Mellstroy, il blogger che ha sponsorizzato l’invasione di campo a Wembley

Ipa / Fotogramma

di Antonello Guerrera (repubblica.it, 2 giugno 2024)

Sabato sera in tv non l’avrete visto perché le immagini internazionali ormai censurano le invasioni di campo durante le partite di calcio, e figuriamoci per una finale di Champions League. Stavolta, però, è accaduto qualcosa di diverso dal passato. I tre tuttora ignoti invasori dello stadio di Wembley, durante i primi minuti di Real Madrid – Borussia Dortmund, erano evidentemente coordinati. E hanno sfoggiato sulla maglietta una scritta palesemente comune: “Mellstroy”. Perché? E che cosa significa?

Mellstroy, vero nome Andrey Burim, è un influencer (bielo)russo, ha 25 anni e lo scorso 29 febbraio ha lanciato la sfida in un video su Telegram: «Se invaderete il campo durante la finale di Londra con nome e logo Mellstroy sulla maglia, riceverete 30 milioni di rubli». Ossia circa 300mila euro. Difatti gli invasori, prima di essere placcati a fatica dagli stewart, non solo hanno obbedito sull’abbigliamento ma, come ulteriore prova, si sono fatti persino dei selfie con i giocatori esterrefatti. Ricompenserà mai i suoi fedeli adepti, Mellstroy, come promesso?

Chissà. Di certo, per la prima volta abbiamo assistito a un’invasione coordinata su un campo di calcio, dietro una ricca “taglia”. Qualcosa di inedito, nonostante le autorità avessero previsto una rigidissima protezione intorno allo stadio e al campo, ribattezzata “anello di ferro”, costata ben cinque milioni di sterline. Ciò dopo la tragedia sfiorata tre anni fa alla finale degli Europei, sempre a Wembley, tra Inghilterra e Italia, e per scongiurare il ripetersi di scene simili. Sabato sera Scotland Yard ha compiuto in tutto 53 arresti, di cui 5 per invasione o tentata invasione. Quindi altre due persone avrebbero tentato di entrare in campo, oltre alle tre placcate.

Un’invasione solo per divertimento e soldi, oppure dietro c’è anche una potenziale azione di “propaganda e sabotaggio” di matrice russa, proprio pochi secondi dopo che sugli schermi di Wembley era stata proiettata la parola “peace”, pace, con il suo equivalente in Cirillico? In questo senso, non c’è alcuna prova o elemento a carico di Mellstroy. Tuttavia, questo “vlogger” russo è un personaggio controverso. Non a caso, i suoi social sono zeppi di foto estreme, come quando si fa ritrarre seduto a un tavolo ricoperto di dollari o addirittura in posa con un fucile.

Burim, nato nella bielorussa Gomel e ora residente a Mosca, ha ben tre milioni di follower su Instagram e circa 1,5 milioni su TikTok, dove posta sprazzi della sua vita, tra lusso, vizi e donne spesso seminude. Ma come ha fatto a raggiungere un pubblico così enorme? Prima condividendo le sue esperienze al videogioco Minecraft. Poi spingendosi sempre oltre, con contenuti spesso scandalosi: trash streaming, sfide on line, ubriacature e lotte clandestine in appartamenti di lusso con altri discussi influencer come Kirill Zyryanov, e ricche ricompense ai suoi follower in cambio di milioni di visualizzazioni.

In alcune circostanze Mellstroy ha superato ogni limite, tanto che YouTube ha infine deciso di chiudergli il canale da 680mila iscritti e quasi 33 milioni di visualizzazioni. Come ricorda il Daily Mail, nel 2020 Burim ha addirittura picchiato in diretta una modella russa, Alena Efremova, prendendola per la testa e scaraventarla contro un tavolo. Dopo l’aggressione, nella diretta video si era visto la donna perdere sangue dalla bocca, e con altre ferite sul volto. Per questo, nel 2021 Mellstroy è stato giudicato colpevole di “percosse” da un tribunale russo e condannato a sei mesi di servizi sociali. Non è chiaro se Mellstroy pagherà anche per le accuse di aver “ispirato” gli invasori di Wembley sabato sera. In ogni caso, che vergogna.

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