Giarrusso su Giarrusso

di Luciano Capone (ilfoglio.it, 25 maggio 2022)

Voltagabbana, traditori, cazzari, scilipotini, ladri di voti. Sono solo alcuni degli epiteti con cui Dino detto iena Giarrusso definiva i suoi colleghi di Partito che avevano deciso di lasciare il M5S perché in dissenso con la linea politica, senza però dimettersi. Che è poi esattamente ciò che ha appena fatto Giarrusso: «Annuncio che lascerò il MoVimento 5 Stelle» ha detto alla trasmissione Coffee Break su La 7. «Già so la delusione di tantissime persone che mi scrivono e mi chiedono di non mollare e so che farò la gioia di tanti che nel MoVimento mi hanno sempre combattuto». L’europarlamentare, da tempo in dissidio con la linea di Giuseppe Conte, esce dal M5S per fondare un movimento alternativo con gli altri “voltagabbana”, “traditori”, “cazzari” e “ladri di voti” come lui. Perché anche Giarrusso, proprio come i suoi predecessori, non ha intenzione di lasciare il seggio a Bruxelles e tutti i relativi “privilegi” (li chiamavano così, no?) come imporrebbero le sacre regole del MoVimento che si era impegnato a rispettare.

Dino Giarrusso via Twitter

«Mollano tutto ma non la poltrona» diceva Giarrusso il 3 settembre 2020, il giorno dopo che la deputata Piera Aiello aveva annunciato le dimissioni dal M5S perché erano state tradite «le idee di Casaleggio». «Si dicono animati da grandi ideali» fu il commento di Giarrusso, «si ricordano sempre degli insegnamenti del MoVimento e di Gianroberto ma mai della regola per cui chi va via deve lasciare la poltrona, dimettersi da parlamentare e non cambiar casacca: quello lo dimenticano sempre. Bugiardi, ladri di voti». E ancora: «Si tengono i soldi e tradiscono gli elettori. Gianroberto Casaleggio odiava i voltagabbana: dovete dimettervi e lasciatela poltrona!». L’ex iena era stata ancora più dura nei confronti di suoi quattro colleghi del gruppo a Strasburgo (Corrao, D’Amato, Pedicini ed Evi) che avevano deciso di lasciare il M5S per passare con i Verdi. «Basta voltagabbana e traditori», scriveva su Facebook nel dicembre del 2020. «Chi esce dal MoVimento 5 Stelle si deve dimettere e, se ci riesce, deve farsi rieleggere! Ne abbiamo piene le tasche di voltagabbana e traditori che pensano di fare il bello il cattivo tempo calpestando i sacrifici di migliaia di attivisti che hanno creduto in loro portando via tempo alle loro famiglie e alla loro vita per sostenerli. Siamo all’epilogo di una ripetuta e imbarazzante serie di violazioni alle nostre regole». E ancora: «Oggi se ne vanno altrove accampando scuse pietose, sono proprio degni di Scilipoti e Razzi».

In un altro commento riferito agli stessi fuoriusciti, Giarrusso diceva: «Oggi si dimostra come ad essere peggio dei peggiori degli altri sono proprio Ignazio Corrao, Rosa D’Amato, Piernicola Pedicini ed Eleonora Evi: i quattro cazzari Verdi». «I quattro traditori, gli Scilipoti e i Razzi che abbiamo avuto in seno», li definiva Giarrusso. «Ma se ci fa rabbia il tentativo dei Verdi di distruggerci dall’interno, ci fa letteralmente vomitare chi si presta a fare da strumento a questo piano meschino, che punta a uccidere il progetto politico di Beppe e Gianroberto. È una strategia squallida, quella dei quattro cambia casacca: si tengono lo stipendio intero e restano imbullonati alla poltrona, dimenticando la regola ferrea che dice che se vai via dal MoVimento devi lasciare stipendio e poltrona, dimetterti e poi farti eleggere col tuo nuovo partito. Loro invece, senza vergogna, dopo essersi battuti il petto dicendosi “duri e puri” (pensa se fossero stati impuri: avrebbero aderito direttamente a fratelli di Ndrangheta?), dopo proclami e chiacchiere preparatorie al tradimento, chi ha tramato nell’ombra per distruggere il MoVimento dall’interno si tiene stipendio e poltrona: è quel che abbiamo sempre condannato, è la politica degli Scilipoti e dei Razzi, dei Mastella e dei Cuffaro. Un po’ a destra, un po’ a sinistra, purché ci sia da mangiare per me e la mia squadretta, purché ci siano una poltrona e uno stipendio assicurato, e chi se ne frega degli elettori e degli attivisti».

Secondo l’ex iena, uscire dal M5S senza dimettersi era «una strategia precisa, squallida, infima, degna dei peggiori traditori. Noi del MoVimento abbiamo sempre condannato i cambi di casacca». E chiedeva una vendetta esemplare: «Mi auguro che TUTTI i miei colleghi, TUTTI GLI ATTIVISTI E I PORTAVOCE, specie coloro i quali si fanno belli dicendo di difendere i valori originari del MoVimento, oggi e sempre PRONUNCINO PAROLE SEVERE E DEFINITIVE CONTRO QUESTI QUATTRO INDEGNI E IMBARAZZANTI VOLTAGABBANA». In televisione Giarrusso se la prendeva proprio con quelli che prima se la prendevano con chi usciva dal Partito senza dimettersi per poi fare la stessa cosa. «Io ho una piccola spilla con il simbolo del M5S» diceva mostrando il bavero della giacca, «noi europarlamentari abbiamo preso le preferenze sotto questo simbolo. La nostra regola aurea dice che chi non è più in linea con il M5S si dimette anche dalla sua carica. Incredibilmente alcuni di quelli che oggi sono usciti in passato hanno scritto lettere di fuoco contro quelli che uscivano dal MoVimento ma non si dimettevano da deputato». Un messaggio che Giarrusso ha lanciato in anticipo contro sé stesso. Ora per chiudere il cerchio manca solo che un inviato de Le Iene rincorra per strada l’ex Iena ricordando cosa l’ex M5S diceva dei “voltagabbana”, “traditori”, “cazzari” e “scilipotini” come lui che lasciano il partito tenendosi la poltrona.

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