Trump decadence

(linkiesta.it, 31 maggio 2024)

Donald Trump è stato giudicato colpevole di tutti i trentaquattro capi d’accusa di falsificazione di documenti aziendali nel quadro di un piano criminale di occultamento di denaro per evitare che le rivelazioni a sfondo sessuale dell’attrice porno Stormy Daniels gli pregiudicassero le elezioni del 2016. Il verdetto è arrivato dopo la seduta fiume di dodici ore della giuria, che ha emesso la sentenza del primo processo penale contro un presidente degli Stati Uniti.

Il momento è dei peggiori per Trump. Manca poco alle elezioni e i suoi numeri nei sondaggi sono rimasti gli stessi per tutta la durata del processo. Ora la domanda è: crollerà la sua popolarità dopo la condanna? Secondo molti analisti la situazione potrebbe però non ribaltarsi, e anzi diventare addirittura un boomerang politico contro i suoi detrattori. Chi crede all’ex presidente potrebbe rinforzare le proprie convinzioni e prendere per buono il suo complottismo sgangherato che in passato ha già fomentato disordini: «Si è trattato di un processo truccato condotto da un giudice ostile e corrotto», ha detto Trump subito dopo la lettura del verdetto ai giornalisti appostati fuori dal tribunale.

I reati commessi, falsificazione di documenti contabili aziendali, sono doppiamente gravi e infamanti. Lo è il fatto di inserire informazioni non veritiere nei registri, a maggior ragione se l’intento è un’ulteriore condotta criminale. Motivo per cui Alvin Bragg, procuratore distrettuale di Manhattan, ha espresso grande soddisfazione, dato che esistevano molte incognite sul caso, che è un unicum e portava con sé molti rischi: «Dodici giurati hanno promesso di prendere una decisione basata soltanto sulle prove, sulla legge, sulle prove e sulla legge», ha sottolineato Bragg. «Il processo li ha portati a una conclusione unanime, al di là di ogni ragionevole dubbio, ovvero la colpevolezza dell’imputato Donald J. Trump».

Michael Tyler, spin doctor dello staff comunicazione di Joe Biden, ha immediatamente scritto una nota: «Oggi a New York abbiamo visto che nessuno è al di sopra della legge. Donald Trump ha sempre creduto che non avrebbe mai dovuto affrontare delle conseguenze per aver infranto la legge per il proprio tornaconto personale. Beh, si sbagliava». Soddisfazione, con la consapevolezza, però, che potrebbe non esserci negli lettori un giudizio morale tale da modificare l’intenzione di voto; e così, Tyler si è raccomandato: «C’è rimasto un solo modo per tenere Donald Trump fuori dallo Studio Ovale, ed è alle urne. Criminale condannato o no, Trump sarà il candidato repubblicano alla presidenza. Solo chi vota potrà fare la differenza».

I punti chiave dell’accusa: Trump ha registrato come “spese legali” i rimborsi spese effettuati al suo ex avvocato Michael Cohen, che ha pagato a Stormy Daniels 130mila dollari per il suo silenzio sulla sua relazione con Trump. Il processo ha dimostrato che le finte contabili sono state emesse per nascondere la violazione da parte di Trump della legge elettorale dello Stato di New York, per la quale è un crimine promuovere l’elezione di chiunque a una carica con mezzi illegali. I pubblici ministeri hanno chiamato venti testimoni che, nel giro di quattro settimane, hanno fornito prove di come Trump abbia triangolato con il magnate dei tabloid David Pecker e Cohen stesso per occultare i resoconti delle storie di sesso con la Daniels e con la coniglietta di Playboy Karen McDougal.

Molti tra i testimoni hanno ricordato in aula che la preoccupazione per la vicenda della Daniels è diventata molto forte dopo l’uscita, nell’ottobre del 2016, del famigerato vocale di Access Hollywood in cui Trump, all’oscuro del fatto di avere un microfono acceso a pochi centimetri, si vantava della modalità di approccio violento nei confronti delle donne. Tra i particolari più morbosi della registrazione quelli in cui Trump si vantava della bizzarra abilità di “afferrare le donne per la fica” senza badare al loro consenso, licenza che gli sarebbe stata concessa in quanto personaggio famoso.

Quando Stormy Daniels minacciò di vuotare il sacco nei dettagli con i media, Cohen entrò in azione e la pagò per acquistare i diritti esclusivi sulla sua storia al fine di schivarne la pubblicazione. Dopo le elezioni del 2016, secondo i pubblici ministeri Cohen ha elaborato un piano di rimborso illecito. In ogni caso è stata abbastanza sorprendente la parata di confidenti e dipendenti di Trump che hanno raccontato l’ansia del futuro presidente, preoccupatissimo di perdere il sostegno delle elettrici donne.

Spread the love