Secretary of the Defense of the United States of America via X
di Andrea Daniele Signorelli (wired.it, 30 giugno 2025)
Affidereste le sorti belliche della vostra nazione a un battaglione di nerd? Molto probabilmente no. Eppure, un piccolo gruppo di ingegneri informatici di primissimo livello provenienti dalla Silicon Valley è stato da poche settimane arruolato come riservista dell’esercito statunitense.
di Leah Feiger – Louise Matsakis – Jake Lahut (wired.it, 8 marzo 2025)
Ci sono persone che pagano milioni di dollari per cenare con il presidente statunitense Donald Trump durante eventi speciali organizzati a Mar-a-Lago, la sua residenza a Palm Beach, in Florida. Secondo fonti che hanno una conoscenza diretta di queste serate, gli imprenditori che vogliono assicurarsi un incontro a tu per tu con il presidente possono farlo a Mar-a-Lago sborsando cinque milioni di dollari.
di Andrea Cangini (huffingtonpost.it, 30 dicembre 2024)
Par di capire che lo shock sia stato grande. Fino a quando i Giganti del Web hanno presidiato e protetto gli accampamenti liberal, rilanciandone i valori professati ed esaltandone la cultura dichiarata, nessuna questione è stata posta. Si è messa generosamente da parte la legislazione Antitrust, fino ad allora considerata, evidentemente a torto, un tutt’uno imprescindibile con la cultura giuridica nordamericana. Si è sfruttata a proprio vantaggio la distorsione del dibattito pubblico determinata dai social network.
di Massimiliano Coccia (linkiesta.it, 27 novembre 2024)
Nicolai Lilin, al secolo Nikolaj Jur’evič Veržbickij, è conosciuto per il suo bestseller Educazione siberiana (Einaudi), un finto memoir in cui l’autore inventa di sana pianta radici familiari, l’esistenza di intere popolazioni che avrebbero popolato la Transinistria, e tentante rivoluzioni mai avvenute. Invenzioni che però gli sono valse molti riconoscimenti, presentazioni e contratti.
L’ultima campagna elettorale statunitense e la rielezione alla presidenza di Donald Trump hanno aperto un dibattito nei media americani intorno al fatto che il cosiddetto “potere del giornalismo” non esista più, o almeno sia molto diminuito. Le testate tradizionali, dai grandi quotidiani alle riviste più autorevoli alle maggiori televisioni, avevano tenuto in grande maggioranza posizioni critiche contro Trump o di vera opposizione.
Quando la scorsa settimana Elon Musk ha condiviso su X un’immagine che apparentemente ritraeva una Kamala Harris vestita da dittatrice comunista, è stato subito evidente che l’illustrazione era un falso creato dall’Intelligenza Artificiale. La candidata alla presidenza degli Stati Uniti del Partito Democratico – appena uscita da un dibattito decisamente positivo contro il suo avversario Donald Trump – non è comunista, e (per quanto ne sappiamo) nemmeno una cosplayer che s’ispira all’Unione Sovietica.
Google ha davvero “oscurato” il candidato nonché ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump? Questa è l’accusa di Elon Musk, ceo di Tesla, SpaceX e di X.com, l’ex Twitter che ha acquistato per 44 miliardi di dollari e che è diventata la piattaforma dei suoi attacchi e delle sue campagne politiche. Oggi Musk ha pubblicato lo screenshot di una ricerca su Google in cui chi prova a scrivere “President Donald” ottiene come suggerimenti “President Ronald Reagan” o “President Donald Duck”, ovvero Paperino.
Adesso siamo tutti convinti che i social media determinino le opinioni politiche, e di conseguenza influenzino il voto. Non era così all’inizio, quando un tipico atteggiamento, un po’ supponente, si condensava nel mantra: «… e poi c’è la vita vera». Abbiamo (hanno) scoperto che nell’ambito della vita vera ci sono i social media. Accadeva allora (sembra un tempo remoto, ma siamo a dieci anni fa, o poco più) che la tecnologia permettesse una precisione nella comunicazione politica prima impensata e impensabile.
Google non ha approvato la distribuzione di Truth Social, l’app che permette di collegarsi al social network creato dall’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, sul Play Store, il servizio per scaricare e acquistare nuove applicazioni sugli smartphone Android: secondo Google, il social network violerebbe le norme sulla moderazione dei contenuti, in particolare rispetto alle minacce e all’incitamento alla violenza. Truth Social (“truth” significa “verità”) era stato presentato lo scorso ottobre, e la app è disponibile dallo scorso febbraio sull’App store di Apple (ma non ancora in Italia). Trump l’aveva creato come alternativa ai social network da cui era stato rimosso per il suo coinvolgimento nell’attacco al Congresso statunitense del 6 gennaio 2021: l’aveva descritta come la piattaforma che puntava a «dare una voce a tutti», «per opporsi alla tirannia delle società Big Tech» e «per combatterle».
di Michele Mezza (huffingtonpost.it, 19 maggio 2022)
Se nella guerra in Ucraina la Rete è stata un’infrastruttura fondamentale per la resistenza contro i russi, nel dopoguerra rischia di diventare una gabbia micidiale per le democrazie dell’Occidente. La balcanizzazione di Internet, conseguenza del conflitto Est/Ovest, che ha rotto l’universalità delle connessioni, riducendo il sistema digitale a un’Intranet euro-americana, sta spingendo i gruppi della Silicon Valley a ridisegnare i propri modelli di business. Facebook sta diventando il mercato della comunicazione commerciale, spingendo verso il suo metaverso milioni di piccole e medie imprese. Google si propone come re intermediatore del sistema dell’informazione, diventando la rassegna news globale, integrando nella profilazione dei suoi milioni di utenti il flusso delle news della carta stampata.