In Afghanistan la musica è una forma di corruzione: la polizia morale talebana brucia gli strumenti

(lastampa.it, 30 luglio 2023)

La polizia morale talebana ha bruciato alcuni strumenti musicali nella provincia di Herat, nell’Ovest dell’Afghanistan. La notizia arriva dall’agenzia di stampa statale Bakhtar, citando il capo a Herat del Dipartimento per la promozione della virtù e la prevenzione del vizio, Sheikh Aziz al-Rahman al-Muhajir, secondo cui le autorità hanno sequestrato e bruciato decine di strumenti musicali perché è vietato ascoltare la musica.

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Il funzionario ha definito la diffusione della musica una forma di «corruzione», aggiungendo che la musica provoca «l’inganno dei giovani e la distruzione della società». Dopo essere tornati al potere nell’agosto del 2021, i talebani hanno vietato ai media afghani di trasmettere musica. Di recente anche ai titolari di sale per matrimoni è stato ordinato di non suonare musica, mentre molti artisti e musicisti afghani hanno cercato asilo nei Paesi occidentali.

Un enorme falò e, in poco tempo, a Herat, sono stati ridotti in cenere gli strumenti musicali che, poche ore prima, i talebani avevano sequestrato. Servivano principalmente a suonare durante i matrimoni, ma i talebani hanno deciso che la musica è «immorale». «La promozione della musica porta alla corruzione morale e il suonare la musica inganna i giovani» ha tuonato Aziz al-Rahman al-Muhajir, responsabile del ministero per la Promozione della virtù e la prevenzione del vizio della provincia. Da quando hanno preso il potere, nell’agosto del 2021, le autorità talebane hanno imposto una serie di leggi per far rispettare la loro visione austera dell’Islam, e tra le norme c’è anche il divieto di suonare musica in pubblico.

Il falò di sabato ha visto ridurre in cenere una chitarra, un armonium, altri due strumenti a corda e una tabla (una specie di tamburo), oltre a casse e altoparlanti. Le donne sono i principali bersagli del nuovo clima: possono apparire in pubblico solo se si coprono il corpo e il viso; ad adolescenti e ragazze è stato inoltre negato l’accesso a scuole e università, ma anche a parchi, hammam e palestre. E martedì, migliaia di saloni di bellezza in tutto il Paese sono stati chiusi poiché le autorità hanno ritenuto alcuni trattamenti troppo costosi o non islamici.