La protesta in Myanmar s’ispira a un film di fantascienza

(agi.it, 6 febbraio 2021)

Cresce la tensione nel Myanmar. Oggi, a pochi giorni dal colpo di Stato da parte dell’esercito, migliaia di persone sono scese nelle strade di Yangon per protestare contro il golpe. “Abbasso la dittatura militare” e “La democrazia vincerà” sono tra gli slogan più intonati dai manifestanti. La polizia, in assetto antisommossa, ha bloccato le strade principali del centro della città. Nelle stesse ore, la giunta militare ha anche bloccato completamente Internet, dopo aver interrotto l’accesso a Facebook, Twitter e Instagram. L’oscuramento è stato deciso perché molti attivisti, impossibilitati a usare Facebook, si stavano rivolgendo alle altre piattaforme di messaggistica per scambiarsi informazioni ed esprimere il loro scontento per la presa del potere da parte dei militari e per invocare proteste.

Ph. Ye Aung Thu / Afp
Ph. Ye Aung Thu / Afp

Dopo aver arrestato nelle prime ore del putsch la leader democraticamente eletta, Aung San Suu Kyi, e, successivamente, il suo braccio destro, Win Htein, l’esercito ha adesso fermato anche Sean Turnell, consigliere economico australiano della leader birmana. “Sono in stato di fermo al momento, e forse incriminato di qualcosa, non so cosa potrebbe essere”, ha riferito Turnell alla Bbc, precisando di essere confinato nel suo hotel. “Tutti sono stati molto gentili, ma ovviamente non sono libero di muovermi o altro”, ha aggiunto.

Il suo è il primo arresto di uno straniero. Molti dei manifestanti a Yangon sono giovani e hanno marciato facendo il saluto con le tre dita, un gesto di resistenza mutuato dal film Hunger Games. Alcuni tenevano nelle mani il ritratto di San Suu Kyi. L’ambasciatore britannico nel Paese, Dan Chugg, ha riferito, sempre alla Bbc, che un numero crescente di persone stava andando in strada a protestare. “Il dolore e la tristezza dei primi giorni – ha spiegato – si stanno trasformando in rabbia. I medici si rifiutano di lavorare così come tutti i dipendenti statali. È una grande disobbedienza civile”.