Silvio Berlusconi, Vittorio Sgarbi a “Libero”: «Veronica Lario? Un premio per aver ispirato la regia dell’assalto giudiziario»

di Pietro Senaldi (liberoquotidiano.it, 27 novembre 2017)

Giovane monarchico, consigliere comunale socialista, deputato liberale e poi forzista, cofondatore del mostro politico Lista Pannella-Sgarbi, neorepubblicano candidato all’Europarlamento per il Partito della Bellezza, poi a sinistra con la Lista Consumatori, quindi assessore milanese per Letizia Moratti, sindaco tardo-democristiano in Sicilia, e poi ancora il ritorno nell’area berlusconiana nel 2013 con il Partito della Rivoluzione, che lascia prima del voto.BERLUSCONI_SGARBIInfine, attraverso una candidatura con rinuncia forzata a sindaco di Milano per il centrodestra e un assessorato a Cosenza per il ritrovato Partito della Rivoluzione, simboleggiato da una capra, si arriva a domani: Auditorium della Conciliazione, Roma, assemblea di Rinascimento. Sul palco sempre lui, Vittorio Sgarbi, critico d’arte, politico, attore, showman, professore, giornalista, idolo della tv e del web. A fianco, il professor Giulio Tremonti, senatore e fiscalista, e il giornalista e scrittore Carlo Vulpio. «Nasce tutto otto mesi fa», spiega Sgarbi. «Ero in un’osteria con il mio produttore, Marcello Corvino, e volevo dar seguito al mio spettacolo su Caravaggio, duecento date in duecento teatri a parlare per due ore del Merisi. Mi viene in mente di replicare l’esperienza allargando il tema al Rinascimento: parlo di Giorgione, Tintoretto, adatto il nuovo spettacolo alle diverse sedi e mi metto a fare tessere, creo un’associazione di pensiero con degli affiliati. Sul palco improvviso, lo show prende sempre di più una piega politica, quindi spacchetto: ribattezzo la performance Michelangelo e continuo il tour teatrale, intanto mi organizzo politicamente. L’idea si diffonde su Internet, incontro Tremonti, lui capisce che il progetto è bello e dopo due ore mi spedisce il testo del nostro manifesto politico. Io aggiungo la mia parte e l’esperienza decolla». La vita di Sgarbi è più veloce perfino delle sue parole, la ricostruisci a frammenti, e anche se passa attraverso dieci partiti e venti lavori, l’impasto è uno solo. È tutto apodittico, poco confronto, molto social, perfetto per la politica di oggi. «Vincerò con i social», ne è convinto. «Ho due milioni di seguaci, sono più forte di Berlusconi e Renzi, l’altro giorno ho fatto un video contro un’insegnante di Arona che non voleva portare i suoi studenti alla mia mostra Le stanze segrete. Ho fatto l’allegoria ad alzo zero della professoressa di sinistra, senza nominarla. La poveretta non può più farsi vedere in giro. Se ho un nemico, è fritto». Spettacoli e Internet: la sua esperienza ricorda molto Grillo, «Infatti Beppe è stato un genio ma le similitudini finiscono qui. Lui ha trasformato la merda in partito, mettendo insieme i delusi di destra e sinistra, quelli che andavano a votare infilando la fetta di salame nella scheda. Pensa che la politica non valga nulla e che chi la fa non deve valere, ha fondato un movimento senza contenuti e raccoglie a caso i suoi. Io invece mi candido e voglio solo dei fedeli, prendo i migliori per diffondere le idee migliori».

Tremonti è un fedele?

«Tremonti è il più intelligente di tutti, colto e snob».

Quindi il capo è lei?

«Io sono il fondatore e il leader, il presidente, l’idea. Tremonti è la parte istituzionale, il piano economico dà al progetto quell’aura di affidabilità che io non potrei trasmettere».

Chi è il genio, chi la sregolatezza: qual è il vostro rapporto?

«Siamo duali. Io sono un artista, porto i voti, la popolarità. Lui è l’establishment, dà credibilità. Lui è il Nord, la mia parte leghista, io sono anche il Sud, la bellezza».

Cosa c’entra Tremonti con il Rinascimento?

