Archivi tag: Donald Trump

Le Bibbie di Donald Trump sono “Made in China”

Ph. Doug Mills / The New York Times

di Massimo Basile (agi.it, 9 ottobre 2024)

Migliaia di copie delle Bibbie di Donald Trump sono state stampate in un Paese contro cui il tycoon ha lanciato la crociata, accusandola di rubare posti di lavoro agli americani: la Cina. Secondo quanto accertato da Ap e ripreso dai media statunitensi, la Bibbia è stata stampata da una compagnia che si trova a Hangzhou e che ha spedito negli Stati Uniti 120mila copie tra i primi di febbraio e la fine di marzo.

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L’ascesa di Musk sul palco con Trump, uno show sognando la Casa Bianca

Ph. Jim Watson / Afp

di Massimiliano Panarari (lastampa.it, 7 ottobre 2024)

«Dio li fa e poi li accoppia» (e in questa vicenda il fondamentalismo cristiano conta assai). Donald Trump ed Elon Musk formano un’arrembante coppia (politica) di fatto, specchio esemplare del neopopulismo di destra contemporaneo e di un modello di leadership dove l’egotismo e il narcisismo tracimano senza più remore. Entrambi soggiacciono molto volentieri al fascino della ribalta; in questo caso il palco di Butler, teatro, poco meno di tre mesi fa, del fallito attentato.

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I “colli rossi” d’America

di Marco Ballestracci (ilfoglio.it, 20 maggio 2024)

Capita che ci siano degli anni – uno ogni quattro per la precisione, e guarda caso il 2024 è uno di questi – in cui il mondo trepida per ciò che accadrà a novembre, perché il popolo degli Stati Uniti elegge il proprio presidente. È consuetudine proseguire dicendo che il presidente degli Stati Uniti d’America è l’uomo più potente del mondo, da cui discende per semplice deduzione che pure gli Stati Uniti sono la nazione più potente del mondo.

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Arrivano i Trump Watch, “un fantastico regalo di Natale”

(adnkronos.com, 27 settembre 2024)

«Non perdetevi i Trump Watch», saranno «un fantastico regalo per Natale» e «li adorerete». Così, sul suo Truth Social, l’ex presidente americano e candidato repubblicano alle elezioni presidenziali Donald Trump ha lanciato una sua «collezione di orologi». Sul quadrante, nero, rosso o dorato che sia, appare proprio il nome di “Trump”. Presente anche la riproduzione della firma dell’ex inquilino della Casa Bianca.

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Meme generation

Ph. Franco Antonio Giovanella / Unsplash

di Guia Soncini (linkiesta.it, 17 settembre 2024)

«Oggi un candidato vicepresidente non attaccherebbe mai una donna che fa un figlio, quindi, come si dice, il mio compito è esaurito. Miao». Avevo vent’anni quando mi alzavo alle sei di mattina per vedere su Rete 4 Candice Bergen nel ruolo di Murphy Brown. Ne ho quasi cinquantadue quando Candice Bergen sale sul palco degli Emmy a fare una battuta didascalica ma perfetta. Quando fa ciò che il mondo – cioè: io – si aspetta da lei: ricordare al mondo – cioè: agli altri – che molto prima di J.D. Vance e delle gattare senza figli ci fu Dan Quayle che riteneva che un personaggio di fantasia che decideva di crescere un figlio senza padre costituisse un esempio che avrebbe minato le fondamenta della famiglia americana.

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L’umorismo macabro di Elon Musk

Ph. Samuel Corum / Bloomberg – Getty Images

di Pierre Haski (France Inter / internazionale.it, 17 settembre 2024)

Poche ore dopo il secondo tentativo di attentato contro Donald Trump, Elon Musk, sostenitore del candidato repubblicano e uomo più ricco del mondo, ha pubblicato sul social network X (di cui è proprietario) il seguente messaggio: “E nessuno cerca di assassinare Biden o Harris…”. Alla fine Musk ha cancellato il suo tweet, ma non prima che fosse letto da decine di milioni di persone.

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Perché i deepfake di Kamala Harris sono fatti così male

Wired Staff

di Will Knight (wired.it, 12 settembre 2024)

Quando la scorsa settimana Elon Musk ha condiviso su X un’immagine che apparentemente ritraeva una Kamala Harris vestita da dittatrice comunista, è stato subito evidente che l’illustrazione era un falso creato dall’Intelligenza Artificiale. La candidata alla presidenza degli Stati Uniti del Partito Democratico – appena uscita da un dibattito decisamente positivo contro il suo avversario Donald Trump – non è comunista, e (per quanto ne sappiamo) nemmeno una cosplayer che s’ispira all’Unione Sovietica.

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“Siamo nella Kamala Era”: Harris cita Swift

Ph. Eugene Gologursky / Getty Images

(ansa.it, 14 settembre 2024)

La campagna di Kamala Harris per la Casa Bianca capitalizza l’endorsement di Taylor Swift con maxi-pubblicità a Times Square e lungo la Strip di Las Vegas. Un tabellone digitale nella piazza di Manhattan “ombelico del mondo” mostra immagini rotanti di Harris con lo slogan: “Siamo nella nostra Era Kamala!” e “Un nuovo modo di andare avanti… Pronti?”, duplice riferimento al The Eras Tour della Swift e al suo brano Ready for it? dall’album Reputation.

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Quanto contano gli endorsement delle celebrità nella politica americana

Ph. Jim Cole / Ap

(ilpost.it, 12 settembre 2024)

Martedì 10 settembre, pochi minuti dopo la fine del dibattito fra Donald Trump e Kamala Harris, i candidati alla presidenza degli Stati Uniti, la cantante Taylor Swift ha pubblicato un post su Instagram per annunciare che a novembre avrebbe votato per Harris. La sua dichiarazione di voto è molto significativa per via del suo enorme pubblico ed era molto attesa: nonostante avesse appoggiato candidati Democratici in passato, fra cui lo stesso presidente Joe Biden alle elezioni del 2020, non si era ancora espressa riguardo alle elezioni del 2024.

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“Eating the Cats”: le parole di Trump diventano una canzone

Abc / The Kiffness via YouTube

(adnkronos.com, 13 settembre 2024)

L’allarme di Donald Trump per gli animali mangiati dai migranti a Springfield diventa una canzone. La celeberrima affermazione dell’ex presidente nel dibattito tv con Kamala Harris («Mangiano i cani, mangiano i gatti, mangiano gli animali delle persone che vivono lì») diventa il testo di una canzone “pubblicata” su X dal profilo @TheKiffness di David Scott.

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