Michael Jordan dona cento milioni di dollari per la lotta al razzismo

di Federico Pallone (giornalettismo.com, 6 giugno 2020)

Cento milioni di dollari da destinare nell’arco di dieci anni «a varie organizzazioni di tutto il Paese che si battono per il raggiungimento dell’eguaglianza razziale, della giustizia sociale e per un accesso più ampio all’educazione». Michael Jordan, attraverso il brand che porta il suo nome, ha scelto di prendere una decisione forte sul controverso caso che sta sconvolgendo l’America, l’uccisione di George Floyd a Minneapolis.

Ph. Julien De Rosa / Epa
Ph. Julien De Rosa / Epa

«Black Lives Matter non è un’affermazione controversa», si legge nel comunicato. «Finché il razzismo che si annida nelle istituzioni di questo Paese, impedendo il loro corretto funzionamento, non sarà estirpato, continueremo a impegnarci per proteggere e migliorare le condizioni di vita della gente di colore. Jordan Brand siamo noi, la comunità di colore, più di un singolo uomo: una famiglia». La somma messa a disposizione per il prossimo decennio vuole «garantire un maggiore accesso all’educazione e dare opportunità alle prossime generazioni», ma permetterà anche di «assumere un ruolo più attivo nel lavorare al fianco di quelle organizzazioni che cercano un vero cambiamento all’interno della polizia e dei governi locali».

In un’intervista rilasciata al Charlotte Observer, Michael Jordan ha dichiarato: «In certi circoli sociali il razzismo è ritenuto in qualche maniera accettabile. Dobbiamo far capire a tutti, fin dalla più giovane età, che non può invece essere tollerato e l’educazione è al cuore di questo processo. Così mi hanno insegnato, da sempre, i miei genitori: l’istruzione è il miglior modo per stabilire un ponte con gli altri. Non possiamo più accettare tutto questo, la morte di George Floyd è il punto di non ritorno. Dobbiamo prendere una posizione forte, dobbiamo migliorare come società quando si tratta di questione razziale. La donazione è un primo passo importante, vuol far vedere lo sforzo e l’impegno da parte nostra. Non si tratta soltanto di donare dei soldi, ma di stimolarci a guardarci dentro e fronteggiare i nostri demoni. Non sto soltanto staccando un assegno: sto sfidando ogni persona a provocare del cambiamento in positivo in ogni ambito possibile».