Archivi tag: George W. Bush

I 40 anni di “Alba rossa” segnano per sempre il cinema

Metro-Goldwyn-Mayer Studios Inc.

di Giulio Zoppello (esquire.com, 10 agosto 2024)

Comprendere perché Alba rossa di John Milius sia diventato uno dei war movie per eccellenza degli anni Ottanta, ma più ancora uno dei film fondamentali per capire l’America, la sua mentalità e visione del mondo, significa tornare ad un periodo storico-culturale molto particolare. Eravamo nel pieno della contrapposizione tra Usa ed Urss, che aveva avuto nell’invasione dell’Afghanistan da parte di Mosca un momento di non ritorno.

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“Fahrenheit 9/11”, i vent’anni di una profezia cinematografica

di Giulio Zoppello (esquire.com, 24 giugno 2024)

Fahrenheit 9/11 quando uscì, vent’anni fa, generò un tale vespaio che oggi si fa fatica a credere che questo documentario, premiato con la Palma d’Oro al Festival di Cannes presieduto da Quentin Tarantino, sia esistito veramente. Viene anche da chiedersi se abbia avuto conseguenze esclusivamente positive e non anche negative.

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“Things Can Only Get Better” dei D:Ream, dall’arrivo di Blair all’addio a Sunak

Ph. Leon Neal / Getty Images

(ilpost.it, 1° luglio 2024)

Tra i tantissimi concerti al Festival di Glastonbury c’è stato anche quello del gruppo pop nordirlandese dei D:Ream, famoso soprattutto a metà degli anni Novanta. Era la prima volta che i D:Ream suonavano all’evento musicale più noto d’Europa e la loro esibizione era attesa soprattutto per Things Can Only Get Better, il tormentone che fu ripreso dai Laburisti di Tony Blair per poi diventare la colonna sonora della vittoria del partito alle elezioni politiche del 1997, dopo diciotto anni di governi conservatori.

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Nella quarta stagione di “The Boys” Trump diventa il cattivo della serie

Amazon Prime Video

di Silvia Renda (huffingtonpost.it, 13 giugno 2024)

L’attesa si è interrotta oggi. A oltre due anni dal rilascio dell’ultimo episodio della terza stagione, sono arrivate le nuove puntate di The Boys, fortunata serie targata Amazon Prime Video, ambientata in un’America distopica, dove i supereroi vivono tra noi, ma non sono quelle brave persone che la Marvel o la Dc Comics ci avevano raccontato. Il capitolo quattro della saga è un punto di svolta: fortemente più politicizzato e schierato rispetto al racconto precedente, affronta tematiche calde negli Stati Uniti, come l’aborto.

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Al Jazeera non è una cosa sola

di Valerio Clari (ilpost.it, 9 aprile 2024)

La rete televisiva del Qatar Al Jazeera è uno dei più importanti network di informazione al mondo e uno dei pochi media internazionali rimasti operativi nella Striscia di Gaza, invasa ormai da mesi dall’esercito israeliano. Da quando è nata, nel 1996, è stata al centro di numerose polemiche internazionali, accusata di fare da “megafono” alle ambizioni politiche degli emiri del Qatar, dei movimenti islamisti e talvolta di quelli terroristi.

Ph. Suzanne DeChillo / The New York Times – Redux

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Eminem e gli altri: i cantanti salgono sulle barricate contro i politici

di Daniela Lanni (lastampa.it, 30 agosto 2023)

Cantanti contro politici. Uno scontro che si ripete da anni, ogni volta che arriva la stagione elettorale e il candidato di turno utilizza il brano del proprio artista o band preferita come colonna sonora della propria campagna. L’ultimo match vede protagonisti il multimilionario biotecnologico e potenziale candidato repubblicano americano Vivek Ramaswamy ed Eminem.

Ph. Chris Pizzello / Ap – File

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Porro restituisce le voci di Salvini e Meloni (e altre incapacità di capire il mondo)

di Guia Soncini (linkiesta.it, 13 marzo 2023)

La prima volta era il settembre del 2001, e ancora non avevamo tutti un telefono con dentro la telecamera. Però nella scuola in cui George W. Bush stava leggendo le fiabe ai bambini c’era ovviamente una troupe, e quindi per tutta la vita poi il poverino è stato quello: il presidente inadeguato che fa la faccia da coglione che non capisce quando gli dicono dobbiamo andare, si è schiantato un aereo sul World Trade Center.

Instagram

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Gli Oscar sono sempre stati politici, e quest’anno non sarà diverso

di David Canfield (vanityfair.it, 26 marzo 2022)

L’anno scorso, in questo periodo, Donald Trump definiva gli Oscar troppo «politicamente corretti», accusando lo spettacolo di essere utile come piattaforma per il Partito Democratico e suggerendo che l’Academy si fosse allontanata dalla sua funzione iniziale di onorare i film senza riconoscere il mondo che li circonda. A parte la natura generale e sconclusionata della dichiarazione, la sua premessa implicita era sbagliata: gli Oscar hanno sempre messo in mostra momenti politici. Di conseguenza, i tentativi di lunga data dell’Academy di raggiungere una più ampia rilevanza culturale saranno sicuramente rispettati anche questa domenica sera, quando i padroni di casa Wanda Sykes, Amy Schumer e Regina Hall metteranno in scena uno spettacolo stellare in un momento di guerra.

Mariel Tyler – Getty Images

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Via da Spotify le canzoni di Neil Young. Ma non è finita…

di Gabriele Fazio (agi.it, 27 gennaio 2022)

“O me o Joe Rogan su Spotify, non entrambi” aveva minacciato Neil Young nei giorni scorsi con una lettera, condivisa poi sui social (ed eliminata poco dopo), indirizzata al proprio manager. Impossibile la convivenza sulla stessa piattaforma della sua musica con The Joe Rogan Experience, uno dei più seguiti podcast del palinsesto statunitense su Spotify che, secondo il cantautore canadese dal passaporto a stelle e strisce, avrebbe diffuso notizie false riguardo l’emergenza sanitaria, appoggiando tesi smaccatamente no vax. Il podcast al momento è ancora disponibile, di Neil Young su Spotify è rimasto solo un disco, il live Paris 1989, l’EP Neil Young At Live Aid e il brano Campfire, composto per la colonna sonora del film Bright, al quale si è prestato in featuring con Shelley FKA DRAM.

Ph. Michael Tran / FilmMagic

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Un pugnale alla gola della democrazia americana

di Gianni Riotta (huffingtonpost.it, 6 gennaio 2022)

“Un anno fa, in questo sacro luogo, la nostra democrazia è stata attaccata. La volontà popolare è finita sotto assalto. La Costituzione ha affrontato la minaccia più grave. Per la prima volta nella nostra Storia, un presidente, che aveva perso le elezioni, ha provato a impedire il pacifico scambio di poteri, mentre una teppa violenta invadeva il Campidoglio. Hanno fallito. Questa è la verità: l’ex presidente degli Stati Uniti ha creato e diffuso una ragnatela di bugie sulle elezioni del 2020. Perché crede al potere, non ai principi ideali e vede i propri interessi al di sopra di quelli del Paese… Il suo ego sconfitto pesava più della democrazia e della Costituzione. Non ha accettato di perdere… Non si ama il Paese solo quando si vince. Non si è patrioti mentendo. Chi ha invaso Capitol Hill, e i mandanti, hanno puntato un pugnale alla gola della democrazia”.

Ph. Eric Thayer / The New York Times – Redux

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