Il posto peggiore di Internet

(ilpost.it, 5 agosto 2019)

Diciannove minuti prima della telefonata che ha avvertito i servizi d’emergenza della sparatoria in corso in un supermercato di El Paso, Texas, su un sito Internet è comparso un manifesto di quattro pagine pieno di insulti razzisti e antisemiti e di teorie complottiste contro gli immigrati, che a un certo punto conteneva la frase: «Oggi probabilmente morirò».

Ph. Mario Tama / Getty Images
Ph. Mario Tama / Getty Images

Anche se manca ancora la conferma ufficiale delle autorità, tutti gli elementi – e alcune conferme avute ufficiosamente dalla stampa – indicano che l’autore del manifesto è Patrick Crusius, il ventunenne autore della sparatoria in cui sono morte venti persone. Non è una novità: fecero lo stesso anche John Timothy Earnest, che lo scorso aprile uccise una persona in una sinagoga di Powey, California, e Brenton Tarrant, che a marzo ne uccise cinquanta in due moschee di Christchurch, Nuova Zelanda. Le tre sparatorie hanno diverse cose in comune, a partire dal fatto che sono state compiute tutte da uomini, bianchi, razzisti ed estremisti di destra. Ma un altro denominatore comune è il sito Internet sul quale vennero annunciate le sparatorie, e sul quale i tre autori, perlomeno in parte, si erano radicalizzati: si chiama 8chan, e si definisce come «l’anfratto più oscuro di Internet».

8chan è raggiungibile da qualunque browser, nonostante sia stato tolto dai risultati proposti da Google. È in sostanza un grande forum in cui gli utenti partecipano a grandi discussioni tematiche (chiamate “board”) o ne creano di nuove. Il nome ricorderà a molti quello di 4chan, altro sito noto per ospitare contenuti estremi e spesso razzisti, misogini e violenti, e spesso criticato per la quasi totale assenza di regole. Ma in realtà 8chan nacque nel 2013 proprio perché alcuni utenti trovavano oppressive le regole di 4chan, per esempio il fatto che gli amministratori potevano bandire gli utenti. 8chan fu fondato con la promessa che non sarebbe successo, l’unico limite era che non si potevano postare contenuti illegali negli Stati Uniti. La regola, in sostanza, limitava soltanto i contenuti protetti da copyright e la pedopornografia.

All’inizio 8chan non ebbe molto successo, e a settembre del 2013 ospitava circa cento nuovi messaggi ogni ora. Le cose cambiarono nel 2014 con il cosiddetto “GamerGate”, uno degli eventi più citati e rilevanti delle sottoculture di Internet degli ultimi anni: in sostanza, una grande e aggressiva campagna di insulti, minacce e molestie online contro una serie di donne che lavoravano nell’industria dei videogiochi, nata proprio su 4chan. Il sito alla fine decise di vietare le discussioni sul tema, e in quel momento moltissimi utenti si spostarono su 8chan: un mese dopo i messaggi pubblicati sulla piattaforma erano circa quattromila l’ora.

A fondare 8chan fu Fredrick Brennan, che all’epoca aveva diciannove anni e viveva a New York lavorando come programmatore. Brennan, che a causa di una malattia genetica è costretto sulla sedia a rotelle dalla nascita, si fece conoscere per un articolo in cui si diceva sostenitore dell’eugenetica pubblicato dal sito neonazista Daily Stormer, e per gestire un forum dedicato ai maschi vergini. Ha raccontato di avere avuto l’idea per 8chan mentre era sotto l’effetto di funghi allucinogeni, scocciato dalle restrizioni adottate da 4chan.

Dopo la popolarità seguita al GamerGate, il sito diventò il nuovo epicentro della propaganda complottista, razzista e di estrema destra, il posto dove qualunque contenuto poteva essere postato e commentato, indipendentemente da quanto fosse offensivo e violento, in cui si poteva deridere e bullizzare chiunque e in cui qualsiasi argomento poteva essere oggetto di sarcasmo. «La destinazione obbligata dei peggiori in circolazione», ha scritto Slate. Con queste premesse, nel tempo 8chan è diventato anche il principale luogo in cui si ritrovano, si conoscono e discutono i sostenitori di varie teorie del complotto nate nella cosiddetta “alt-right”, la nuova estrema destra americana. Nonostante la policy del sito, che dovrebbe vietarli, su 8chan sono diffusi anche contenuti pedopornografici: per questo motivo dall’agosto del 2018 l’accesso al sito è bloccato dall’Italia, cosa di cui si è lamentato l’account ufficiale su Twitter.

Oggi Brennan vive nelle Filippine e da alcuni anni non ha più niente a che fare con 8chan: dopo la sparatoria di El Paso ha dato un’intervista al New York Times in cui ha chiesto all’attuale gestore del sito di chiuderlo. «Non fa bene al mondo, è negativo per tutti tranne che per gli utenti. E anzi, sapete che c’è? È negativo anche per loro, solo che non lo capiscono».

8chan, e specialmente il suo forum /pol/, dedicato alla politica, è il posto che frequentavano tutti e tre gli sparatori di Christchurch, Powey ed El Paso, e dove tutti e tre hanno pubblicato i loro manifesti ideologici sulla fantomatica sostituzione etnica in corso – scritti utilizzando gli stessi codici delle discussioni online – e le loro rivendicazioni. In particolare l’attentatore di Christchurch è diventato una specie di celebrità, ammirato e celebrato da migliaia di utenti insieme ai personaggi che aveva citato nel suo manifesto, dai generali che sconfissero l’impero ottomano all’attentatore neofascista di Macerata Luca Traini. In tutti e tre i casi, gli annunci di un’imminente sparatoria sono stati accolti con entusiasmo dagli altri utenti, che in alcuni casi li hanno esortati a «fare un punteggio alto», alludendo al numero di uccisioni.

Oggi a gestire 8chan è Jim Watkins, un sessantaseienne reduce di guerra americano, insieme a suo figlio. Watkins, che vive a pochi isolati di distanza da Brennan, non sembra intenzionato ad accogliere le richieste di chi vorrebbe chiudesse il sito. In un’intervista data a BuzzFeed del 2017 aveva spiegato che «non si fanno soldi, ma è molto divertente». All’epoca, 8chan era accusato di diffondere propaganda di estrema destra, meme offensivi e minacce varie: da quando il sito è stato associato a vere sparatorie, Watkins non risponde più alla stampa.

Visto che Watkins non sembra intenzionato a chiudere 8chan, molti stanno facendo pressioni affinché le società che ne garantiscono il funzionamento lo abbandonino: tipo Cloudflare, che ne garantisce la sicurezza informatica e che come policy aziendale offre i suoi servizi a qualsiasi sito, indipendentemente dal contenuto. Dopo le violenze di Charlottesville, nel 2017, Cloudflare aveva interrotto i suoi rapporti con il Daily Stormer, che aveva dovuto trasferirsi per un po’ sul dark web prima di tornare regolarmente online. Nemmeno dopo Christchurch, però, Cloudflare aveva preso provvedimenti simili nei confronti di 8chan. Dopo la sparatoria di sabato, il suo capo Matthew Prince aveva inizialmente detto che non sarebbe cambiato niente, ma dopo qualche ora ha cambiato idea annunciando che la società non lavorerà più per 8chan, accusando il sito di aver permesso il fiorire di un contesto estremista e violento. Nella notte tra domenica e lunedì 8chan è andato offline, per via della decisione di Cloudflare, ma è possibile che torni online dopo aver trovato un sostituto.