Archivi tag: star politics

Il programma radicale di Trump per rovesciare l’America

Ph. Evan Vucci / Ap

di Christian Rocca (linkiesta.it, 23 ottobre 2024)

Non se ne parla più, sembra quasi che si sia trattato di un fatto come un altro, normale e naturale. Ma in realtà è stato un tentato colpo di Stato quello ordito da Donald Trump dopo la sconfitta elettorale del 3 novembre 2020, quando l’allora presidente fu cacciato dalla Casa Bianca da una valanga di voti democratici che hanno temporaneamente salvato l’America, l’Ucraina e l’Europa.

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Il linguaggio di Trump

Ph. David Ramos / Getty Images

(linkiesta.it, 22 ottobre 2024)

Le parole danno forma al pensiero, influenzano la conoscenza e il modo di vedere, quindi capire, il mondo. Vale in tutti i contesti, da quelli più intimi e ristretti ai discorsi pubblici. Quando a parlare davanti a una platea sono attori, atleti, artisti di qualsiasi tipo, le parole hanno grande risonanza e un certo peso nell’opinione pubblica. Se a parlare sono personaggi politici, a maggior ragione, il vocabolario diventa uno strumento potentissimo, da maneggiare con cura.

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«Il fantasma del palcoscenico», la critica contestataria all’industria dell’entertainment di Brian De Palma

Harbor Productions / 20th Century Fox

di Filippo Mazzarella (corriere.it, 31 ottobre 2024)

Il 1° novembre 1974 (da noi uscirà, in sordina, solo nell’estate dell’anno successivo) viene distribuito nelle sale americane Il fantasma del palcoscenico (Phantom of the Paradise). Il film è già l’ottavo lungometraggio di un Brian De Palma a un passo dalla consacrazione commerciale (che avverrà due anni dopo con Carrie – Lo sguardo di Satana); e si presenta come un eccentrico musical sui generis che combina con eclettismo stilistico elementi horror, melodramma e strali satirici contro la mercificazione dell’arte e le insidie psicologicamente distruttive del successo.

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L’indisposizione umana a votare come le star

Ph. Jordan Vonderhaar / Getty Images

(linkiesta.it, 29 ottobre 2024)

È il 1956. Elvis Presley non ha ancora compiuto ventidue minuscoli anni, sta per uscire il film Love me tender, mentre canta sculetta così tanto che Ed Sullivan non lo vuole nel suo programma per famiglie. Finché quello va ospite della concorrenza, vince la serata, e Sullivan – che era abituato a fare il programma più visto d’America, secondo solo a I love Lucy – si arrende. Cinquantamila dollari per tre puntate.

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La prima volta che Godzilla distrusse Tokyo

Toho Studios

(ilpost.it, 27 ottobre 2024)

Il 27 ottobre del 1954, settant’anni fa, un film di cui si parlava da mesi fu proiettato per la prima volta in un cinema di Nagoya, in Giappone. Raccontava di un mostro marino preistorico dalla postura eretta, risvegliato da una forte esplosione nucleare nel Pacifico: era ricoperto di squame, era alto più di cinquanta metri e poteva lanciare raggi distruttivi dalla bocca. Si chiamava Gojira, ma in Occidente è conosciuto da sempre come Godzilla.

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Meloni e Trump star (grazie all’AI) della sit-com satirica “Fachas” (Fasci), parodia di “Friends”

La Sexta

di Giovanna Maria Fagnani (corriere.it, 26 ottobre 2024)

Giorgia Meloni e Donald Trump «coinquilini», che organizzano «party di suprematisti bianchi» e che fanno un colloquio a un aspirante nuovo affittuario di una delle altre stanze della loro casa – ovvero il leader del partito di destra spagnolo Vox, Santiago Abascal – mentre si sente il rumore di un tagliaerba. «È solo Milei (Javier, il presidente argentino – N.d.R.). A quest’ora taglia sempre dei diritti» spiega Trump.

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Musk e Putin, i contatti segreti

Ph. Anna Moneymaker / Getty Images

di Riccardo Piccolo (wired.it, 25 ottobre 2024)

Il Wall Street Journal ha rivelato che Elon Musk, l’imprenditore a capo di Tesla e SpaceX, avrebbe avuto una serie di conversazioni telefoniche con Vladimir Putin dalla fine del 2022. I colloqui sarebbero avvenuti in modo riservato e avrebbero riguardato temi personali, affari e questioni geopolitiche. Il Cremlino, attraverso il portavoce Dmitry Peskov, ha però smentito categoricamente.

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Lo scontro tra Grillo e Conte è la degna conclusione della più clamorosa presa in giro della politica italiana

Unsplash

di Mario Lavia (linkiesta.it, 25 ottobre 2024)

Morire per Beppe Grillo? O morire per Giuseppe Conte? Per chi tifare: per il buffone che soffiò sul fuoco populista (la Casta, la Casta!) o per l’azzeccagarbugli passato dai decreti Salvini alla critica da sinistra a Kamala Harris? Meglio il Movimento dell’uno vale uno o il Partito a-valoriale e trasformista? Sono alternative false. Il Comico e l’Avvocato sono due facce della stessa medaglia, come dice Robert De Niro ad Al Pacino ne La sfida – solo che questi sono due miti, quelli due ominicchi.

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Obama rapper con Eminem per Kamala Harris

Ph. Paul Sancya / keystone-sda.ch – Stf

di Monica Coviello (vanityfair.it, 23 ottobre 2024)

Poco prima di Barack Obama, sul palco, al comizio pro Kamala Harris (candidata democratica alle presidenziali Usa, che si terranno fra due settimane), in Michigan, c’era Eminem. L’artista vincitore di un Grammy, 52 anni, e l’ex presidente democratico, 63 anni, hanno condiviso brevemente la scena, a Detroit. E per Obama è stata anche l’occasione per omaggiare il cantante.

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Trump che serve al McDonald’s e il cortocircuito tra realtà e finzione

Ph. Doug Mills / The New York Times via Ap

di Antonio Gurrado (ilfoglio.it, 22 ottobre 2024)

Grande scandalo poiché Donald Trump ha servito per un quarto d’ora i clienti di un McDonald’s in Pennsylvania, però facendo finta. Nel senso che – spiegano i giornali – il fast food risultava chiuso e gli avventori erano stati convocati in loco appositamente selezionandoli fra sostenitori del Gop. Certo, dal punto di vista meramente definitorio, verrebbe da chiedersi se la finta in realtà non fosse vera.

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