La clamorosa protesta della Germania ai Mondiali in Qatar

a cura di Maurizio De Santis (fanpage.it, 23 novembre 2022)

Mano sulla bocca: è la clamorosa forma di protesta della Germania, che posa così per la foto di rito prima della partita dei Mondiali con il Giappone. Imbavagliati, così si mostrano i calciatori tedeschi: lo fanno per accendere i riflettori contro la censura imposta perché in Qatar certi argomenti, come la questione dei diritti civili, umani e la condizione dei lavoratori, sono considerati tabù, qualcosa di perseguibile per legge.

Il muso nascosto dietro le dita non è una maschera ma la reazione tangibile, concreta, diretta di una Nazionale che ha scelto un gesto eclatante affinché il caso non passi sotto traccia. Perché lo ha fatto? Il gesto è rivolto (anche) alla Fifa e alla minaccia di sanzioni sportive qualora il capitano, Manuel Neuer, avesse utilizzato la fascia One Love. Nel messaggio pubblicato dalla federazione a corredo di quell’iniziativa “rumorosa” c’è la sintesi perfetta di quell’atteggiamento: i diritti umani non sono negoziabili – è l’incipit efficace del comunicato –, questo dovrebbe essere assodato ma sfortunatamente non lo è ancora. E negare quella stringa che fa riferimento alle sfumature della bandiera arcobaleno (icona della comunità Lgbtqia+) equivale a tappare le bocche.

«Con la nostra fascia di capitano» si legge nella nota ufficiale dei tedeschi «abbiamo voluto dare l’esempio ai valori che viviamo in Nazionale: diversità e rispetto reciproco. Sii forte insieme alle altre nazioni. Questo non è un messaggio politico: i diritti umani non sono negoziabili. Questo dovrebbe essere ovvio. Sfortunatamente, non lo è ancora. Ecco perché questo messaggio è così importante per noi. Vietare quella fascia è come mettere la museruola davanti alle nostre bocche. La nostra posizione è legittima». A dare maggior forza alla posizione presa dalla Germania (che s’è detta pronta anche a portare in tribunale la stessa Fifa) è stata anche Nancy Faeser, ministro dell’Interno del governo Scholz. Era seduta in tribuna accanto al presidente della Federcalcio, Bernd Neuendorf, e al braccio recava la fascia della discordia.

La Germania è stata una delle nazionali “avvisate” dalla Fifa: i suoi giocatori sarebbero incappati in sanzioni sportive (ammonizioni) se avessero violato il regolamento sull’attrezzatura tecnica e le divise. L’unica fascia ammessa, in alternativa a quella tradizionale di capitano, è una di quelle ufficiali indicate dalla Federazione internazionale in occasione dei Mondiali in Qatar. Qualsiasi altra sarebbe stata considerata illegittima. Ecco perché c’è stata grande attenzione al momento dell’ingresso in campo delle selezioni.

Nonostante la regia abbia staccato le immagini, rendendo invisibile la reazione dei calciatori tedeschi, c’era un altro dettaglio che non è passato inosservato. Cos’è quella fascia che spunta dalle maniche della divisa? Manuel Neuer ha indossato davvero quella proibita di One Love? Oppure ha messo al braccio una di quelle “lecite”? C’è stato solo un attimo per intravedere se il portiere della Germania avesse mantenuto fede alla propria coerenza, senza piegarsi al diktat che aveva “scomunicato” quella banda che richiama i colori della bandiera arcobaleno: quando l’assistente dell’arbitro ha verificato, pochi istanti prima del fischio d’inizio, che fosse tutto in regola, chiedendo al calciatore di mostrarla e tenerla sopra la maglietta, non nascosta dalla manica. Tutto come da protocollo (e da censura).