«Giulio era inchiodato a quella frase, che nega di aver mai detto: “Con la cultura non si mangia”. Io l’ho convertito e non c’è nulla di meglio di un convertito per diffondere le idee. Con la sua intelligenza e la mia spietata celebrità, ne faremo il nostro slogan».

Quanto valete?

«Siamo un miracolo, in Sicilia eravamo dati al 3% ma dopo una settimana eravamo già al 5. Mi ha dovuto chiamare Berlusconi per chiedermi di mollare altrimenti avrei fatto perdere Musumeci. Il test aveva avuto già successo e mi sono ritirato, in cambio diventerò assessore e da lì consoliderò il progetto di “Rinascimento”. Il guaio è che ancora non mi percepiscono come un partito, devo lavorare sulla promozione».

Quanto la preoccupa?

«Sono una star: per lanciare me basta investire un euro, per sostenere un altro ne servirebbero cento».

Ma chi ci mette questi soldi?

«Qualcuno dovrà. A Berlusconi sono molto utile. Il centrodestra è dato al 36%, con me come quarta gamba si arriva al 41».

Quindi la quarta gamba è lei, e gli altri partitini satellite del Cav?

«Raccolgo solo Direzione Italia, di Fitto: è organizzato bene sul territorio e il nome si combina bene con Rinascimento, potrebbero fondersi».

E il Partito degli Animali della Brambilla lo prende?

«Io credo che non resterà, alla fine sarà un brand che confluirà in Forza Italia con dei candidati nei collegi uninominali e altri nel proporzionale».

Cosa ne pensa?

«Un colpo di genio. I politici sono disprezzati al punto che molti preferiscono a loro gli animali, e quindi voteranno per il partito della Brambilla».

Non sarebbe più semplice pure per lei riaccasarsi con Berlusconi?

«Ne abbiamo parlato ma non siamo compatibili. Se ci presentiamo assieme rischiamo di ridurci reciprocamente i voti. Alcuni miei fans non sopportano lui e viceversa, la somma sarebbe negativa. Ci piace stare insieme ma dobbiamo andare separati».

I suoi calcoli sembrano ottimistici: quel suo 5% non farà calare il 36 del centrodestra?

«No. Lega e Fratelli d’Italia sono identitari, pescano nel loro, quello a Silvio è un voto commemorativo, io allargo il campo: porto i giovani, gli intellettuali. Non potrei mai stare in Forza Italia, io ne sono l’opposto, punto a una fascia aristocratica che tiene insieme politica e cultura, Forza Italia è moderata e popolare».

Lei che è così aristocratico perché vuole andare in Parlamento, ora che la politica è ritenuta cosa abietta e per gente che non vale?

«Non punto al Parlamento ma al governo. Se vado all’opposizione, mollo e torno a fare l’assessore in Sicilia. Corro per vincere e fare il ministro della Cultura. Tremonti sarà alle Finanze».

E il premier chi lo fa?

«Ah, non lo so: Gentiloni?».

Bomba: Gentiloni sta con Renzi. Allora è vero che siete già d’accordo per una grande coalizione?

«Io non sono d’accordo con nessuno, ma ragiono. Cosa vogliamo fare, come la Germania e la Spagna, rivotare? Non me li vedo i parlamentari italiani andare a casa dopo tre mesi. Siamo in un sistema tripolare ma la competizione è tra il centrodestra e Grillo, la sinistra è indietro. Per battere M5S vale tutto, anche allearsi con il demonio, che è Renzi».

Salvini e Meloni se ne andranno, con il loro esercito di parlamentari.

«Non so se questa nuova legge elettorale assurda a ripartizione regionale, che non obbliga a sottoscrivere un programma comune e permetterebbe a chiunque di allearsi con Salvini in Lombardia e con il Pd in Umbria, consenta a una coalizione di avere la maggioranza in aula con il 42-43% dei voti. Io vorrei governare con il centrodestra, come in Sicilia, ma se non fosse possibile bisognerà fare in qualche modo alternativo, con dei grillini in uscita o sostituendo il Pd alla Lega, o con la Lega e il Pd».

Come si spiega il ritorno in auge del Cavaliere?

