Archivi tag: Xi Jinping

Un nuovo libro conferma gli apprezzamenti di Trump per Hitler

di Simone Disegni (open.online, 11 marzo 2024)

Donald Trump adora Viktor Orbán e i leader populisti d’Occidente della sua pasta. E sin qui nulla di nuovo. Nasconde a fatica il suo debole per autocrati e dittatori sanguinari come Vladimir Putin o Kim Jong-un. Boccone questo ben più indigesto, ma che ci si è dovuti abituare a masticare. Ma ora c’è di più. Il leader Repubblicano in corsa per un clamoroso ritorno alla Casa Bianca avrebbe espresso in conversazioni private con i suoi consiglieri pesanti apprezzamenti politici pure per Adolf Hitler, il Führer nazista che scatenò il massacro europeo della Seconda guerra mondiale e architettò lo sterminio di sei milioni di ebrei.

Epa

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In Cina va molto un film patriottico con i piloti di caccia

di Guido Alberto Casanova (ilpost.it, 13 maggio 2023)

Da qualche settimana uno dei film di maggior successo nei cinema cinesi è Born to Fly, una storia d’azione ambientata tra i piloti dell’aviazione militare cinese che a molti spettatori e critici occidentali ha ricordato la serie di Top Gun: in Born to Fly al posto di Tom Cruise c’è uno dei più famosi attori cinesi, Wang Yibo. Da tempo in Cina il cinema è uno strumento di politica culturale utilizzato per diffondere modelli e icone di tipo patriottico.

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Taiwan-Cina, l’orso nero contro Winnie the Pooh

(adnkronos.com, 11 aprile 2023)

L’orso nero di Formosa contro Winnie the Pooh, alias Xi Jinping. La tensione tra Cina e Taiwan si trasforma in una lotta tra plantigradi, almeno a giudicare dalla patch, la “toppa”, che i membri dell’aeronautica militare di Taiwan esibiscono sui propri giubbotti. L’orso nero, l’ursus thibetanus formosanus tipico dell’isola, è ritratto mentre sferra un pugno a Winnie the Pooh, che rappresenta il presidente cinese Xi Jinping come “insegnano” i meme da tempo diffusi on line.

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Winnie the Pooh imbarazza Xi e sparisce dai cinema di Hong Kong

di Eugenio Buzzetti (agi.it, 21 marzo 2023)

Winnie The Pooh torna a imbarazzare la Cina e sparisce dalle sale cinematografiche. L’orsacchiotto della Disney, spesso accostato, nelle forme, al presidente cinese Xi Jinping, non uscirà nelle sale di Hong Kong con il film horror Winnie the Pooh: Blood and Honey. La mancata proiezione sarebbe attribuita a “motivi tecnici”, ma non è la prima volta che il personaggio incontra ostacoli, in Cina.

Andrea Cauti / Agi

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Regimi che odiano la musica

di Siegmund Ginzberg (ilfoglio.it, 12 novembre 2022)

I casali di campagna dove si svolgevano i concerti clandestini venivano circondati dalla polizia. Gli edifici venivano sequestrati. Talvolta dati alle fiamme. I giovani venivano fermati e schedati. I musicisti arrestati. Ci furono processi e condanne. I rave, pardon, i concerti rock, vennero proibiti. Il governo cercò di cancellarne la memoria. Traviavano la gioventù, si disse. Avevano “un effetto sociale negativo”.

