshall”

Parla il promotore del Live Aid 85: “Un futuro è possibile se si investe in infrastrutture”

di Enrico Franceschini («la Repubblica», 26 maggio 2017)

“L’Africa è cambiata, ma ci vorrebbe un Piano Marshall per farla cambiare del tutto”. Bob Geldof ha dedicato metà della sua vita all’impresa: il 65enne cantante irlandese è stato il promotore di Live Aid nel 1985, primo di una serie di grandi concerti di beneficenza, e da allora gli aiuti al continente nero sono diventati la sua principale occupazione, che si tratti di proporre un’iniziativa al G7, lanciare campagne di investimenti o intervenire sulla tragedia dei migranti.LIVE-AID-1985 Continua la lettura di Africa, Geldof ancora in prima fila: “Per salvare il continente ci vuole un Piano Marshall”