Archivi tag: campagna elettorale

Vignetta non pubblicata, disegnatrice del “Washington Post” si dimette

Ann Telnaes

(ilpost.it, 4 gennaio 2025)

Una delle disegnatrici del Washington Post, Ann Telnaes, si è dimessa perché il giornale non ha pubblicato una sua vignetta su Jeff Bezos, tra gli uomini più ricchi del mondo, proprietario di Amazon nonché dello stesso Washington Post. Telnaes, che è una vincitrice del Premio Pulitzer, ha pubblicato sulla sua newsletter personale un bozzetto della vignetta: mostra vari personaggi di spicco delle aziende tecnologiche e dei media statunitensi che s’inginocchiano davanti a Donald Trump.

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Trump e Musk, due miliardari destinati a divorarsi

Ph. Joe Raedle / Getty Images

di Bill Emmott (lastampa.it, 29 dicembre 2024)

Durante le Feste è stato un gioco divertente. I social media si sono sbizzarriti con immagini di Donald Trump al servizio di Elon Musk: gli porta bibite nello Studio Ovale, gli pulisce il parabrezza della macchina, gli lucida le scarpe. Il presidente eletto ha addirittura rincarato lo spasso quando, a una conferenza stampa a Mar-a-Lago, ha detto che Musk non può aspirare a diventare presidente perché non è nato negli Stati Uniti.

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Su “Ymca” non si può restare neutrali

Mpp

(ilpost.it, 6 dicembre 2024)

Ymca, il tormentone che il gruppo dance statunitense dei Village People pubblicò nel 1978, divide da sempre chi l’ascolta in due fazioni: da un lato c’è chi la considera una canzone conviviale e fondamentalmente innocua, e che si lascia coinvolgere dal suo ritornello senza farsi troppe domande; dall’altro chi la reputa pacchiana, eccessiva e di pessimo gusto, e tremendamente fastidiosa anche e soprattutto per il balletto che puntualmente l’accompagna. Le vie di mezzo sono rare.

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Elon Musk da record, è il primo a valere più di 400 miliardi

Ph. Christian Marquardt / Pool – Getty Images

(ansa.it, 11 dicembre 2024)

Elon Musk batte un nuovo record. Non solo è il più ricco del mondo, ma è anche il primo a superare la soglia dei 400 miliardi di dollari di ricchezza personale. Una fortuna accumulata negli anni e che di recente è aumentata ulteriormente grazie al rally di Tesla, che corre a Wall Street dall’elezione di Donald Trump, e di SpaceX, la sua società spaziale.

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Kash Patel all’Fbi, la nomina più inquietante fatta fin qui da Trump

Ph. Justin Sullivan / Getty Images

di Tess Owen (wired.it, 3 dicembre 2024)

Nella serata di domenica 1° dicembre, il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump ha pubblicato un post sul suo social, Truth, per chiedere retoricamente se la grazia concessa dall’attuale presidente Joe Biden al figlio Hunter sarebbe stata estesa anche gli «ostaggi del 6 gennaio, che sono ormai in prigione da anni». Nel corso della campagna elettorale per le presidenziali, Trump ha spesso citato i rivoltosi che hanno partecipato all’assalto al Congresso americano del 6 gennaio 2021, identificandoli come «J-6 Hostages» – da January 6 – e giurando di scarcerarli in caso di vittoria.

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Negli Stati Uniti i neonazisti prendono sempre più coraggio

Ph. Ford Fischer / News2Share via Bangor Daily News

di Tess Owen (wired.it, 30 novembre 2024)

Il 16 novembre, undici giorni dopo le elezioni presidenziali negli Stati Uniti, una dozzina di neonazisti appartenenti a un gruppo chiamato Hate Club 1488 ha marciato senza problemi per le strade di Columbus, in Ohio, portando con sé bandiere con svastiche e scandendo insulti razzisti. Diversi leader a livello statale e nazionale, tra cui il presidente Joe Biden, hanno condannato l’evento, come anche leader locali e attivisti.

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I cappellini Maga ora si vedono perfino a New York

Ph. Yuki Iwamura / Ap

(ilpost.it, 21 novembre 2024)

Il cappellino da baseball rosso Maga – “Make America Great Again”, far tornare grande l’America – è probabilmente uno degli oggetti più iconici e rappresentativi di questa epoca politica negli Stati Uniti. Fu messo in circolazione durante la campagna presidenziale di Donald Trump del 2016 per identificare i suoi sostenitori e da allora è considerato un simbolo divisivo. Se nelle aree più rurali e conservatrici degli Stati Uniti è normale vederne in giro, nelle grandi città, storicamente più Democratiche, è piuttosto raro incontrare qualcuno che lo indossa.

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L’ascesa della tech right, la nuova contro-élite di Trump

Ph. Gilles Lambert / Unsplash

di Maurizio Stefanini (linkiesta.it, 21 novembre 2024)

La «destra tech» ha preso il potere negli Stati Uniti, ha scritto Le Monde, riprendendo così un’etichetta di tech right su cui da tempo si stavano accumulando segnalazioni. Citando alla rinfusa: il New Statesman ha definito la Silicon Valley «intossicata» da una nuova mania per il quoziente di intelligenza dai risvolti razzisti. Secondo il blogger Noah Smith è logico che chi fa business si orienti a favore di un partito come quello Repubblicano che si presenta come più pro-business.

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Kamala Harris ha perso: l’era del celebrity endorsement è finita?

The Guardian / Getty Images

di Edward Helmore (theguardian.com / dagospia.com, 19 novembre 2024)

I nomi sembrano quelli di un cast di talenti in procinto di calcare un red carpet o di partecipare alla famosa festa post-Oscar di Vanity Fair. Oprah Winfrey, Megan Thee Stallion, George Clooney, Leonardo DiCaprio, Bruce Springsteen e molti, molti altri. Questi sono solo alcuni dei nomi di celebrità di spicco che hanno sostenuto la corsa fallimentare di Kamala Harris alla Casa Bianca, rendendola una delle campagne politiche più costellate di star nella storia degli Stati Uniti.

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La religione delle celebrità

di Guia Soncini (linkiesta.it, 18 novembre 2024)

«Hai fatto tutto questo casino per uno di cui neanche sai il nome? E pensi ancora che il prossimo presidente debba essere una donna?». Lo dice Alec Baldwin a Tina Fey, è il 2007, è un altro mondo: non solo Hillary Clinton non ha ancora neppure perso le primarie contro Barack Obama, ma si possono ancora fare battute sui due che sovrintendono alla reputazione dei neri famosi in America: Oprah Winfrey e Bill Cosby.

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