Le bizzarre teorie di Herschel Walker, ex stella del football che correrà per le primarie in Georgia

di Alberto Ferrigolo (agi.it, 25 agosto 2022)

C’è in queste ore un candidato per le primarie repubblicane in Georgia per il Senato che sta ottenendo l’attenzione e la curiosità dei media per le sue posizioni a dir poco originali e la politica creativa in ambito ambientale. Si chiama Herschel Walker ed è un’ex stella del football professionista. Sostiene che l’America ha troppi dannati alberi e dobbiamo iniziare a deportarli, riferisce in sintesi il suo pensiero il Post. E attacca il presidente Joe Biden e il senatore democratico Raphael Warnock perché «stanno spendendo 1,5 miliardi di dollari per la silvicoltura urbana e stanno aumentando le tasse a coloro che guadagnano meno di 200.000 dollari per pagarla. Sì, ho un problema con loro», taglia corto Walker. In realtà, chiosa il quotidiano, «la legge democratica sul clima, l’energia e l’assistenza sanitaria a cui fa riferimento Walker non aumenta le aliquote fiscali a nessuno».

Ph. Sean Rayford / Getty Images

Semmai, «reprime le frodi fiscali e persegue le società da miliardi di dollari che evitano le tasse. Ma anche per i colossi delle aziende e per i ricchi evasori fiscali, i soldi non crescono sugli alberi, che è un altro motivo per cui non abbiamo bisogno che altri diffondano nelle nostre comunità il loro fogliame disordinato». Per Walker, secondo il Post, «i gatti rimangono bloccati sugli alberi. I rami degli alberi interrompono le nostre linee elettriche. Gli incendi boschivi che devastano l’Occidente? Non accadrebbe se non avessimo alberi. E, senza alberi, non dovremmo più rastrellare la foresta, come fanno invece in Finlandia». Ma le sue tesi non finiscono qui: riferisce sempre il quotidiano che «le radici di Walker sono profonde nella politica scientifica» in quanto il mese scorso il candidato repubblicano alle primarie della Georgia ha notato che «quando “l’aria buona” dagli Stati Uniti “decide di volare in Cina”, viene sostituita da “aria cattiva” dalla Cina e “dobbiamo ripulirla”».

Tesi quantomeno stravaganti, che portano il quotidiano di Washington a chiosare: «Nella campagna contro gli alberi, alcuni potrebbero pensare che Walker sia in crisi. Anche il suo mentore, Donald Trump, ha impegnato gli Stati Uniti ad aderire all’iniziativa One Trillion Trees del World Economic Forum per coltivare e conservare gli alberi. Gli studi dimostrano che piantare più alberi potrebbe ridurre l’anidride carbonica atmosferica fino al 25%, un potente antidoto al cambiamento climatico». Ma questi spunti a favore degli alberi non possono aprire gli occhi a Walker e fargli vedere ciò che lui non vuole vedere, perché «gli alberi sono il nemico interiore». Ovvero, «ci riempiono il naso di polline, favoriscono l’intrufolarsi degli scoiattoli nei nostri tetti, intasano le nostre grondaie con le foglie, ammaccano le nostre macchine con le ghiande. E, sotto sotto, le loro radici invasive minacciano le nostre stesse fondamenta».