La lezione di Iggy Pop: il rock è libertà

di Camillo Langone (ilfoglio.it, 25 gennaio 2023)

Lezioni di rock. Sono quelle che Iggy Pop, il vecchio Iguana (vecchio davvero: classe 1947), somministra nell’ultimo Every Loser. Si ascolti New Atlantis e ci si ficchi in testa l’eterna formula di cotanta musica: sex and drugs and rock and roll. Non puoi togliere un ingrediente, nemmeno compensando col trucchetto dell’aumento dei decibel. Non puoi fare il furbo, il finto-diverso, il legale.

Se sei un conformista come Damiano dei Måneskin non lo riesci a fare il rock: può riuscirti una caricatura, una carnevalata, e siccome sei bravo (Damiano dei Måneskin è bello e bravo) può riuscirti benissimo, ma sarai sempre un derivato, un surrogato. A Iggy non ci arrivi, al massimo puoi arrivare a Ozzy (Osbourne).

Iggy Pop in New Atlantis, dichiarazione d’amore a una Miami piena di spacciatori, si dimostra perfino ecoscettico: “Some say the world will end in fire, some say ice”. Alcuni dicono che il mondo finirà nel fuoco, altri nel ghiaccio. Non si sa. Non lo sanno i rocker, non lo sanno i politici che sacrificano interi comparti industriali, intere generazioni, a un idolo alla moda, nessuno lo sa. Dunque il meglio che si possa fare è usare le chitarre elettriche per esaltare l’uomo indipendente (“a man can be himself”). La prima lezione del rock si chiama libertà.

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