Joaquin Phoenix in “Guardians of Life” per la crisi climatica

di Nicoletta Spolini (vogue.it, 7 febbraio 2020)

«Libera…». In sala operatoria c’è da rianimare una vita. E da quando la scena inizia a quando finisce resti col fiato sospeso. Guardians of Life, il corto di Extinction Rebellion e Amazon Watch, punta sull’emotività. E lancia un grido di allarme. Forte, urgente.Guardians_of_LifeStiamo vivendo la crisi ecologica più grave che l’umanità abbia mai affrontato. E anche Hollywood si mobilita e inizia a usare la sua influenza per affrontare il problema. Joaquin Phoenix, Rosario Dawson, Matthew Modine, Oona Chaplin, Adria Arjona, Albert Hammond Jr e Q’orianka Kilcher sono i protagonisti di questo film di due minuti, il primo di una serie che prevede dodici puntate progettate da Extinction Rebellion in collaborazione con Mobilize Earth, che esploreranno i problemi più urgenti che ci attendono in questo decennio vitale per la sopravvivenza della vita: deforestazione, perdita di biodiversità, incendi in tutto il mondo, siccità, inondazioni e tempeste.

Il coinvolgimento del protagonista di Joker, che si è appena aggiudicato il Bafta come miglior attore oltre ad avere una candidatura all’Oscar, non è una sorpresa, data la sua storia di attivismo: Joaquin Phoenix, infatti, è stato di recente arrestato a seguito di una protesta organizzata dall’attrice Jane Fonda a Washington, dove ha parlato del legame tra i cambiamenti climatici e l’allevamento animale. Parlando di Guardians of Life, Phoenix ha dichiarato: «È davvero un invito all’azione. Le persone non si rendono conto che solo se agiamo ora e cambiamo radicalmente il nostro modo di consumare possiamo cambiare le cose. Non vediamo l’ora che i governi risolvano questi problemi. Ma non possiamo più aspettare delle elezioni per provare a fermare il degrado. Abbiamo la responsabilità personale di dover agire ora».

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Shaun Monson, regista del film, a sua volta ha dichiarato di essersi sentito obbligato a girare questo corto. «I film precedenti in stile documentaristico non sono ancora riusciti a commuovere il pubblico e a indurlo ad agire subito: quindi, invece di concentrarci sulle immagini della deforestazione, dello scioglimento dei ghiacci e dell’estinzione delle specie, usiamo una storia come metafora. L’Amazzonia è stata definita il polmone del mondo. Per questo abbiamo scelto un’ambientazione alla E.R. con medici e infermieri che cercano di salvare un paziente invisibile con insufficienza cardiaca sistemica. Il colpo di scena non è solo chi è uno dei paramedici, ma ciò che stavano davvero combattendo per salvare da sempre».

I finanziamenti per il film provengono da una varietà di organizzazioni, tra cui la Catalysts Foundation, con sede nel Regno Unito, e il Climate Save Movement globale. Il sito web del film www.mobilize.earth – dove potete vedere la storia completa – mira a sensibilizzare, agire e di conseguenza a donare alle associazioni.