Kanye West, sconfitto ma non domo, si ricandida per il 2024

di Marco Ciotola (mowmag.com, 5 novembre 2020)

Solo per un attimo sembrava persino aver ammesso la sua plateale e inevitabile sconfitta alle elezioni statunitensi, Kanye West. Un tweet pubblicato nella mattinata di mercoledì mostrava infatti la sua foto in piedi davanti a una mappa elettorale, accompagnata dalla didascalia: “Welp Kanye 2024”, ovvero “pazienza”, “tutto finito”, ora pensiamo alle urne del 2024. Il riferimento era ai circa 58mila voti presi in totale, vale a dire meno del 2% in tutti gli Stati Uniti, con il maggior numero di consensi ravvisabile negli appena 10.195 voti ottenuti del Tennessee.

Kanye West via Twitter
Kanye West via Twitter

Appena qualche ora dopo però – dopo che diversi organi di stampa avevano interpretato quel “Welp” come un’ammissione di sconfitta –, il rapper, ferito nell’orgoglio, ha cancellato il tweet e ripubblicato la foto, ma stavolta con il solo testo “Kanye 2024”, perché non puoi perdere se l’unica persona con cui ti confronti è quella che vedi nello specchio. Lo ha in fondo riconosciuto lui stesso, nei soliti toni epici e megalomani, commentando le sue operazioni di voto con un modesto “oggi ho votato per la prima volta nella mia vita alle elezioni per il Presidente degli Stati Uniti e ho votato per qualcuno di cui mi fido veramente… me”.

Il tutto al termine di una bizzarra campagna elettorale caratterizzata da deliri e uscite ai limiti della realtà. In primis, va ricordato che il nome di West era sulla scheda elettorale solo in 12 Stati, perché il rapper non ha rispettato le scadenze per la presentazione della sua candidatura in tutti gli altri. Il suo programma politico, “Birthday Party”, si fondava essenzialmente su un assunto: “quando vinceremo sarà il compleanno di tutti”, come spiegato da un fiero West al quotidiano statunitense Forbes. Un po’ come quelle intuizioni geniali che ti vengono per il finale di un romanzo, anche se ti manca tutto il resto. Kanye però si è affrettato a costruirci sopra una campagna elettorale da 12 milioni di dollari, colmando il vuoto di idee e piani politici con discorsi commossi sull’aborto – “dovrebbe essere legale ma scoraggiato, e prometto un milione di dollari a chi vorrà tenere un figlio”, ha detto piangendo –, severe procedure da introdurre per “trasmettere alle persone il timore di Dio” e un programma scritto praticamente nella forma di una preghiera domenicale, con tanto di colomba al fianco.

Sembra che nemmeno la moglie Kim Kardashian, abbia votato per lui, e i numeri raccontano di preferenze su questi livelli: Vermont (1.264 voti), Mississippi (3.131 voti), Louisiana (4.894 voti), Colorado (6.210 voti), Oklahoma (5.590 voti), Iowa (3.197 voti), Arkansas (4.040 voti), Utah (4.344 voti), Idaho (3.529 voti). Sonora sconfitta da cui trarre qualche insegnamento? Neanche per sogno se ti chiami Kanye West, e in fondo l’unica persona di cui ti fidi e che segui, di fatto l’unica cosa che davvero conosci al mondo sei te stesso, in un delirio misto di onnipotenza, megalomania e misticismo spicciolo che a questo punto sembra proprio destinato a non finire mai.