Il dilemma di Beppe Grillo: sono un comico o sono Gesù?

di Filippo Ceccarelli («Il Venerdì di Repubblica», 22 aprile 2016)

E sempre lì si torna, nei movimenti carismatici, sempre a lui – e qualcosa dopo duemila anni vorrà pur dire. Desta scandalo il modo in cui si conclude l’ultimo spettacolo di Beppe Grillo; allorché, chiamati sul palcoscenico i maggiorenti del M5S, il comico e leader distribuisce loro degli insetti essiccati, dei grilli.cercasigesuE come in una pantomima eucaristica, dopo averli estratti da una specie di calice, glieli porge in bocca con gesto intenso e solenne, «ecco il mio corpo», e quelli se li mangiano, gli insetti, oppure è il corpo pseudo transustanziato del fondatore che mangiano, e la platea un po’ ride, un po’ resta sgomenta, un po’ non capisce, ma di sicuro c’entra Gesù Cristo. Chi ha fede può prendersela, ma anche no. Il messaggio cristiano in effetti non teme parodie, né sta lì a reclamare protezione o punizione per eventuali blasfemie. Ma l’osservazione prolungata dice che nel caso di Grillo la questione è antica, ricorrente e dunque più complessa. Forse si può partire dall’immagine che mostra l’allora 33enne Beppe nella locandina di un film del 1982, Cercasi Gesù, appunto, di Luigi Comencini, la storia di un barbuto e innocente autostoppista scelto quasi a caso da una casa editrice per interpretare il Salvatore, ma che alla fine compie un vero miracolo guarendo un ragazzino paralitico. Fu il suo unico e degno film, la prima e l’ultima parte di protagonista drammatico in una carriera di comico televisivo poi entrato in politica. Qui sono anni che Grillo insegue la figura di Gesù. Forse è anche l’aspetto. Comunque trascina pesi sulle spalle a mo’ di croce; parla di salvezza; tiene un «discorso della montagna» ed entra nei paesi in groppa a un asinello; dopo la sconfitta delle europee si è messo in testa un treccia di alghe come una corona di spine. Non molto tempo fa l’ha detto proprio: «Signori, ho perso la mia identità: non so più se sono un comico, un capopopolo o Gesù». Ecco cosa succede, viene da pensare, quando gli attori occupano la vita pubblica. Slanci messianici e cortocircuiti fra teologia politica e società dello spettacolo.

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