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Non c’è più posto in Nba per Enes Kanter

(ilpost.it, 22 febbraio 2022)

Lo scorso 14 febbraio il giocatore turco di Nba Enes Kanter è stato ceduto dai Boston Celtics agli Houston Rockets insieme ad altri due compagni. Poco dopo averlo scambiato, però, i Rockets hanno deciso di escluderlo dalla rosa, lasciandolo senza squadra a stagione ormai inoltrata. Fin lì, in 35 partite giocate con Boston, Kanter aveva tenuto una media di 11,7 minuti a partita con 3,7 punti, 4,6 rimbalzi e una percentuale al tiro del 52,6: numeri che, uniti a quelli più sostanziosi della stagione precedente trascorsa a Portland, avrebbero potuto tenerlo ancora tra le squadre di medio-alto rendimento, perlomeno come rimpiazzo. Kanter era all’undicesima stagione in Nba e a 29 anni avrebbe potuto aggiungere ancora qualcosa, ma dopo essere rimasto senza squadra molto probabilmente non avrà un’altra opportunità.

Ph. Charles Krupa / Ap

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La celebrità cinese che il regime ha cancellato da Internet

di Dario Ronzoni (linkiesta.it, 24 settembre 2021)

Se fosse per quello che si trova in Rete, Zhao Wei non sarebbe nemmeno esistita. Eppure, la 45enne attrice e regista cinese – una delle più celebri degli ultimi 20 anni – ha diretto film che hanno vinto premi, ha venduto milioni di dischi (è anche cantante) e su Weibo, il quasi-Twitter cinese, ha ammassato 86 milioni di follower. Con i suoi capitali, ha anche fatto importanti investimenti nei settori tecnologici e dello spettacolo. Senza nessuna spiegazione, il regime cinese ha deciso di cancellarla da Internet. Se la si cerca sui servizi di streaming, non compare. Le sue produzioni sono scomparse. Perfino i suoi riferimenti nelle pagine di Wikipedia (il corrispettivo cinese) non ci sono più.

Ph. Gian Mattia D’Alberto / LaPresse

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La stretta della Cina alle star più amate sui social

di Lorenzo Lamperti (wired.it, 10 settembre 2021)

Colpirne tanti, per educarne ancora di più. La Cina non sta stringendo solo sulla libertà d’azione dei grandi colossi digitali, ma anche su quella delle sue celebrità. L’elenco di star del mondo di musica, cinema e televisione cadute in disgrazia è in continuo aumento. Le ragioni? Si va dalle accuse di evasione fiscale a quelle di abusi sessuali, dalla vicinanza con Alibaba, il colosso dell’e-commerce nel mirino del governo, a contenuti postati sui social media e considerati “antipatriottici”. In realtà, però, si tratta di bersagli “collaterali” di una campagna di rettificazione ben più ampia, che non solo si propone di “aggiornare” la basi dello star system cinese, adeguandole ai tempi della “prosperità comune” del presidente Xi Jinping, ma anche e soprattutto di disarticolare la costellazione dei gruppi organizzati di fan.

iQiyi via YouTube

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Influencer al servizio di Pechino

di Giulia Pompili (ilfoglio.it, 17 luglio 2021)

“In un mondo in cui le forze politiche cambiano continuamente, con partiti di destra, centristi e di sinistra in tutto il mondo che si contendono le elezioni per governare i loro Paesi e inseguono i grandi cambiamenti nelle preferenze degli elettori, il Partito Comunista Cinese, che celebra il centenario della sua fondazione, si distingue in netto contrasto per la sua continuità”. Inizia così l’ultimo editoriale firmato da Michele Geraci, ex sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico in epoca gialloverde in quota Lega, pubblicato martedì sul China Daily, organo del Dipartimento di propaganda di Pechino.

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La Cina e tutti i regimi autoritari che provano a ripulirsi l’immagine con lo sport

di Lucio Palmisano (linkiesta.it, 28 ottobre 2019)

«Calcio e politica non possono dormire nello stesso letto». La frase tanto perentoria dell’ex attaccante del Real Madrid Jorge Valdano in un’intervista a El País di qualche giorno fa lascia più di qualche dubbio. Lo sa bene anche lui come il calcio, e più in generale lo sport, tenda spesso e volentieri a fare rima con politica e affari.

Ph. Fred Dufour / Pool / Afp
Ph. Fred Dufour / Pool / Afp

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