La Lady Gaga vietnamita vuole andare in Parlamento

di Simona Verrazzo («Il Venerdì di Repubblica», 8 aprile 2016)

Attivisti, dissidenti, ma anche comici, avvocati, artisti, imprenditori: per la prima volta in Vietnam i candidati indipendenti per un seggio all’Assemblea Nazionale nelle elezioni del 22 maggio 2016 non saranno alcune decine bensì circa un centinaio, nonostante la censura.Mai_KhoiOggi al Parlamento monocamerale di Hanoi sono 42 su 500, mentre gli altri appartengono tutti al Partito comunista del Vietnam. In questa tornata di maggio, invece, il numero dei candidati indipendenti è superiore a qualsiasi altra elezione. Una presenza tanto massiccia che viene seguita con grande attenzione da osservatori politici, analisti economici e media internazionali, anche perché si tratta di persone molto diverse tra loro. Tra i volti più noti c’è quello di colei che è stata ribattezzata la «Lady Gaga vietnamita»: Mai Khoi, 32 anni, di professione cantante, che annovera tra gli ultimi successi singoli dai titoli Vietnam e Orgasmo Selfie. Il suo programma politico parla di diritti delle coppie omosessuali e delle donne, libertà di espressione, in particolare degli artisti, quasi un richiamo a sé stessa. Altra candidata indipendente è Nguyen Trang Nhung, 34 anni, non a caso imprenditrice di Ho Chi Minh City (l’ex Saigon), cuore economico del Paese. Per lei l’impegno politico significa, ha detto, garantire il rispetto dei diritti umani, per cui ancora il Vietnam viene criticato dalle organizzazioni umanitarie internazionali. Nguyen Cong Vuong, 34 anni anche lui, è invece un popolare comico e presentatore e si scaglia contro le immagini dei politici egoisti e satolli, che dormono durante i dibattiti. Capofila degli indipendenti è però il 69enne Nguyen Quang A: ex imprenditore, ex membro del Partito comunista, membro del Civil Society Forum. Il suo volto è diventato il simbolo della dissidenza. Risulterebbe invece escluso quello che gli osservatori considerano il futuro leader degli oppositori; Nguyen Dinh Ha, 29 anni, avvocato e blogger: nel 2014 ha lanciato dal Congresso di Washington un appello contro la censura nel Paese. La sua campagna elettorale anche in inglese è stata malvista e lui è stato dichiarato incandidabile per «mancanza di qualità» e partecipazione ad «attività anti-statali». Non sono pochi però a scommettere che si sentirà ancora parlare di lui. La presenza così numerosa di candidati indipendenti è tanto seguita anche perché le elezioni arrivano dopo la rielezione, a fine gennaio, a segretario del Partito comunista di Nguyen Phu Trong, 72 anni, considerato un conservatore vicino alla Cina, ben distante dal 67enne attuale primo ministro Nguyen Tan Dung, fautore in un decennio di importanti riforme economiche e firmatario dell’accordo di libero scambio Partenariato Trans-Pacifico (TPP), ma escluso dal politburo e di cui sono attese le dimissioni all’indomani del voto di maggio. C’è interesse a capire come il fronte dei parlamentari indipendenti si confronterà con i nuovi vertici dello Stato. L’attesa è grande anche nella popolazione. Anche perché la riconferma a segretario di Trong è arrivata poco dopo la morte di Cu Rua, secolare tartaruga gigante di 180 kg del lago di Hoan Kiem, ad Hanoi, simbolo di longevità e dell’indipendenza del Paese. Cu Rua significa «tartaruga bisnonna» e, tra religione e superstizione, l’evento è stato visto come un fatto simbolico, portatore di disgrazie: così i vietnamiti si chiedono se possa avere influssi negativi anche sulla vita politica del Paese.