La Palestina vince in Coppa d’Asia: l’esultanza dei giocatori con le braccia incrociate sulla testa

di Ugo Leo (lastampa.it, 24 gennaio 2024)

La Palestina ha battuto martedì 23 gennaio Hong Kong per 3-0 a Doha nella terza giornata del girone di Coppa d’Asia, conquistando per la prima volta un posto negli ultimi sedici anni della Coppa d’Asia. Oday Dabbagh ha guidato i palestinesi con una doppietta e Al Qanbar ha segnato il 2-0 su assist di capitan Battat. I festeggiamenti per i gol e la vittoria sono stati molto speciali, visto il tragico scenario che i palestinesi stanno vivendo da quando Israele ha risposto all’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso.

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Con questa vittoria, la prima in una finale di Afc Asian Cup, i palestinesi sono passati alle fasi a eliminazione diretta come una delle quattro migliori squadre terze classificate nei sei gruppi. La Palestina ha chiuso con quattro punti, gli stessi degli Emirati Arabi Uniti, battuti martedì per 2-1 dall’Iran. Hong Kong, in fondo al Gruppo C con tre sconfitte in tre partite, è stato eliminato. Il margine di tre gol è stato fondamentale per i palestinesi. Nel tempo supplementare hanno tremato quando l’arbitro, dopo una revisione Var, ha assegnato un rigore agli hongkonghesi, che Everton Camargo, brasiliano di nascita, ha spedito sopra la traversa. Il successo dei palestinesi è particolarmente significativo sullo sfondo della guerra in corso tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza.

Prima della partita contro Hong Kong è stato osservato un minuto di silenzio dedicato alle vittime della violenza, disturbato solo dalle grida “Libertà per la Palestina”. Sugli spalti dello stadio Abdullah Bin Khalifa di Doha c’erano circa 6.500 persone e i palestinesi erano in maggioranza, come nelle due precedenti partite di questa Coppa d’Asia. Martedì è stata una giornata storica anche per la Siria, allenata da Hector Cuper, che ha portato la squadra agli ottavi di finale per la prima volta vincendo 1-0 sull’India, con un gol di Omar Khribin. Anche la Siria si è qualificata come una delle migliori terze del girone, nel loro caso del Gruppo B, dove l’Australia ha pareggiato 1-1 con l’Uzbekistan e ha anch’essa prenotato il proprio posto tra gli ultimi sedici.

Tornando alla vittoria della Palestina, la celebrazione è stata speciale anche per motivi puramente sportivi. I palestinesi non vincevano una partita ufficiale dal marzo del 2023, in una gara contro il Bahrein. Nel 2015 hanno perso tutte e tre le partite giocate e nel 2019 ne hanno pareggiate due. Prima di questo torneo avevano segnato un solo gol. E ora, nel bel mezzo dell’escalation del conflitto con Israele, hanno trovato un po’ di sollievo nel calcio. Diversi giocatori palestinesi vivono con l’angoscia di non conoscere il futuro dei loro cari, secondo alcuni giocatori. È stato anche riferito che un gruppo di psicologi li accompagna in ogni momento. «Il nostro messaggio non è solo sportivo, ma avrà un grande significato per la gente, a causa di ciò che sta accadendo lì. Speriamo di poter fare la storia» aveva detto l’allenatore della Palestina Makram Daboub, tunisino, prima della partita decisiva. E così è stato.

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La vittoria è simbolica. E riflette il fatto che questo tipo di competizioni vanno ben oltre il calcio. Per festeggiare i gol, i giocatori palestinesi si sono avvicinati agli spalti, hanno incrociato le braccia ai polsi e hanno fatto il segno della “V” con le dita. «Questo segno è stato reso popolare da Winston Churchill, ma il nostro presidente Yasser Arafat lo usava spesso nelle interviste. La V sta per vittoria. Ecco perché la gente lo usa come segno di vittoria e di libertà per i palestinesi», ha dichiarato al quotidiano spagnolo As Ahmad Raed, un cittadino palestinese di Beit Sahour, un villaggio a Est della città di Betlemme.

«Significa libertà. Lo facciamo anche nella squadra di calcio femminile. Ha anche un altro significato, quello della solidarietà» afferma Bisan Abuaita, una delle giocatrici della Nazionale femminile, secondo lo stesso quotidiano. Due settimane dopo l’inizio del conflitto tra Hamas e Israele, le giocatrici dell’Al-Ahly egiziano hanno festeggiato un gol nello stesso modo, a braccia conserte. Altri media trovano nell’esultanza un riferimento a Handala (o Hanzala), un personaggio creato dall’artista palestinese Naji al-Ali. Si tratta di un bambino, diventato una sorta di icona della Resistenza palestinese, ritratto spesso anche lui in alcune vignette con il braccio alzato e le dita a “V” in segno di vittoria.

Carlos Latuff (with minor cropping from the original version)
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Per quanto riguarda il conflitto armato, martedì Israele ha annunciato che ventiquattro soldati sono stati uccisi nelle ultime ore nella Striscia di Gaza, il più alto numero di vittime militari in un solo giorno dall’inizio dell’offensiva di terra nel territorio palestinese, secondo l’Afp. Nel frattempo, l’inviato del presidente statunitense Joe Biden, Brett McGurk, si è recato in Medio Oriente per discutere la possibilità di un nuovo accordo per la liberazione degli ostaggi israeliani in cambio di una tregua.