Jeremy Corbyn vuole creare un nuovo medium “social”

di Gaia Mellone (giornalettismo.com, 23 agosto 2018)

Jeremy Corbyn ha un piano per salvare i media inglesi: crearne uno nuovo. Durante una conferenza sui media al Festival della Televisione di Edimburgo di giovedì, il leader laburista ha spiegato l’ambizioso progetto dietro alla Bdc, British Digital Corporation, che, se dovesse vincere le prossime elezioni, verrebbe realizzato con l’obbiettivo di liberare i giornalisti, migliorare l’informazione e creare interconnessione difendendo la privacy.

Ph. Neil Hanna / PA
Ph. Neil Hanna / PA

«I media britannici non sono pronti per le sfide del XXI secolo e quindi non possono servire adeguatamente gli interessi di una società veramente democratica» ha detto Corbyn durante il suo intervento, sostenendo che i media britannici «stanno fallendo» perché i cittadini non credono più nell’informazione, ignorando le notizie di attualità. Il tema del giornalismo è, come ammette Corbyn stesso, per lui «molto vicino al cuore», visto che il suo primo lavoro fu proprio in un giornale locale. Una passione che lo ha portato a definire la categoria dei giornalisti come «eroi del nostro tempo», aggiungendo: «penso a loro in ogni singolo momento della giornata e, tristemente, anche loro pensano a me in ogni singolo momento della giornata». Ecco perché il leader laburista tiene molto a inserire una rivoluzione dei media tra i progetti per una possibile prossima elezione. La British Digital Corporation non andrebbe a sostituire la Bbc, ma ad affiancarla, non competendo con essa per il broadcasting ma sviluppandosi solo su piattaforma digitale. «Immaginate un iPlayer esteso che dia accesso universale a chi paga le licenze per un prodotto che potrebbe rivaleggiare con Netflix e Amazon» ha ambiziosamente affermato Corbyn, ipotizzando che «funzionerebbe molto bene anche all’estero». Con un’interazione con gli utenti che la renderebbe molto simile ad un social network, gli utenti potrebbero «commissionare i programmi» e ci sarebbero delle «consultazioni e decisioni online» creando una piattaforma molto simile a Facebook ma «con una privacy reale e maggiore controllo». Per pagare il servizio, basterebbe raccogliere fondi «dalle grandi aziende tecnologiche e che lavorano su Internet», che andrebbero ad aggiungersi alla tassa di licenza. Corbyn ha inoltre detto che vorrebbe vedere i giornalisti «liberi di fare il loro lavoro al meglio, senza essere controllati o trattenuti dai padroni, dai proprietari miliardari o dallo Stato». Il leader allora propone una piccola rivoluzione, in realtà già in atto: consentire ai giornalisti di eleggere i loro redattori responsabili quando una notizia o un programma diventa di particolare importanza. In questo modo si lascerebbe agli editor «la responsabilità del proprio lavoro e della loro etica giornalistica, mettendoli al pari dei capi e degli azionisti aziendali». Questa pratica è già in uso da molti anni presso il Guardian e Corbyn non vede «perché non dovrebbe funzionare dappertutto».