Chef Rubio in missione umanitaria a Gaza

di Anna Lupini (repubblica.it, 27 dicembre 2019)

La fine del suo contratto con Discovery e l’addio ai programmi sullo street food che lo hanno reso celebre avevano recentemente suscitato un polverone. Qualche tempo dopo Gabriele Rubini, ovvero Chef Rubio, chiarisce le motivazioni che lo hanno condotto a certe scelte: il desiderio di occuparsi, a tempo pieno e senza vincoli derivanti da un contratto con un network televisivo, delle cose che lo appassionano di più.

Ph. André Lucat / Gaza Freestyle
Ph. André Lucat / Gaza Freestyle

Gli impegni da attivista umanitario e poter raccontare, con le sue fotografie, le condizioni di chi vive nelle zone di guerra. «Chef Rubio da oggi è a Gaza per iniziare un periodo di cooperazione umanitaria con la ong italiana Acs – Associazione Cooperazione e Solidarietà, in collaborazione con il Centro Italiano di Scambio Culturale Vittorio Arrigoni-Vik» fa sapere il suo ufficio stampa. «Dal 27 dicembre 2019 al 10 gennaio 2020 è tra i protagonisti del progetto Gaza Freestyle, nato nel 2014 e poi, dal 2011, consociato al Centro Italiano di Scambio Culturale Vittorio Arrigoni-Vik». Un collettivo di operatori il cui obiettivo è organizzare progetti di emergenza umanitaria per aiutare la popolazione di Gaza, diffondendo messaggi d’inclusione attraverso attività culturali e sportive come lo skate, il circo, la cucina, la musica e laboratori di educazione all’affettività e scambio con le donne. Una realtà solidale e volontaria autofinanziata attraverso raccolte fondi a cui inviare libere donazioni, anche online.

«Nonostante la Striscia di Gaza sia teatro di guerre e bombardamenti», si legge nel comunicato «con violazioni sistematiche dei diritti umani, la popolazione di Gaza cerca ogni mezzo possibile per sognare una vita libera, dando una grande lezione di dignità umana a tutti e tutte noi. I giovani in particolare sono stati capaci di trasformare scenari di macerie in autentici palcoscenici su cui mettere in scena la propria arte, la propria esistenza e il proprio desiderio. Proprio grazie alle donazioni del Gff, che da anni sostiene lo spirito creativo e produttivo di Gaza con Carovane di Emergenza umanitaria sostenute da autotassazioni e da crowdfunding, si è riusciti a costruire il primo skatepark della regione, a ridosso del porto di Gaza City, oggi divenuto autentico luogo ricreativo e di ritrovo della città. Un’area freestyle riconosciuta da tutte le crew di Gaza».

Chef Rubio quest’anno si unisce alla carovana del Gaza Freestyle Festival, documentando attraverso i social e con la sua macchina fotografica l’impegno umanitario della collettività di operatori e gli sforzi di un popolo costretto a vivere sotto assedio. Ma il suo impegno non termina qui: il 10 gennaio, terminato il Festival, Rubio proseguirà la sua permanenza in Palestina, a Gaza, animando i progetti del Centro Vik e documentando le condizioni, le problematiche e i divieti che attraversano la Striscia di Gaza.

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