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“Things Can Only Get Better” dei D:Ream, dall’arrivo di Blair all’addio a Sunak

3 Luglio 2024Readings on Star PoliticsAl Mackenzie, Bill Clinton, Brian Cox, D:Ream, Don’t stop, Fleetwood Mac, George W. Bush, Glastonbury Festival 2024, guerra in Iraq, Keir Starmer, Peter Cunnah, politica-per-media, Rishi Sunak, Sea of Change, star politics, Steve Bray, Stuart McAnulla, Sunderland Afc, Take That, Things Can Only Get Better, Tie The Boy, Tony BlairStar Politics

Ph. Leon Neal / Getty Images

(ilpost.it, 1° luglio 2024)

Tra i tantissimi concerti al Festival di Glastonbury c’è stato anche quello del gruppo pop nordirlandese dei D:Ream, famoso soprattutto a metà degli anni Novanta. Era la prima volta che i D:Ream suonavano all’evento musicale più noto d’Europa e la loro esibizione era attesa soprattutto per Things Can Only Get Better, il tormentone che fu ripreso dai Laburisti di Tony Blair per poi diventare la colonna sonora della vittoria del partito alle elezioni politiche del 1997, dopo diciotto anni di governi conservatori.

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Fleetwood Mac, “Don’t stop”

20 Gennaio 2023Readings on Star PoliticsDon’t stop, Fleetwood MacStar Politics

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Musica e politica: storia di canzoni negate

20 Agosto 2022Readings on Star PoliticsAdele, Aerosmith, Aretha Franklin, Barack Obama, Beyoncé, Bill Clinton, Born free, Born in the Usa, Bruce Springsteen, campagna elettorale, Ciao ciao, Cindy Lauper, comunicazione politica, C’è chi dice no, Despasito, Donald Trump, Don’t stop, elezioni politiche 2022, Elodie, Fleetwood Mac, Frank Sinatra, Gianluigi Paragone, Gianna Nannini, Giorgia, Giorgia Meloni, Hillary Clinton, Ivano Fossati, Joe Biden, John Fitzgerald Kennedy, Jovanotti, Kathryn Cramer Brownell, Kid Rock, La Rappresentante di Lista, Luis Fonsi, Matteo Salvini, Meno male che Silvio c’è, Mitt Romney, Neffa, Neil Young, Nicolás Maduro, politica-per-media, political endorsement, propaganda, Rino Gaetano, Rolling Stones, Romano Prodi, Ronald Reagan, Silvio Berlusconi, star politics, True colors, Vasco RossiStar Politics

di Chiara Pizzimenti (vanityfair.it, 6 agosto 2022)

La questione non ha confine né latitudine. In campagna elettorale la musica è fondamentale: trascina. Gli esperti di politica e comunicazione lo sanno: un tormentone, una canzone impegnata, un classico, ognuna può far presa in maniera diversa e portare avanti i candidati. Solo che non sempre chi quelle canzoni le canta e le ha portate al successo è pronto e felice di vederle usare per scopi propagandisti. Ultimo caso La Rappresentante di Lista contro Matteo Salvini. L’oggetto del contendente è la canzone Ciao ciao, tormentone che viene dal Festival di Sanremo. Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina segnalano in un tweet: «Ci arriva voce che al comizio di S4lvini il dj abbia messo #ciaociao. La nostra maledizione sta per abbattersi su di te, becero abusatore di hit».

LaPresse

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Non puoi sempre avere quello che vuoi, o delle dispute politiche sulle canzonette

22 Luglio 2020Readings on Star PoliticsAbba, Al Gore, Barack Obama, Bill Clinton, Born in the U.S.A., Boston, Bruce Springsteen, Buckle down with Nixon, California here I come, celebrity politics, comunicazione politica, Donald Trump, Don’t stop thinking about tomorrow, Fleetwood Mac, Follow Washington, Francesco De Gregori, George H.W. Bush, George W. Bush, George Washington, I won’t back down, John Edwards, John Kerry, John McCain, John Mellencamp, Ludacris, Mike Huckabee, More than a feeling, No surrender, Oscar Brand, Our Country, politica-per-media, Politics as usual, Presidential Campaign Songs: 1789-1996, propaganda, Rolling Stones, Ronald Reagan, star politics, Take a chance on me, This land is my land, This machine kills fascists, Tom Petty, Viva l’Italia, Woody Guthrie, You can’t always get what you wantStar Politics

di Maurizio Stefanini (linkiesta.it, 30 giugno 2020)

I Rolling Stones contro Donald Trump, e non solo. A Tulsa, nel comizio di apertura della sua campagna elettorale, il presidente ha fatto suonare You can’t always get what you want: una canzone che ha compiuto 52 anni, dal momento che fu registrata il 16 e 17 novembre 1968, per essere inclusa nell’album del 1969 Let it bleed. Continua la lettura di Non puoi sempre avere quello che vuoi, o delle dispute politiche sulle canzonette →