Rapper pro-Putin riapre le ex caffetterie Starbucks in Russia

(huffingtonpost.it, 19 agosto 2022)

Si chiama Stars Coffee la catena russa che prende il posto del colosso americano del caffè Starbucks, che ha abbandonato la Russia a causa del conflitto ucraino. Il primo locale di Stars Cofee ha aperto i battenti nelle scorse ore a Mosca con lo slogan “Bucks è andato, le stelle sono rimaste”. “Perché Stars? Perché il nuovo brand riunisce le star della gastronomia”, spiegano in un comunicato il rapper russo Timati e il ristoratore Anton Pinski che, a fine luglio, hanno acquisito i 130 ristoranti Starbucks in Russia. Timati, il cui vero nome è Timur Yunusov, è un accanito sostenitore del presidente russo Vladimir Putin e si è autodefinito amico del leader ceceno Ramzan Kadyrov: a riportarlo è il Guardian. Nel 2015, il rapper ha pubblicato una canzone intitolata My best friend is Vladimir Putin, che descrive il presidente come un “supereroe”.

Il cantante, inoltre, è autore della canzone filo-governativa Mosca, in cui si vantava del fatto che la Capitale russa “non organizzasse sfilate gay”. Con l’arrivo dei nuovi proprietari, nel logo dei negozi il marrone sostituisce il verde e bianco della catena americana, mentre la sirenetta viene rimpiazzata da una ragazza che indossa il “kokochnik”, tradizionale copricapo russo. Gli sciroppi per il caffè saranno ora di produzione locale, mentre il menu dei piatti e dei dolci sarà completamente ridisegnato dai nuovi chef per offrire la qualità “migliore di sempre”, assicura Stars Coffe in un comunicato.

A differenza del “McDonald russo” lanciato a giugno con grande clamore, Stars Coffee non ha realizzato una grande campagna pubblicitaria per l’apertura del suo primo locale in via Novy Arbat, nel centro di Mosca. Gli altri negozi della catena, secondo i proprietari, dovrebbero aprire in Russia entro la fine di settembre. Viene anche fatto sapere che circa l’80% dei circa 2.000 dipendenti che hanno lavorato per Starbucks hanno accettato di rimanere con la nuova gestione. La catena americana aveva temporaneamente chiuso i suoi stabilimenti russi dopo l’inizio dell’offensiva di Mosca in Ucraina il 24 febbraio, annunciando a fine maggio la decisione di lasciare definitivamente il Paese.