Secretary of the Defense of the United States of America via X
di Andrea Daniele Signorelli (wired.it, 30 giugno 2025)
Affidereste le sorti belliche della vostra nazione a un battaglione di nerd? Molto probabilmente no. Eppure, un piccolo gruppo di ingegneri informatici di primissimo livello provenienti dalla Silicon Valley è stato da poche settimane arruolato come riservista dell’esercito statunitense.
di Mario Lettieri – Paolo Raimondi (linkiesta.it, 30 giugno 2025)
La legge sulle criptovalute, nota come Genius Act, è stata approvata dal Senato americano. Adesso spetta alla Camera dei Rappresentanti confermarla. Per accelerare il processo, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump vorrebbe firmarla entro l’estate.
di Andrea Cangini (huffingtonpost.it, 19 maggio 2025)
Semplificando, la si potrebbe mettere come segue. La macchina a vapore ha dato vita alla rivoluzione industriale, che ha dato vita alla classe operaia, che ha dato vita all’ideale socialista… con tutto quello che ne è seguito. Il motore a scoppio ha dato vita al movimento futurista, che ha dato nuova vita al nazionalismo, che ha dato vita al regime fascista… con tutto quello che ne è seguito.
Il potere, una volta concentrato, non conosce barriere: travalica la linea che separa lo Stato dall’impresa, la politica dal mercato. Che nasca in una cancelleria governativa o in una sala riunioni della Silicon Valley, segue la stessa dinamica: impone, controlla, decide. Oggi, nel cuore del sistema politico più potente del mondo, è in atto un esperimento pericoloso e senza precedenti.
di Francesco Cundari (linkiesta.it, 14 gennaio 2025)
Sottoposti come siamo a un bombardamento costante di insensatezze sempre più grottesche, è probabile, è umano, è persino auspicabile che abbiate già dimenticato la disfida dei tecnomiliardari. Mi prendo dunque volentieri – perché dovrei soffrire solo io? – il compito di ricordarvelo. Estate 2023. Attraverso un breve scambio di tweet, post, icsate sui rispettivi social network, Elon Musk sfida Mark Zuckerberg a un combattimento “nella gabbia”, come usa negli incontri di arti marziali miste tanto cari alla nuova destra trumpiana.
Negli ultimi anni, Mark Zuckerberg e la sua Meta (ex Facebook) sono stati sinonimo di posizioni progressiste, programmi di inclusione e diversità, e un’adesione — quanto meno di facciata — ai valori dell’Identity Politics. Eppure, nell’arco di poche settimane, abbiamo assistito a un ribaltamento quasi totale delle politiche interne di Meta: dall’abolizione del fact-checking (almeno negli Stati Uniti) al clamoroso taglio dei programmi Dei (Diversity, Equity & Inclusion). Un’inversione di rotta tanto brusca da lasciare interdetti dipendenti, analisti e semplici osservatori.
di Andrea Cangini (huffingtonpost.it, 30 dicembre 2024)
Par di capire che lo shock sia stato grande. Fino a quando i Giganti del Web hanno presidiato e protetto gli accampamenti liberal, rilanciandone i valori professati ed esaltandone la cultura dichiarata, nessuna questione è stata posta. Si è messa generosamente da parte la legislazione Antitrust, fino ad allora considerata, evidentemente a torto, un tutt’uno imprescindibile con la cultura giuridica nordamericana. Si è sfruttata a proprio vantaggio la distorsione del dibattito pubblico determinata dai social network.
di Massimiliano Panarari (lastampa.it, 7 ottobre 2024)
«Dio li fa e poi li accoppia» (e in questa vicenda il fondamentalismo cristiano conta assai). Donald Trump ed Elon Musk formano un’arrembante coppia (politica) di fatto, specchio esemplare del neopopulismo di destra contemporaneo e di un modello di leadership dove l’egotismo e il narcisismo tracimano senza più remore. Entrambi soggiacciono molto volentieri al fascino della ribalta; in questo caso il palco di Butler, teatro, poco meno di tre mesi fa, del fallito attentato.
di Andrea Monti (huffingtonpost.it, 25 agosto 2024)
Un lancio di Reuters informa dell’arresto, avvenuto in Francia, di Pavel Durov, fondatore e amministratore delegato di Telegram, con doppia cittadinanza russa e francese. Secondo TF1 il motivo dell’arresto è la mancanza di moderazione dei contenuti, l’omessa cooperazione con le forze dell’ordine e il tipo di strumenti (come criptovalute e numeri telefonici usa e getta) reperibili liberamente sulla piattaforma.
di Lucio Romano (huffingtonpost.it, 8 febbraio 2023)
Dopo il lancio del modello ChatGPT, Intelligenza Artificiale (IA) generativa di OpenAI, ecco la risposta di Google con Bard, uno dei due chatbot che il colosso di Mountain View sta sviluppando. Per adesso sarà disponibile solo per un limitato gruppo di tester scelti da Google. Una nuova gigantesca gara, prima di tutto commerciale e finanziaria, tra le Big Tech. Come riporta Agenda Digitale, le Big Five del mercato tecnologico mondiale – Apple, Microsoft, Alphabet-Google, Amazon e Meta-Facebook (in ordine decrescente di valore di mercato) – hanno visto il loro fatturato crescere anche nel 2022, portandosi a circa 1.500 miliardi di dollari: i tre quarti circa del Pil italiano dello stesso periodo.