Linkin Park contro Trump che usa “In the end”

(rockol.it, 19 luglio 2020)

L’uso e l’abuso di canzoni rock da parte di Donald Trump e del suo staff è pratica ormai tristemente nota. E altrettanto note sono le reazioni degli artisti, che si scagliano contro il presidente quasi sempre senza successo: Trump e i suoi continuano imperterriti. Questa volta però, i Linkin Park hanno battuto Trump sul suo terreno: i social media.ChesterBennington-DonaldTrumpNella giornata di sabato Dan Scavino, vicedirettore della Casa Bianca per le comunicazioni e direttore dei social media, ha twittato un video che usava In the end come colonna sonora per fare propaganda politica; il video è stato prontamente rilanciato da Trump. La band non ha mai nascosto il proprio disprezzo per il presidente («Per gli Usa è una minaccia maggiore del terrorismo», disse Chester Bennington) e ne ha chiesto la rimozione immediata. Risultato: il video è stato rimosso da Twitter per violazione di copyright.

Non è la prima volta che lo staff di una band riesce a impedire a Trump l’uso di una canzone su piattaforme social: era successo per esempio ai R.E.M., che nel 2019 avevano fatto bloccare un video usato dal presidente che usava la loro Everybody hurts. Molto più complicato impedire al presidente di usare canzoni nei rally e nei comizi – cosa che ha spinto Neil Young a scrivere una lettera per ribadire This is NOT ok with me…, A me NON sta bene…

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