Hugh Grant contro Boris Johnson

(ilmattino.it, 17 febbraio 2022)

Hugh Grant ha mostrato tutto il suo sostegno alla marcia anti Boris Johnson di sabato 19 febbraio a Londra. La protesta è organizzata dal gruppo di attivisti Take Back Democracy, che si dicono «completamente stufi del governo britannico di Boris Johnson e del partito Tory». Una dichiarazione sul loro sito web recita: «Ci siamo sentiti in dovere di fare qualcosa sulla scia della corruzione in corso al governo. Vogliamo fare qualcosa per fermare la transizione al fascismo e per essere una contro-argomentazione all’agenda populista. Crediamo nell’inclusione, nell’uguaglianza e in un Paese equo per tutti. Non abbiamo affiliazioni di partito politico e siamo membri di partiti diversi o di nessun partito».

The New Daily

L’attore, che è stato per anni una voce critica del partito conservatore, ha condiviso un tweet di uno degli attivisti del gruppo, dicendo: «Non ho mai visto più aziende fallire, più persone nella povertà, un così grande divario tra ricchi e poveri, o una tale corruzione nel nostro governo. Deve cambiare qualcosa e inizieremo sabato». Ma non è la prima volta che Hugh Grant si scaglia contro Boris Johnson e il suo governo. L’anno scorso, infatti, ha accusato il governo britannico di utilizzare la pandemia di Covid-19 come un’opportunità per arricchire i suoi amici e donatori. E a gennaio scorso l’attore ha denunciato il governo per i piani di demolizione del canone che finanzia la Bbc, definendo i politici «lavoratori pazzi che vogliono distruggere la società».

Johnson è stato recentemente preso di mira per le feste che si sono tenute a Downing Street durante il lockdown imposto per prevenire i contagi. Il suo governo è stato anche accusato di «aver fatto precipitare le persone nella povertà» dalla vice leader laburista Angela Rayner, che ha affermato all’inizio di febbraio che i politici conservatori non riescono a tenere sotto controllo i problemi del costo della vita che colpiscono le famiglie lavoratrici. Periodo non certo semplice per Boris Johnson che, adesso, potrebbe veder Londra in rivolta per il suo operato. Il 19 febbraio l’appuntamento, ricordato anche da Hugh Grant, a mezzogiorno in Parliament Square a Londra.