«Beneficia della caduta di Renzi. Prima un elettore deluso di centrodestra poteva pensare di votare Renzi, oggi no. Malgrado si sia inimicato l’elettorato di sinistra, Matteo non è riuscito a prendere i voti degli ex forzisti. Rispetto a lui Silvio è considerato il male minore anche dall’ex sinistra anti-berlusconiana, l’ha detto perfino Scalfari».

Ma chi ha ragione a sinistra: Renzi o Bersani e quelli di Mdp?

«Il ragionamento di Renzi è giusto: al Nord, Mdp non ha i voti per farlo vincere mentre in Toscana, Emilia, Umbria e nei pochi feudi del Sud, il Pd non ha bisogno di Bersani, quindi l’alleanza non ha senso. Renzi si riporterebbe in casa chi lo vuol far fuori, allora meglio andare solo e trasformare i Dem nel suo partito personale».

Quanto ha perso il Cavaliere dai tempi d’ oro?

«La magistratura gli ha fatto un danno irrimediabile. Lui è convinto di tornare al 30% ma per me non supererà il 18. Ha perduto un 15% di consensi. Sono voti in libera uscita. Con il mio Rinascimento, gliene riporterò a casa una buona parte».

Perché non ce la può fare il Cavaliere a riprenderli?

«Perché l’hanno attaccato su famiglia e sesso. Berlusconi è stato, ingiustamente, estromesso dal Parlamento per un reato fiscale, mentre sul Bunga Bunga non ci sono state condanne: ma a buttarlo giù è stato il caso Ruby, non il processo Mediaset. Se sei il più grande contribuente italiano e paghi 500 milioni di tasse non possono trattarti come il più grande evasore per 5 milioni non versati. Ti danno una multa con importo doppio e finisce lì».

E le donne?

«Ho partecipato tante volte al Bunga Bunga, erano serate tra amici. Io chiamavo delle ragazze, Silvio delle altre, si mangiava, si cantava, si raccontavano barzellette. L’avrei detto ai giudici se mi avessero chiamato».

Cosa avrebbe detto?

«Che io portavo le ragazze, Silvio era galante e queste subito mi mollavano per lui. Mentre le sue erano fedelissime, io ci provavo, loro mostravano di gradire ma poi restavano dov’erano. Perché non erano prostitute ma mantenute, concetto ben diverso, c’era un rapporto personale, non sessuale. Anch’io sono stato mantenuto: per due anni un imprenditore, Dino Gavina, mi ha dato 5 milioni al mese per non fare nulla e pensare».

Perché i giudici si accaniscono ancora con il Ruby ter?

«Fedeli alla linea: la questione sessuale è stata decisiva per abbattere il Cavaliere. È stata l’intuizione della Boccassini. Ma la prima mantenuta di Berlusconi è l’ex moglie, a cui hanno dato un assegno di mantenimento da 100mila euro al giorno, poi abbassato notevolmente, e ora al terzo grado di giudizio si scopre che è lei che deve dare dei soldi a Silvio. La prova che l’assegno era un premio per aver ispirato la regia dell’assalto giudiziario».

Cosa ne pensa di questa ventata di denunce di abusi delle donne a opera dei potenti di turno?

«Io sono una primadonna, quindi vengo stalkerizzato e abusato, non abuso. Sapesse quante molestatrici ho dovuto denunciare…».

Cosa pensa della Boldrini?

«Mi dà l’orticaria. Condanno ogni violenza ma, a parte la questione della forza fisica, non credo che l’abuso si possa restringere al discorso dell’uomo che sottomette la donna. È una questione non solo fisica, ma di potere. Per questo, fossi una donna starei tranquillo: sono più brave e tenaci, ormai ci hanno raggiunto in tutti i campi e presto ci supereranno. Saranno loro a quel punto ad abusare del loro potere nei nostri confronti. Come dimostrano Pasolini, Kevin Spacey o Visconti, anche gli uomini possono essere costretti a vendersi per fare carriera. Il fatto che ora molte donne denuncino è solo la riprova che l’uomo ormai è alle corde, lo si vuole ridurre a femminiello. Asia Argento denuncia abusi da un uomo con il quale si è fatta per cinque anni fotografare abbracciata: qualcosa non mi torna».