Archivi tag: Bruce Springsteen

Perché Trump fa pubblicità al nuovo ristorante di Kid Rock

Ph. Andrew Harnik / Getty Images

(agi.it, 3 giugno 2025)

Donald Trump ha dedicato un post su Truth al nuovo ristorante aperto da Kid Rock, cantautore ed entusiasta sostenitore del movimento Maga. «Congratulazioni al mio amico Kid Rock (io lo chiamo Bob! [il vero nome dell’artista, noto per All summer long, è Robert James Ritchie – N.d.R.]) per l’inaugurazione del suo nuovo ristorante a Nashville» ha scritto il presidente degli Stati Uniti.

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Trump ha pubblicato un video in cui colpisce Springsteen con una pallina da golf

(rollingstone.it, 21 maggio 2025)

Donald Trump ha pubblicato un video in cui colpisce Bruce Springsteen con una pallina da golf. Non è uno scherzo. Il Presidente degli Stati Uniti ha postato sul suo social Truth, e poi rilanciato su X, un breve video in cui lo si vede sul campo da golf, intento a colpire una pallina.

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Springsteen contro Trump

Ph. Shirlaine Forrest / Getty Images

di Giovanni Ansaldo (internazionale.it, 20 maggio 2025)

Era il 1984. Negli Stati Uniti era uscito da poco Born in the U.S.A., forse il disco più famoso di Bruce Springsteen, e Oltreoceano la “Springsteenmania” era in pieno svolgimento. Un brano, in particolare, stava spopolando, quello che dava il titolo all’album: Born in the U.S.A. Era un inno rock con un sintetizzatore in primo piano, una melodia orecchiabile e un ritornello che ricordava come il protagonista fosse «nato negli Stati Uniti».

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Donald Trump contro Bruce Springsteen e Taylor Swift

Ph. Alex Brandon / Ap

(adnkronos.com, 16 maggio 2025)

«Bruce Springsteen è un imbecille sopravvalutato». Firmato, Donald Trump. Il presidente degli Stati Uniti dedica un post “poco presidenziale” al rocker, da sempre schierato con i democratici e sostenitore prima di Joe Biden e poi di Kamala Harris alle elezioni del 2024.

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La notte di “We are the World”

(ilpost.it, 28 gennaio 2025)

Sulla porta degli A&M Studios di Los Angeles il 28 gennaio del 1985 c’era un cartello che invitava a lasciare «l’ego fuori dalla porta». Lo aveva attaccato il leggendario produttore e compositore Quincy Jones in vista di quella che, 40 anni fa, fu una notte memorabile per la storia del pop: quella in cui fu registrata We are the World, una delle canzoni più conosciute di sempre.

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Trump nomina Stallone, Gibson e Voight suoi “ambasciatori speciali” a Hollywood

Getty Images

(agi.it, 17 gennaio 2025)

Il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump ha nominato gli attori Sylvester Stallone, Jon Voight e Mel Gibson “ambasciatori speciali” a Hollywood per fargli da “occhi e orecchie” nell’industria cinematografica, che è in larga parte pro-Democratici. Stallone, 78enne newyorkese che ha interpretato Rambo e Rocky, ha aperto un gala per il presidente eletto a metà novembre nel suo feudo di Mar-a-Lago in Florida.

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Kamala Harris ha perso: l’era del celebrity endorsement è finita?

The Guardian / Getty Images

di Edward Helmore (theguardian.com / dagospia.com, 19 novembre 2024)

I nomi sembrano quelli di un cast di talenti in procinto di calcare un red carpet o di partecipare alla famosa festa post-Oscar di Vanity Fair. Oprah Winfrey, Megan Thee Stallion, George Clooney, Leonardo DiCaprio, Bruce Springsteen e molti, molti altri. Questi sono solo alcuni dei nomi di celebrità di spicco che hanno sostenuto la corsa fallimentare di Kamala Harris alla Casa Bianca, rendendola una delle campagne politiche più costellate di star nella storia degli Stati Uniti.

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Lezioni trumpiane: la musica non può più cambiare il mondo

Ph. Yui Mok / Ap

di Gabriele Isman (huffingtonpost.it, 8 novembre 2024)

La cavalleria non è bastata, o forse non è mai arrivata. Nonostante gli endorsement di Bruce Springsteen, Billie Eilish, Taylor Swift, Beyoncé e Lady Gaga, Kamala Harris ha perso e hanno vinto gli altri, Donald Trump e Elon Musk che sembra vicepresidente più di J.D. Vance. Una volta la musica poteva cambiare il mondo – Imagine di John Lennon è ancora una speranza di pace e Blowing in the wind è stato l’inno di almeno un paio di generazioni, e che stavolta Bob Dylan non si sia fatto sentire forse era già un segnale – ma adesso non bisogna più scegliere.

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“We are the world”, il miracolo di Quincy Jones

di Andrea Silenzi (repubblica.it, 4 novembre 2024)

Era l’epoca della coscienza: i musicisti avevano deciso di prendersi cura del mondo, anzi dei disperati del mondo. Sulla scia di Band Aid – Do they know it’s Christmas, l’invenzione di Bob Geldof con le grandi star inglesi, Lionel Richie e Michael Jackson avevano scritto una canzone con la stessa finalità: raccogliere fondi per combattere la crisi alimentare in Africa.

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