“Donald Trump come Silvio Berlusconi”. In una tv Usa scatta il dibattito: “Non scherziamo, this is America!”

di Gabriella Ferrero (huffingtonpost.it, 9 novembre 2016)

“And the winner is” è la celebre frase che a Hollywood si pronuncia quando qualcuno vince una nomination agli Oscar. A vincere stasera è Donald Trump, nuovo presidente degli Stati Uniti D’America. Hollywood è abituata agli american happy end, i lieto fine, ma anche a quei colpi di scena dei film che ti cambiano una storia.trumpusconiQuelli che fanno anche paura a volte, ma che servono a tenerci incollati agli schermi per vedere come va a finire. E oggi milioni di persone sono state incollate ai televisori di tutto il mondo: queste elezioni hanno rubato la scena alle grandi produzioni cinematografiche e ci sono stati momenti in cui la competizione è stata un vero e proprio show, Stato dopo Stato, percentuale dopo percentuale. Sulla Pbs in un talk show dedicato alla notte elettorale, “Pbs News Hour”, si parla addirittura di Italia e della nostra politica: si fa il paragone tra il fenomeno Trump e quello Berlusconi, entrambi imprenditori “costruiti” con la tv che poi hanno tentato l’avventura delle elezioni. La politica italiana viene purtroppo definita un circo: alle 9:30 PM (West Cost) si dice che il paragone tra Trump e Berlusconi è realistico, ma è irrealistico paragonare il circo della politica italiana con quella americana (“This is America!”). Nelle case di Los Angeles si è aspettato il nuovo Presidente degli Stati Uniti, con ansia, dalle 5 del pomeriggio. C’è chi ha organizzato una cena con gli amici aspettando il risultato finale, e chi per festeggiare il suo vincitore ha preparato un party vero e proprio. Party esclusivi e privatissimi delle celebrities, quelle star che hanno supportato il rispettivo candidato e che stasera festeggiano o si consolano. Molti big dello spettacolo non hanno esitato a prendere una posizione netta e a dichiararsi a favore di Donald o di Hillary e anche le celebrità che non hanno supportato direttamente uno dei due non hanno comunque avuto il timore di esprimere il loro pensiero e di condividerlo. Come Nicollette Sheridan, attrice popolare al pubblico italiano per il suo ruolo da co-protagonista in Desperate Housewives, che condivide con Huffinghton Post Italia come si sia sentita offesa dalla volgarità di Trump. Trovando inaccettabile che le donne possano oggi essere ancora oggetto di tali denigrazioni. Lei crede nel cambiamento, dice, lo vuole. Hollywood e i suoi registi, da Darren Aronofsky a Julianne Moore hanno condiviso sui social media i loro pensieri in questo final election day: 37 cineasti hanno rivelato perché la scelta migliore sarebbe stata Hillary Clinton, aggiornando le pagine dei social per tutto il giorno. I personaggi del mondo dello spettacolo hanno inondato Twitter di commenti, tanti, tra chi si chiede se l’America sia più sessista che razzista e chi come Kirstie Alley gioisce quando Trump afferra lo Stato dell’Ohio. Sulla Walk of Fame la gente passeggia. E scatta le sue foto ricordo: la più scattata di questi giorni è stata proprio quella alla stella di Donald Trump. Martoriata da chi non lo voleva come presidente, beffeggiata e circondata da un’istallazione di cemento che rappresentava un muro con il filo spinato. Poi difesa invece da chi Trump lo vuole e ha organizzato un presidio per difendere appunto la sua stella. C’è una nuova stella su Hollywood Boulevard in questa notte americana, ed è quella del 45° Presidente degli Stati Uniti d’America (una cometa che brucia in fretta, dice qualcuno). C’è chi rimane a bocca aperta, chi non riesce a credere che sia tutto vero. Chi affida a Trump la speranza di un’America Great Again, come recitava il suo slogan della campagna elettorale. E c’è chi si chiede cosa ci sia stato di sbagliato nella campagna della Clinton. Ma oggi l’America ha scelto quel finale a sorpresa: che cambia la storia. O è forse la storia a cambiare.