Matteo e Barbara: è sempre domenica

di Luca Bottura (repubblica.it, 17 settembre 2018)

Ieri a Domenica Live Matteo Salvini è stato scambiato per uno dei prossimi partecipanti di Temptation Island Vip e accolto dalla folla in studio con conseguente entusiasmo: «Mat-teo! Mat-teo! Mat-teo!». Per circa un’ora, più volte interrotto da applausi oceanici, ha raccontato che il governo è unito, che aveva DAVVERO aperto in diretta Facebook l’avviso di garanzia a lui destinato, che lui e Barbara D’Urso si sono scambiati sms per far rientrare in casa la nonnina terremotata sfrattata dal Pd, che gli immigrati intascano personalmente 35 euro al giorno e che lui naturalmente li cancellerà.

Aol
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Prima i 35 euro, poi gli immigrati. Qualcuno ha ritenuto che l’intervista della D’Urso fosse un filo corriva, un favore riservato a «Matteo» da «Barbara» (come si sono chiamati confidenzialmente tutto il tempo) in quanto ventriloquo di Giuseppe Conte, o – nientemeno – una parte del contratto di armistizio tra Forza Italia e la Lega siglato ieri sera nella cantina di Arcore. Nulla di più sballato. In primis, il trattamento di Barbara D’Urso è storicamente lo stesso per tutti i leader politici, fossero essi Matteo Renzi, Luigi Di Maio o – proprio nella stessa puntata – Cristiano Malgioglio e Bobby Solo. In secundis, l’estetica del pubblico adorante e della complicità col tizio della poltrona di fronte è la medesima da quando conduceva le prime edizioni del Grande Fratello, che com’è noto sfociavano nell’uscita trionfale dalla casa di perfetti imbecilli senza alcun pregio che l’apparire in televisione. In terzis, la D’Urso è costretta a confrontarsi e ad apparecchiare queste domeniche adoranti solo perché siamo un Paese irrimediabilmente sessista e non può candidarsi in prima persona. Pensateci: non capisce nulla di politica, esattamente come tutti i grillini. Sarebbe anche in grado di emettere pensieri articolati ma poggia tutto sulle facili emozioni, come Salvini. Ha una cura maniacale della propria immagine, tanto che a ogni sua apparizione il prezzo del petrolio sale di 7 dollari per il costo dell’energia elettrica necessaria ad illuminarla. Proprio come Berlusconi. Come tutti, un tempo sarà pure stata di sinistra. Se fondasse una sua lista, o ne scalasse una esistente (a tale proposito allego il numero di Orfini: 311 610610) sarebbe in grado di raccogliere agilmente il 120% e potrebbe finalmente rinverdire i fasti del presidente Chavez, intervistandosi da sola ogni domenica. Con un’unica avvertenza: avvisare Enel per rinforzare la rete e acquistare kilowatt dai Paesi confinanti. Perché con due Barbare D’Urso in onda è pressoché certo il black out.