Renato Rascel, “È arrivata la bufera”

 

Quando scende in ciel la sera ed infuria la bufera / più non canta capinera / è finita primavera / vi saluta e se ne va

L’acqua scende e bagna tutti / siano belli siano brutti / siano grandi oppur piccini / metà prezzo ai militar

Con l’acqua che scende / che scroscia e che va / Pierino in angosce / calosce non ha

È arrivata la bufera / è arrivato il temporale / chi sta bene e chi sta male / e chi sta come gli par

Nella notte profonda / sembra che uno glielo avesse detto e invece non glielo aveva detto / che poi tanto anche se glielo avesse detto quello lì non ci sentiva / sai come succede in queste cose qua

È arrivata la bufera / è arrivato il temporale / senza pepe e senza sale / la minestra non si fa

Seconda strofa

Nel suo morbido lettino dorme placido Pierino / e suo zio ch’è di Voghera / sta danzando l’habanera / mentre infuria il temporal

Il suo babbo è minatore / e ogni dì gli batte il cuore / ma se un dì non batterà / quasi certamente, forse chi sa, può darsi che morirà

È arrivata la bufera / è arrivato il temporale / chi sta bene e chi sta male / e chi sta come gli par

Un uomo si scuote, fa un salto mortale / il padre lo bacia, lo bacia suo padre / gli dà un altro bacio e una scarpa sul naso / e poi un altro bacio, poi ci ripensa e gli dà un’altra scarpa sul naso e poi se ne va

È arrivata la bufera / è arrivato il temporale / chi sta bene e chi sta male / e chi sta come gli par

[By Renato Rascel © Odeon – Rca Victor, 1939]

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