Ciao bella, l’inno partigiano ormai è solo una canzone

(ilfoglio.it, 7 agosto 2021)

Essere italiani, ultimamente, va maledettamente di moda, tanto che anche Anthony Hopkins in versione uomo in ammollo in una piscina in Toscana è esploso in un liberatorio “sono italiano!”. Ma il video che il grande attore, e grande innamorato del nostro Paese, ha postato con gran successo sul suo profilo Instagram ha un profumo in più, nonché un aspetto che probabilmente alla star del cinema è sfuggito ma per noi maliziosi italiani malati di politica significa molto. È la colonna sonora, è quel cantare a squarciagola Bella ciao, intesa come semplice inno alla felicità italica, alla bellezza italiana.

Anthony Hopkins via Instagram

Insomma né più né meno che una versione alternativa ed equivalente di Nel blu dipinto di blu, o di ’O sole mio. Insomma, l’indimenticabile Hannibal the Cannibal, cantando la sua allegria da italiano adottivo, ha letteralmente cannibalizzato quello che è stato per decenni l’inno nazionale alternativo della sinistra, il vero (in cuor loro) inno nazionale di partigiani, ciellenisti, social-comunisti e dei loro figli e nipotini, giù giù fino alla caricatura delle sardine. Ci aveva già pensato la serie tv spagnola La casa di carta a globalizzare, cioè a diluire, l’italianità politica della canzone (sulla cui filologia autenticamente partigiana, del resto, esiste un inesausto dibattito) per farne una vaga colonna sonora libertaria.

Qualche settimana fa era toccato al calciatore albanese della Lazio Elseid Hysaj diluire l’inno della Resistenza in un contesto pop e depoliticizzato. Aveva cantato Bella ciao, il video era finito sui social, i tifosi, non esattamente di sinistra, della squadra gli avevano chiesto conto. Lui aveva candidamente risposto che ne ignorava il significato, l’aveva sentita su Netflix. Ora, da una piscina toscana, un grande attore ci fa sapere che la guerra civile è finita, che si può cantare una canzone che è solo un simbolo di italianità. Ciao bella.